Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 15/8/2013, 15 agosto 2013
IL CONSIGLIERE: «QUELLA NOTA? HA FATTO TUTTO IL PRESIDENTE»
ROMA — Ernesto Lupo, ex presidente della Corte di Cassazione, ha preso il posto di Loris D’Ambrosio come consigliere giuridico del capo dello Stato (sia pure ridimensionato dal filtro del consigliere di Stato Giancarlo Montedoro). Ma guai a definirlo il padre della nota del Quirinale sulla grazia a Silvio Berlusconi. «No. Per carità. È il presidente il vero “papà” di quel documento. Ha fatto tutto lui. Io non c’ero nemmeno: sono al mare», si schermisce da Palinuro il magistrato originario della provincia di Salerno. «Certo ci siamo tenuti in contatto, anche con il segretario generale Donato Marra, e il consigliere Montedoro. Ora ci sono computer e iPhone», aggiunge. Ma, assicura, «il presidente è veramente preparato come giurista. Studia, approfondisce. È una cosa che mi ha positivamente impressionato. Poi la grazia è uno dei poteri del presidente, lui che lo ha esercitato per 7 anni lo conosce alla perfezione». E aggiunge, ironico: «Ne sa sicuramente molto più di me che ho fatto il giudice per quasi 50 anni. E per i giudici quello non è proprio un bell’istituto ...».
Settantacinque anni, in magistratura dal 1964, ora in pensione, Lupo, il 7 luglio del 2010, da presidente della terza sezione venne votato all’unanimità dal Csm per presiedere la Suprema Corte. Il presidente Giorgio Napolitano, si rallegrò di quell’«unanime consenso». «Un esito di indubbio valore, quando si registra muovendo dal libero convincimento di ogni membro del Csm, che accresce il prestigio di questo organo e anche del dirigente che viene nominato», plaudì, auspicando che si aprisse «una nuova pagina, una nuova stagione, nelle travagliate vicende dello Stato di diritto nel nostro Paese» e si allentassero le tensioni politiche sulla giustizia e lo stato di diritto». Ma a tre anni di distanza quella pagina sembra ancora chiusa.