Guido Ceronetti, La Stampa 21/8/2013, 21 agosto 2013
LUCERTOLE, BUON APPETITO
Ci sono i mangiatori di rane (i vercellesi delle risaie erano detti rané), i mangiatori di lumache (la lumaca è la madre dei parigini). Ci sono i mangiatori di cavallette (cibo biblico casher), di formiche (attestato dal film «Mondo cane»), di cani (molto popolare in Cina), di serpenti, di gatti (specialità di un paese sulle rive del Natisone).
L’uomo, mi predicavano quando arrivato a trent’anni cessai di alimentarmi con ogni tipo di carni, è onnivoro. Dunque, vivere di lucertole è possibile. Gli indios se le cucinano da millenni. Forse è anche una ricetta di longevità oltre ogni limite. La lucertola è un mini dinosauro certamente ricco di proteine e a quattromila metri di altezza l’ambiente è pulito come una saliera.
La nostra medicina, tutta lanciata a prolungare la vita fino a centocinquant’anni, può prescrivere lucertole dei cimiteri posti nelle migliori posizioni alpestri. Belle croccanti, arrostite in forni a microonde.
Groddeck, il grande psicanalista, ha questo pensiero stupefacente: «Muore soltanto chi vuole morire, perché non sopporta più di vivere». L’ultracentenario indio boliviano, evidentemente, scoppia di voglia di vivere.