Fulmini 24/4/2013, 24 aprile 2013
SALUTE
«Di salute sto benissimo e ho lavorato tanto, bene e senza intoppi. La forma “deve” arrivare per forza» (Ivan Basso si dice pronto per correre il Giro d’Italia).
CASA «Non ha un bel ricordo, di quella partecipazione [Londra 1948, ndr]. La visse come un fallimento. Si era allenato molto e il risultato non lo soddisfò. Qualche compagno disse malignamente che sarebbe andata meglio, se il collegiale non si fosse svolto proprio a Monza, a pochi passi da casa e dalla moglie. In realtà lui soffriva molto il primo esercizio, qualunque esso fosse. Lì trovò agli anelli e andò male». (Sandro, nipote del ginnasta Ettore Perego che ha compiuto 100 anni)
DIDIETRO «Dai Pau, cerca di mettere il tuo didietro in post e non muoverti di lì finché non ti arriva la palla. Ecco cosa direi se fossi lì» (Tweet di Kobe Bryant mentre vedeva perdere i Lakers contro il San Antonio da casa).
TIFOSO «È un tifoso, vuole essere anche lui parte di questa avventura» (Marl D’Antoni, allenatore dei Lakers, ha commentato così i tweet di Kobe Briant )
CREDERE «L’unità di intenti in campo e fuori. Quella compattezza figlia di disciplina, regole da rispettare, spirito di sacrificio, voglia di applicarsi sempre e credere in ciò che si fa» (Ecco cosa mancava alla Roma secondo Zeman).
CULTURA «Si gioca un calcio mediocre. Alla crisi economica si è unita quella dei valori. Oggi in tanti club è più importante il merchandising rispetto a quanto si fa in campo. C’è poca cultura sportiva e molti dirigenti alla fine diventano sembrano ostaggi. Non mi piace il potere delle paytv e di molti opinionisti che ne fanno parte. Sono corazzate che tendono a influenzare troppo il pensiero altrui» (Zeman).
NULLA «Io mi arrabbio quando sento un atleta che, a proposito di un suo gesto e del gesto di un compagno, dice: “Tanta roba”. Ma tanta roba cosa? Non sei capace di articolare una frase, un discorso? Sei messo così male? La verità è che i giocatori vivono in un mondo tutto loro, gli pagano perfino le bollette, della vita reale non sanno nulla» (Gene Gnocchi).
INDIGESTIONE «Nel 2005 con l’Under 23 del Mozambico andammo a Macao per un torneo. Fu un disastro. Molti dei miei giocatori erano abituati a mangiare non più di 4-5 volte a settimana, e quando si trovarono di fronte a un buffet post-partita lo polverizzarono. Finirono k.o. causa indigestione. Nelle rimanenti partite fu un’impresa metterne insieme 11». (Arie Schans allenatore di calcio di “paesi calcisticamente poco sviluppati”).