VARIE 16/8/2013, 16 agosto 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - ANCORA SULLA GUERRA CIVILE IN EGITTO
CORRIERE.IT
La polizia ha aperto il fuoco contro i manifestanti a ain Seira, quartiere nella Cairo vecchia. Quattro morti Ramses Square , altrettanti militanti pro-Morsi sono stati uccisi dalla polizia a Ismailiya, a nordest della capitale. Un altro morto si registra negli scontri a Tanta e un sesto a Mansoura. Un poliziotto è stato ucciso al Cairo durante un attacco contro un posto di blocco. Altri otto manifestanti, riferiscono fonti sanitarie, sono stati uccisi nella città di Damietta. Almeno 14 morti. Sarebbe il primo bilancio della «Giornata della rabbia». Migliaia di sostenitori dei Fratelli musulmani si sono riversate per le strade del Cairo e in altre città dell’Egitto sfidando lo stato d’emergenza imposto mercoledì dalla presidenza. Tra i primi movimenti al Cairo, la Bbc ha riferito di una manifestazione tutta al femminile nei pressi della moschea Ennour. La televisione Ahrar 25, vicina ai Fratelli Musulmani, ha invece parlato di migliaia di persone scese in piazza nella regione del Sinai. La tv egiziana ha ritrasmesso un avvertimento della polizia e delle forze armate che confermano che tratteranno con fermezza ogni violazione di legge
ALLERTA - Polizia e militari hanno elevato lo stato di allerta e rafforzato la sicurezza nei pressi dei resort di Hurgada, località turistica sul Mar Rosso frequentata da turisti stranieri fra cui non pochi italiani. Anche qui (dati per sicuri fino a ieri) la folla di manifestanti pro-Morsi sta marciando verso il centro inneggiando al presidente deposto Mohamed Morsi e denunciando il massacro di Rabaa e Nahda, al Cairo. Lo mostrano le immagini in diretta delle tv arabe.
MANIFESTAZIONI -Tutte le manifestazioni (ventotto sarebbero previste solo nella capitale) convoglieranno verso piazza Ramses. I sostenitori del deposto presidente Morsi resisteranno «in modo pacifico» e «fino a quando il golpe svanirà», aveva avvertito sin dalla mattinata la Guida Suprema dei Fratelli Musulmani, Mohammed Badie, dichiarando che i manifestanti in Egitto sono la prova della resistenza al governo militare e ha affermato che «il falso potere dato all’esercito si riflette nelle crudeli stragi nella moschea di Rabaa al-Adawiyeh e in piazza al-Nahda» al Cairo.
ALLERTA- Chiuso dai militari il ponte 6 ottobre, una delle principali arterie della capitale, e altre strade di accesso al centro. Si passano i checkpoint solo a piedi, dopo estenuanti controlli. La guerra civile che infiamma l’Egitto è anche guerra di numeri. Il bilancio ufficiale delle vittime delle ultime 48 ore di scontri è di 623 morti. Oltre 4.000 secondo i Fratelli Musulmani, che hanno scelto per questo venerdì lo stesso nome dato a quel 28 novembre 2011 in cui la «rabbia» di piazza Tahrir travolse Hosni Mubarak e la sua cerchia.
DOPO LA PREGHIERA - I Fratelli Musulmani hanno chiesto ai sostenitori di manifestare per le vie del Cairo partendo dalle moschee dove si tengono le preghiere del venerdì. «Il popolo vuole rovesciare il golpe» è lo slogan che guida le manifestazioni. «Nonostante il dolore per la perdita dei nostri martiri, gli ultimi crimini commessi dagli autori del golpe hanno aumentato la nostra determinazione», si legge in un comunicato diffuso dalla Fratellanza. Per tutta risposta gli anti-Morsi hanno invitato a presidiare «ogni angolo» della città e annunciato che si confronteranno con i Fratelli musulmani. Tamarod, che riunisce coloro che avevano chiesto e ottenuto dall’esercito la destituzione di Mohamed Morsi dalla carica di capo dello Stato, ha lanciato un appello televisivo ai militanti affinchè si schierino fisicamente a difesa degli edifici religiosi, in particolare le chiese copte, che nelle ultime 48 ore sono state nel mirino di islamici che accusano la Chiesa di aver sostenuto l’esercito nella deposizione di Morsi.
