Paolo Mastrolilli, La Stampa 19/8/2013, 19 agosto 2013
AFGHANISTAN, GLI USA LASCERANNO UN TESORO DA 50 MILIARDI DI ARMI
Il progetto è colossale, quasi come combattere una guerra. In questo caso, però, il problema è come ritirarsi, senza lasciare indietro troppi guai. Stiamo parlando del lungo addio degli Stati Uniti all’Afghanistan, che pone al Pentagono il serio interrogativo su cosa fare di 50 miliardi di dollari di equipaggiamento non più necessario. Le risposte finora sono tre: rimpatriare le cose ancora utili, distruggere quelle pericolose, e vendere quelle piazzabili anche via internet.
Dopo oltre dodici anni di guerra, nel 2014 gli americani dovrebbero completare il ritiro dall’Afghanistan. Sul terreno, però, ci sono 50 miliardi di dollari in mezzi, armi, strutture, mense, dormitori, palestre, persino vestiti. Cosa farne?
Gli equipaggiamenti più preziosi tornano a casa con i soldati. Ad esempio 35.000 veicoli e 95.000 container, che entro il dicembre dell’anno prossimo lasceranno il Paese asiatico al costo di 6 miliardi di dollari. Spendere queste cifre, però, conviene solo per attrezzature particolari, anche perché il governo afghano ha deciso di imporre dazi doganali pesantissimi sul trasporto fuori dai suoi confini dei mezzi americani. Giusto per fare un esempio, vuole 237 milioni solo per autorizzare il passaggio dei containers.
Le armi più pericolose, che non servono più ma non devono finire nelle mani dei talebani, verranno distrutte, anche se ci aspettiamo già di vederle riapparire in quale forma, nel prossimo futuro, su qualche fronte. È il caso dei mezzi Mrap per il trasporto delle truppe, che costano un milione di dollari l’uno. Hanno protetto i soldati dalle bombe artigianali nascoste sul ciglio delle strade, ma negli Usa ce ne sono già 24.000, e quindi non ha senso spendere milioni di dollari per riportare indietro i 2000 ancora schierati in Afghanistan. Tutto il resto può e deve essere venduto.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le attrezzature rimaste sul campo vennero usate per finanziare il programma Fulbright di borse di studio internazionali, ma in Afghanistan non tira quest’aria. Quindi il Pentagono vuole vendere i pezzi, sul posto o a distanza. A questo scopo c’è anche un sito Internet, govliquidation.com, dove si può accedere ogni giorno per vedere quali sono i pezzi offerti più interessanti. Qualcuno si accontenterà di un paio di stivali, altri magari punteranno ai carri armati. Una super svendita da 50 miliardi di dollari, che basterebbe a coprire un paio di ex finanziarie italiane, ma deve avvenire senza creare nuovi pericoli per la sicurezza internazionale.