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 2013  agosto 17 Sabato calendario

«CARO WINSTON», «CARO ORSON» LE LETTERE SEGRETE DI VIVIEN LEIGH

Nel rivedere per l’ennesima volta il finale di Via col vento (1939) di Victor Fleming, guarda­re nel fondo gli occhi grandi, splendidi e penetranti della prota­gonista Rossella O’Hara, interpre­tata da Vivien Leigh, col volto riga­to dalle lacrime ma decisa ancora una volta ad andare avanti, si ha la sensazione di trovarsi di fronte al­la donna perfetta: bella e civetta prima, eroica e saggia poi. Ma i film, come è noto, anche quelli più grandi (e Via col vento è il più grande di tutti), non sono, non possono essere la vita. Così come la vita di Vivien Leigh non è stata splendente come la sua carriera cinematografica. Per compren­dere quanto questa donna e attri­ce magnifica, capace di recitare un testo di Shakespeare e poi pas­sare a­d un qualsiasi prodotto hol­lywoodiano, di notevole o mode­sta foggia, abbia avuto un’esisten­za tormentata dal buco nero della depressione, dalla solitudine, dal­la paura di non farcela, saranno preziosissime le più di 7500 lette­re, telegrammi, diari e fotografie che il Victoria e Albert Museum di Londra ha appena acquistato da­gli eredi di Vivien Leigh, in occa­sione del centenario della nascita dell’attrice inglese. Il materiale è in via di catalogazione e una pri­ma parte verrà resa pubblica in au­tunno. Il fondo spazia dal 1929 al­la morte dell’attrice nel 1967. La corrispondenza di Vivien Leigh è fittissima: da Thomas S. Eliot, Ar­thur Miller, Tennessee Williams, Marilyn Monroe, Graham Gree­ne e Cary Grant fino a Orson Wel­les, Lauren Bacall, Humphrey Bo­gart, Gary Cooper. Ma ci sono an­ch­e lettere a Elisabetta II (che li rin­grazio per iscritto di un mazzo di fiori), alla Regina Madre, a Win­ston Churchill. La parte certa­mente più interessante è quella re­lativa ai rapporti professionali e soprattutto sentimentali con l’at­tore Laurence Olivier. Gli anni centrali nella vita di Vivien Leigh, figlia di un militare inglese nata in India nel 1913 a Darjeeling, sono il 1939 e il 1940. Nel 1939 è scelta dal produttore David O. Selznick per il ruolo di protagonista di Via col vento. Lo scetticismo degli al­tri produttori sulle sue capacità è forte. Ma Selznick non sente ragio­ni. Prima abbandona il regista Ge­orge Cukor. Poi lascia partire il so­stituto Sam Wood. E quando il re­gista definitivo Fleming ha dubbi o non ha proprio tempo, si mette dietro la macchina da presa. Tan­to sa al millimetro cosa bisogna fa­re. Il film ha un successo travolgente. L’attrice inglese vince l’Oscar e si trasforma in una diva hollywoodiana. Il suo nome en­tra nella leggenda. Nel 1951 recita con Marlon Brando in Un tram che si chiama desiderio, diretto da Elia Kazan su sceneggiatura di chi scrisse l’ominimo dramma,Ten­nessee Williams. Che le scrisse: «È inutile ripeterti la mia autenti­ca, enorme felicità per il film e, spe­cialmente, per il ruolo che hai tu: sei la Blanche (DuBois -ndr) che ho sempre sognato e ti sono rico­noscente di a­ver la portata così be­ne a vivere sullo schermo». Nel 1940 Vivien Leigh era con­volata a nozze con l’amore della sua vita: Laurence Olivier. Sono diventati la coppia più glamour della loro epoca. Entrambi divor­ziati, avevano tutto. Successo, fa­ma, danaro, riconoscimenti. Gli attori americani avevano il terro­re di avvicinarli. E il motivo si spie­ga facilmente: entrambi parlava­no l’inglese di Shakespeare, con la giusta intonazione. Erano due aristocratici, con tanto di certifica­zione reale, dopo la nomina a ba­ronetto di Laurence nel 1947. Churchill li amava. Il suo film pre­ferito era Il grande ammiraglio (1941) di Alexander Korda, con Laurence nella divisa di Horatio Nelson e Vivien nelle vesti sontuo­se della sua celebre amante Lady Emma Hamilton: «Vi ringrazio per il calice di vetro che accompa­gnava i meravigliosi fiori», scrisse loro dopo una celebrazione nel 1951. Resteranno sposati per ven­ti anni. La loro è stata una relazio­ne tormentata, piena di alti e bas­si, con Vivien spesso, troppo spes­so, sull’orlo del baratro. Una sto­ria comunque bellissima. Olivier nelle lettere d’amore si firma con il nome di Andrew, di Kerr, o usa altri nomignoli. Le missive che si scambiano sono appassionate. Nel 1939, mentre Olivier sta reci­tando a Broadway, Vivien sul set di Via col ventoa Los Angeles gli manda gli auguri per il debutto e aggiunge: «Il mio amore è con te ogni secondo». Ma la depressio­ne attanaglia l’attrice, tanto da renderle la vita impossibile. Ogni volta che si riprende Vivien scrive lettere di scuse e spiegazioni al marito. Divorziano nel 1960. Insieme hanno girato numerosi film e calcato le scene teatrali. La loro è stata una lunga storia d’amore che queste lettere contri­buiranno a far capire quanto è sta­ta grande, profonda e tormenta­ta.