LICENZA DI SPARARE - Il ministero dell’Interno egiziano ha autorizzato la polizia all’uso letale della forza, quindi anche a sparare, per proteggere agenti e istituzioni chiave dagli attacchi. Il governo egiziano ha anche promesso di reagire ad «azioni terroristiche e sabotaggi» presumibilmente portati a termine dai Fratelli musulmani. Piazza Rabaa, nonostante la devastazione che ha colpito la moschea Al-Adawiya, resta il punto di riferimento simbolico di un movimento che la mano durissima dei militari non riesce a far sparire dalla scena politica. La politica stessa, dal canto suo, sembra avere pochissimi margini per esercitare una mediazione tra le parti, dopo il sangue degli ultimi due giorni.
OSSERVATORI INTERNAZIONALI - E, nonostante gli appelli delle cancellerie occidentali (giovedì anche il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, aveva convocato l’ambasciatore egiziano per esprimergli la «preoccupazione» della Farnesina e chiedere la revoca dello stato di emergenza), l’uomo forte del Paese, il generale Abdulfattah Al-Sisi, capo delle Forze armate e regista della destituzione dalla presidenza della Repubblica di Mohamed Morsi, non vuole recedere da un confronto di natura militare con coloro che vengono definiti «terroristi». Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, riunito nella notte su richiesta del premier turco, Recep Tayyp Erdogan, ha invitato le parti a mostrare moderazione. Coloro in grado di esercitare maggiori pressioni sul Cairo, in realtà non vanno oltre le dichiarazioni di condanna.
«DICHIARAZIONI OBAMA INCORAGGIANO VIOLENZA». La presidenza ad interim dell’Egitto, guidata da Adly Mansour, ha contestato le dichiarazioni di Obama che aveva condannato l’uso della forza contro i civili e annunciato di voler interrompere la collaborazione militare con Il Cairo. L’Egitto sta affrontando «atti di terrorismo che prendono di mira istituzioni di governo e siti vitali, come decine di chiese, tribunali, stazioni di polizia e istituzioni pubbliche e private», si legge in un comunicato della presidenza. «Gruppi armati violenti hanno come obiettivo la perdita di vite umane e le basi della civiltà egiziana, tra cui librerie, musei e giardini pubblici», prosegue il testo. «La presidenza teme che le dichiarazioni (di Obama, ndr) non basate sui fatti possano rafforzare i gruppi armati violenti e incoraggiarli nel loro percorso anti-democratico», aggiunge la presidenza. La presidenza ha espresso «dolore» per le uccisioni di egiziani e ha promesso di lavorare per restaurare la legge e l’ordine, dichiarando che l’Egitto gode di «piena sovranità e indipendenza nelle sue decisioni», si legge ancora nel comunicato, in un probabile riferimento agli Stati Uniti.
WARNING AI TURISTI
L’intero Egitto è in fiamme, sconvolto da violenze senza precedenti. Ma, come si sa, il Paese è una delle principali mete del turismo internazionale: come comportarsi allora? I ministeri degli Esteri di Spagna, Germania, Svizzera e Russia hanno sconsigliato viaggi in tutto il territorio egiziano, località di mare comprese. E l’operatore tedesco Tui ha annullato tutte le sue vacanze organizzate fino al 15 settembre
«RIMANETE NEI RESORT»- La Farnesina invece è meno drastica: continua a sconsigliare i viaggi nel Paese nordafricano, ma non nei resort sul Mar Rosso: anche se per la prima volta avverte anche di possibili problemi nelle località turistiche, per possibili «azioni dimostrative» e la possibilità di «disagi» legati al coprifuoco. «Si sconsigliano - afferma il sito Viaggiare sicuri, direttamente gestito dal ministero degli Esteri - i viaggi nel Paese con destinazioni diverse dai resort situati nelle località turistiche del Mar Rosso (Sharm el Sheikh, Marsa Alam, Berenice e Hurgada) ed in quelle della costa nord (Marsa Mathrou, El Alamein), dove al momento non si registrano incidenti, anche se, in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese. Si suggerisce fortemente di evitare escursioni fuori dalle installazioni turistiche ed in particolare nelle città. Lo stato di emergenza ed il coprifuoco potrebbero comunque creare disagi anche nelle suddette località turistiche».
Video caricati in rete mostrano cecchini aprire il fuoco su un uomo che cerca di soccorrere un ferito dopo i violenti sgomberi a Il Cairo. In un altro filmato, i momenti in cui le forze dell’ordine avanzano coi blindati nella capitale egiziana e spazzano via barricate e tende improvvisate dei Fratelli Musulmani. Colpi a ripetizione e feriti.
