Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera 21/8/2013, 21 agosto 2013
AL MERCATO NERO L’IMPENNATA DEI PREZZI DELLE ARMI
In città girano troppe armi. Nei giorni scorsi gruppi di civili si sono affrontati non solo con bastoni o coltelli, ma con pistole, fucili automatici, mitragliette. I filmati mostrano senza equivoci che sia i gruppi riconducibili allo schieramento a favore di Morsi - il presidente deposto il 3 luglio scorso con un colpo di Stato - sia i loro avversari dispongono di arsenali ben riforniti.
Da dove vengono tutte queste munizioni? Nell’Egitto di oggi, per quanto si cerchi, per quanto si scavi, non esiste una risposta univoca su nessun tema. Anche in questo caso dunque, bisogna mettere insieme spezzoni di informazioni e provare a incrociarle. Il punto certo è che, nelle ultime settimane, al Cairo è rifiorito il mercato nero come se la capitale fosse già sprofondata nella guerra civile. Le armi sono cominciate a entrare nelle case delle persone comuni subito dopo la caduta del presidente Hosni Mubarak, all’inizio del 2011. Più per paura e protezione personale che per minacciare gli altri. Adesso, invece, la diffusione è sistematica. Il fronte anti-islamico accusa i Fratelli musulmani di acquistare fucili d’assalto provenienti dalla Libia, dalla Striscia di Gaza, dallo Yemen. E di pagarli con i fondi assicurati dall’emiro del Qatar, l’unico Paese dell’area - Turchia a parte - che appoggia apertamente i pro-Morsi.
Dall’altra parte i Fratelli musulmani rovesciano l’accusa, sostenendo che la polizia starebbe passando sottobanco pistole Helwan — di fabbricazione locale - ai fiancheggiatori del generale al-Sisi, ministro della Difesa, comandante in capo dell’esercito e quindi il vero padrone del Paese.
Sta di fatto che, mentre il Museo Egizio è stato costretto a chiudere, le armerie clandestine hanno lavorato a pieno regime. I prezzi, naturalmente, sono schizzati. Una pistola base, come appunto la Helwan, vale almeno 1.200 dollari e può arrivare anche a 2.200. Quattro-cinque volte di più rispetto a solo qualche mese fa. Chi vuole impugnare una Browning o una Smith&Wesson deve pagare dai 3.000 dollari in sù.
Ma i commandos visti direttamente in azione venerdì scorso, in Piazza Ramses durante l’assedio alla moschea di El Fath, imbracciavano mitragliette automatiche, con le quali hanno attaccato i blindati dell’esercito.
I mercanti del Cairo offrono modelli simili al Kalashnikov o all’Ak, nelle due versioni 47 e 74. La spesa sale: si parte da 4.500 dollari per il fucile automatico più semplice. Poi ci vogliono le cartucce: un set di colpi costa intorno ai 100-140 dollari. Prezzi spropositati, se si considera che lo stipendio medio mensile raggiunge a malapena i 400 dollari. Evidentemente, da una parte e dall’altra, ci sono realtà organizzate che saldano il conto.