Deborah Dirani, Vanity Fair 14/8/2013, 14 agosto 2013
NON SCORDERÒ QUEL BACIO
È una strana estate. Il governo non va in vacanza (c’è un Consiglio dei ministri il 23 agosto) e dopo la condanna di Silvio Berlusconi i rapporti tra Pd e Pdl sono tesissimi. È un’estate normale per Nunzia De Girolamo. 37 anni, che, specie da quando è diventata mamma di Gea (ha da poco compiuto un anno) e poi ministro delle Politiche agricole (dal 28 aprile), vacanze e pause ne conosce poche. Quanto ai rapporti tra i due principali partiti poi lei («azzurra» della prima ora) un uomo del Pd, Francesco Boccia, lo ha addirittura sposato. «Ci siamo conosciuti nel 2009 a un convegno sui giovani e sul rinnovamento della politica. Io ero l’unico esponente del Pdl e quando vidi Francesco rimasi folgorata. Un vero colpo di fulmine», ricorda. «Quando me ne sono andata da quell’incontro ho pensato: “Mannaggia, ma con tutti quelli del mio partito che ci sono, proprio di uno del Partito democratico dovevo finire col prendermi una cotta”?».
Poi, vi siete fidanzati subito?
«No, per mesi ci siamo solo scritti email in cui parlavamo un po’ di tutto, anche di politica. Quindi mi ha invitata a pranzo (meno compromettente di una cena, no?) e poi, finalmente a cena».
Se lo ricorda il primo bacio?
«E come no? Ero in casa e dovevamo uscire, ma io ero in ritardo così quando arrivò lo feci salire. Io ero al telefono con un collega di partito. Lui mi prese il telefono di mano, lo chiuse e mi baciò».
Il matrimonio, il 23 dicembre 2011, è stato un evento riservatissimo: nessun invitato eccellente, nessun fotografo...
«Abbiamo scelto di fare una cosa intima: solo genitori, fratelli e i due figli, Edoardo e Ludovica, che Francesco aveva avuto da una precedente relazione. Più avanti faremo un’altra cerimonia, in chiesa, con Gea che ci farà da damigella».
Che rapporto ha coi figli di Francesco?
«Per me, che vengo da una famiglia decisamente tradizionalista, all’inizio non è stato affatto semplice. Forse, anzi, è stato più difficile questo delle divergenze politiche. Con la nascita di Gea però ci siamo uniti di più».
E lui com’è come marito, la aiuta?
«Se si potessero dividere i mariti in sinistra riformista e destra conservatrice, il mio sarebbe di ultra destra. Al massimo a volte sparecchia e al mattino scalda il latte per Gea. Non ha mai cambiato nemmeno una lampadina ne un pannolino. Però è un bravo papà, calmo e affettuoso».
Cucina?
«No, cucino io (e scoppia a ridere). Mi viene in mente la prima volta che lo invitai a cena e gli preparai una pasta piccante con i pomodorini vesuviani: ancora un po’ moriva!».
Prima di chiederle la ricetta con cui ha stregato suo marito, una domanda di lavoro: quali sono le priorità nella sua agenda di ministro?
«Vorrei essere ricordata come il ministro del Made In Italy. Mi sto battendo per la tutela dei nostri prodotti nel mondo, quelli che tutti tentano di copiare arrecandoci un grave danno economico. E poi la battaglia contro gli sprechi alimentari, quella per gli incentivi ai giovani agricoltori facilitando l’accesso al credito, l’abolizione dell’Imu agricola...».
E adesso la ricetta.
«La più semplice delle paste al sugo. Ma essenziali sono gli ingredienti: pomodorini vesuviani tagliati a pezzetti, olio extravergine, aglio e peperoncino. Meglio se molto abbondante, e calabrese».