Letta sull’Egitto: «Vivissima preoccupazione».
Nel pomeriggio vertice telefonico con Hollande
REPUBBLICA.IT
IL CAIRO - Un "giorno della collera" che si trasforma in un altro giorno di sangue in Egitto. Decine di manifestanti islamici pro-Morsi sono stati uccisi dalla polizia: almeno dieci a Ismailiya, a nordest del Cairo, riferisce il quotidiano egiziano al-Ahram. Mentre un altro morto si registra negli scontri in atto a Tanta e un sesto a Mansoura, riferiscono vari testimoni. Altri otto manifestanti sono stati uccisi nella città di Damietta. Anche tra i poliziotti ci sono vittime. Incerto il bilancio dei feriti che potrebbero essere centinaia. I carrarmati dell’esercito hanno presidiato le strade e i "siti sensibili" delle città. A Giza la polizia ha lanciato lacrimogeni per disperdere il corteo pro Morsi. Al Cairo decine di cortei, 28 secondo fonti locali, si sono diretti verso piazza Ramses, nel centro della città, a tre chilometri da piazza Tahrir chiusa dall’esercito. L’Alleanza anti golpe, sigla che riunisce le forze pro Morsi, sostiene che negli scontri in quella zona si conterebbero almeno 30 morti.
Nella città egiziana la tensione resta altissima: i negozi restano chiusi, nonostante nelle ore diurne il coprifuoco non sia in vigore, e le strade si riempiono. Una manifestazione tutta al femminile si è svolta nei pressi della moschea Ennour. E la televisione Ahrar 25, vicina ai Fratelli Musulmani, ha parlato di migliaia di persone scese in piazza anche nella regione del Sinai. Ma i sostenitori pro-Morsi hanno marciato in in tutto il Paese sfidando lo stato d’emergenza imposto mercoledì dalla presidenza. La polizia è stata autorizzata a sparare dal ministero dell’Interno. Nella notte è giunta la condanna delle violenze da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, che ha invitato il governo dell’Egitto e i Fratelli musulmani a esercitare "massima moderazione" e a porre fine alle violenze.
Dimissioni nel governo. E dopo le dimissioni del vicepremier El Baradei anche Khaled Daud, il portavoce del Fronte di salvezza nazionale, partito che al momento sostiene il governo ad interim ha rassegnato le proprie dimissioni.
Attacchi alle chiese. Anche il movimento Tamarod, che ha guidato la protesta anti-Morsi fino alla sua deposizione da parte dell’esercito, ha partecipato alle manifestazioni chiedendo però ai militanti di "difendere le chiese". Sarebbero quaranta infatti le chiese razziate incendiate: "Ieri notte ci sono state molte manifestazioni dei Fratelli musulmani; c’è stata violenza non solo nelle chiese ma anche nelle istituzioni: sono state incendiate anche stazioni di polizia. Quaranta chiese, di cui 10 cattoliche e 30 tra ortodosse, protestanti e greco-ortodosse, sono state razziate o date alle fiamme se non addirittura totalmente rase al suolo", riferisce alla Radio Vaticana padre Rafic Greiche, portavoce dei vescovi cattolici egiziani. L’imam della moschea di al Azhar al Cairo, il più importante centro teologico sunnita, ha condannato "con forza" nel corso del sermone di oggi gli attacchi alle chiese cristiane e "la persecuzione contro i copti". Il sermone è stato trasmesso in diretta dalla tv di Stato egiziana.
L’appello dei Fratelli musulmani. Mohamed Badie, leader della Fratellanza Musulmana, ha garantito: "Resisteremo in modo pacifico" fino a quando "il golpe svanirà". E ha aggiunto: "Il popolo egiziano continuerà la sua resistenza pacifica fino a che i golpisti non se ne andranno". Alcuni media anti-Golpe parlano di raid all’alba contro case dei Fratelli musulmani e dei leader del partito islamista Liberta e giustizia: molti arrestati o ancora ricercati. Si parla di razzie da parte delle forze di polizia Mentre Al Jazeera in arabo dice che la sua sede è stata perquisita, il giornalista Abdallah Al-Shamy arrestato e le trasmissioni disturbate
Merkel: "Germania e Ue rivedano la natura delle loro relazioni con Egitto". La Germania e l’Europa dovranno rivalutare la natura delle loro relazioni con l’Egitto alla luce degli ultimi sviluppi. Lo ha dichiarato il cancelliere Angela Merkel, riferendosi al massacro in corso da mercoledì scorso da quando i militari hanno iniziato con la forza lo sgombero dei sit-in dei manifestanti pro-Morsi.
