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 2013  agosto 17 Sabato calendario

MORENO: «LA SINISTRA NON SIA SNOB»

Moreno (Moreno Donadoni, 23 anni, rapper di successo, vincitore di «Amici», con l’album «Stecca» in vetta alle classifiche per gran parte dell’estate) non pratica l’anti-politica: «A chi mi chiede un consiglio - spiega - dò sempre lo stesso: vai a votare, dì la tua, non piegarti alla maggioranza. La situazione è delicata, dico solo che mi sento vicino a chi lavora bene e onestamente per il Paese».
L’attesissimo (e chiacchieratissimo) concerto che chiuderà a Genova la Festa Democratica nazionale, sabato 7 settembre, lo vede così: «Anche alle Feste dell’Unità ci sono sempre stati i concerti, e sono sempre stati autonomi dalla politica. Io e Epifani non saremo sullo stesso palco, e tra il mio live e il suo incontro non c’è alcuna connessione. Genova è la mia città e dunque ci tengo moltissimo. Ma suonerò in tutta Italia nei club fino alla fine di ottobre».
E di «Che confusione», la canzone dell’estate, suonatissima dalle radio e cliccatissima su YouTube, non incoraggia una lettura politica, malgrado il titolo: «Parla di me, della mia vita degli ultimi mesi, delle novità che faccio ancora fatica ad assorbire. E se c’è una battuta sui politici (che «vanno con Eva ma adesso Eva c’ha il pomo d’Adamo», ndr) si tratta, appunto, di una battuta, che però non è lì per caso. È ciò che voglio fare anche in futuro: offrire riflessioni senza focalizzarmi su un punto. Certo, è brutto quando si fa dire ai ragazzi che la politica non li interessa, che non ne sanno niente. Questo non lo capisco. A me piace documentarmi, essere informato su quello che avviene. Adesso mi sento un po’ indietro perché sono stato chiuso per quattro mesi ad “Amici” e poi è uscito l’album e non ho avuto un briciolo di tempo. Ma recupererò, è un dovere e un piacere».
Moreno ha fatto il calciatore per 16 anni e il parrucchiere per sei: la prima carriera l’ha interrotta per ragioni indipendenti dalla sua volontà («Sono cresciuto, ma non in statura: ero il bomberino della mia squadra»), la seconda per dedicarsi alla musica («Ma fino all’anno scorso al mattino lavoravo come commesso: a stare fermo non riesco proprio»).
Suo padre lavora al mercato del pesce, la madre fa la commessa. Viene da una famiglia popolare, senza precedenti in ambito musicale: fu il film «8 Mile», con il rapper bianco Eminem, a cambiargli la vita. «Mi piaceva la musica - racconta - e fin da piccolo avevo spunti simpatici con il lessico, cantavo le canzoni storpiandone creativamente i testi. A scuola, al primo contest di freestyle (competizioni di rime libere improvvisate, ndr) vinsi e scoprii di avere una comprensione naturale dei meccanismi del rap. E da lì è partito tutto».
E poi «Amici»: «Avevo qualche dubbio - racconta - uno come me non c’era mai stato. Ho valutato, poi mi sono buttato, ho scritto l’album la sera, prima di andare a dormire, dopo aver vissuto il talent show fino in fondo. A “Amici” ho avuto modo di incontrare Matteo Renzi, su cui non voglio dare giudizi come politico. D’altra parte lui è venuto lì con uno spirito diverso, per parlare con un pubblico giovane e con noi concorrenti, altrettanto giovani. E questo mi è piaciuto».