Silvia Bizio, la Repubblica 19/8/2013, 19 agosto 2013
I TRE “TENORINI” SCOPERTI DALLA TV CONQUISTANO GLI USA E LA DISNEY
LOS ANGELES
L’hanno definito il prodotto d’esportazione italiano in USA di maggior successo dopo la pasta: è Il Volo, il trio operistico-pop composto dai giovani Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble. Sono sbarcati in America sui palcoscenici teatrali, quindi i CD: la loro ascesa oltreoceano non sembra conoscere limiti. L’album del loro debutto è stato subito “platinum”, mentre il secondo, We Are Love sta arrivando in cima alle classifiche di Billboard. Lo scorso anno niente meno che Barbra Streisand li ha voluti nel suo tour americano, il primo per lei da vent’anni a questa parte, duettando con loro sul palco.
L’interesse dell’industria dello spettacolo americana per il trio nostrano è enorme, e non solo da parte dei discografici: la Disney ha in progetto un film sulla loro breve vita, interpretato da loro stessi e la giovanissima band vanta legioni di fan adolescenti scalmanate da fare concorrenza a Justin Bieber.
Adolescenti lo sono anche loro: solo Piero, nato e cresciuto a Naro, in provincia di Agrigento, ha già 20 anni. Ignazio è di Bologna, ne ha 19, Gianluca è di Roseto degli Abruzzi, 18 anni. I tre “tenorini”, com’erano conosciuti al principio grazie a un termine coniato dalla conduttrice di Ti lascio una canzone Antonella Clerici, il programma tv dal quale hanno mosso i primi passi, si accingono adesso al loro nuovo tour nel continente americano, nord e sud, 55 date in poco più di tre mesi nelle città e arene più importanti di Stati Uniti, Canada e America Latina a partire da questo 25 agosto a Vancouver. Da lì “on the road” in un enorme pullman attraverso gli USA, da San Francisco a Los Angeles (dove saliranno in scena con Paul Sorvino), da Denver a Chicago a Detroit e Miami, fino al mitico Radio City Music Hall di New York (già tutto esaurito in prevendita). Poi giù in Sud-America, in tutte le capitali. E non finisce qui: a dicembre torneranno direttamente negli USA per il lancio del loro nuovo album, Buon Natale.
E’ iniziato tutto nel 2009 con la loro apparizione (ognuno dei tre singolarmente) nel programma televisivo della RAI Ti lascio una canzone.
Avevano dai 14 ai 16 anni, venivano dalla Sicilia e dall’ Abruzzo, e il produttore Roberto Cenci ebbe l’illuminazione di farli cantare insieme, alla quarta puntata, note condivise che catturano immediatamente l’attenzione di Tony Renis a Hollywood e del produttore musicale Michele Torpedine in Italia. Nel giro di poche ore contattano la produzione Ballandi e li scritturano. E la favola ha inizio.
Parliamo coi tre ragazzi mentre sono ancora a godersi gli ultimi giorni di vacanze con la famiglia e amici prima dell’enorme tour che li attende. «Siamo carichi di bagagli e canzoni... Siamo pronti a spaccare il mondo», dice con entusiasmo Piero Barone al telefono dalla Sicilia. «Non vediamo l’ora di partire. Siamo felicissimi, perché la cosa che amiamo di più nella vita è cantare» Il loro concerto è strutturato sulle canzoni del nuovo album alternate a classici italiani come O’ sole mio, Il mondo, Un amore così grande, e standard americani. «Ma la nostra forza è sempre l’Italia», sottolinea Piero. «Agli americani piacciono le nostre voci e la nostra musica italiana. Ma piace ancora di più la nostra semplicità, perché siamo tre ragazzi che cantano per amore della musica, che non cercano di fare cose astrali con giacche di brillanti o coreografie strane».
Piero, il maggiore dei tre, coi suoi occhiali e la parlantina disinvolta, si fa spesso portavoce del gruppo. Ignazio, grassottello all’inizio della vita de Il Volo, è riuscito con grande disciplina a perdere peso e ora affascina le giovani fan, anche lui come i suoi due soci. Gianluca, il più giovane dei tre, dice: «E’ stato come trovare un’altra famiglia con Il Volo: ho avuto due fratelli maggiori da un giorno all’altro». Ognuno di loro è sempre accompagnato in tour da uno dei genitori, che spesso si alternano quando l’assenza dei ragazzi si fa troppo lunga. Come sono diventati cantanti? «Io da piccolo ascoltavo Pavarotti e Bocelli per via di mio nonno », dice Gianluca, «Poi ho ascoltato Frank Sinatra, Andy Williams, Perry Como e Elvis Presley. Mi sono formato così. In Italia purtroppo ancora non riconoscono quello che siamo. Forse pensano che noi cantiamo canzoni spaghetti e mandolino, mentre noi trasformiamo le canzoni e le facciamo nostre. In fondo è la prima volta che tre ragazzini cantano il pop lirico». Il sogno? Su questo sono tutti e tre d’accordo: vincere il Grammy e «vivere tutta la vita facendo quello che amiamo fare, cantare», dice Piero per tutti. E continuare a studiare: «Barbra Streisand non faceva che dircelo durante il tour. Una grande cantante come la Streisand deve avere per forza ragione».