Egitto annulla per "ingerenze" esercitazioni navali con Turchia. L’Egitto ha annunciato l’annullamento delle esercitazioni navali congiunte con la Turchia, previste in ottobre, in segno di protesta per le "ingerenze" di Ankara, che ha condannato la repressione violenta delle manifestazioni pro-Morsi.
Presidente turco: "Una vergogna per Islam e mondo arabo". "Quanto è avvenuto in Egitto è una vergogna per l’islam e per il mondo arabo". Così il presidente della Turchia, Abdullah Gul, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa turca Anadolu. "Provo un dolore profondo per ogni singolo egiziano rimasto ucciso", ha detto Gul nel corso di una visita in Azerbaigian. Il governo turco ha sempre appoggiato con decisione il presidente egiziano deposto Mohammed Morsi, essendo per il mondo arabo un esempio di presidente islamista eletto democraticamente, e ha duramente condannato la sua destituzione del 3 luglio. Recentemente l’ambasciatore della Turchia al Cairo, Huseyin Avni Botsali, era stato convocato dal ministero degli Esteri egiziano dopo le critiche avanzate da Ankara al nuovo governo militare. Gul ha respinto le accuse che la Turchia stia interferendo con le questioni interne dell’Egitto, affermando che "i nostri avvertimenti non devono essere visti come un’intromissione nelle questioni interne egiziane, ma come la tristezza sentita da un amico e come uno sforzo per attirare attenzione e dare una mano". Botsali tornerà in Turchia nelle prossime ore perché è stato richiamato dal ministero degli Esteri turco per consultazioni.
Intanto, secondo fonti della sicurezza, sarebbe tornata sotto il pieno controllo della polizia egiziana la moschea Al Iman, al Cairo, trasformata ieri in obitorio dai Fratelli Musulmani e presa poi d’assalto della forze di sicurezza. Intorno alla moschea "sono stati istituiti dei checkpoint per evitare il ritorno dei dimostranti" e viene impedito l’accesso. L’esercito egiziano presidia inoltre i siti strategici al Cairo, mentre tutte le strade di accesso al centro della capitale sono state chiuse al traffico. Si passano i checkpoint solo a piedi, dopo estenuanti controlli
L’intervento dell’Ue. Ma a livello internazionale la diplomazia si mobilita per fermare le violenze nel Paese. Gli ambasciatori del comitato Politico e di sicurezza dei 28 paesi dell’Unione europea si riuniranno lunedì per discutere della crisi egiziana. Il vertice, convocato da Catherine Ashton, Alto rappresentante Ue per la politica estera, servirà a "coordinare una posizione comune degli Stati membri e possibili azioni". Il presidente francese FrancoisHollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno sollecitato un incontro urgente dei ministri, la prossima settimana, dopo aver discusso della situazione in Egitto anche con il premier britannico David Cameron.
Il premier italiano Enrico Letta ha espresso "vivissima preoccupazione", per la situazione in Egitto e ha riferito di un colloquio telefonico con il presidente francese Hollande.
Ventimila turisti italiani. Dalla Farnesina l’avviso di allerta anche nelle località turistiche: "Lo stato di emergenza ed il coprifuoco potrebbero creare disagi anche nelle località turistiche" del "Mar Rosso dove al momento non si registrano incidenti, anche se, in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese". E’ quanto si legge sul sito web ’viaggiaresicuri.It’ della Farnesina. Un annuncio che non sembra però intimorire particolarmente i turisti. Sono circa 19.000 infatti gli italiani nelle località turistiche in Egitto, in aumento di circa 5.000 unità rispetto alla scorsa settimana, come riferiscono operatori turistici locali. E proprio in una delle località turistiche sul Mar Rosso, a Hurgada, tra le più frequantate anche dagli italiani non sono mancate le manifestazioni dei sostenitori di Morsi. L’ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari ha invitato "tutti gli italiani in Egitto, residenti e non, a non muoversi e a rimanere all’interno dei resort almeno fino a quando la situazione non lo consenta".
Per essere identificati i manifestanti si scrivono nome e numero sul braccio
In azione anche gli anti-Morsi. Dimostranti anti-Morsi hanno attaccato le barricate erette dai sostenitori dei Fratelli musulmani sul ponte 15 Maggio, a Zamalek, nel cuore del Cairo. Lo mostrano le immagini in diretta delle tv locali egiziane.