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 2013  agosto 15 Giovedì calendario

MERKEL AIUTATA DALLE PATATE

È al mercato che sento la nostalgia dell’Italia. Mia moglie ha problemi a trovare l’insalata. I pomodori sono bellissimi, opere d’arte, giganteschi e splendenti, vengono dall’Olanda e sanno di cartone. I Wassermelone, che sarebbero i cocomeri, sono senza semi come pretendono i tedeschi e, assaporandoli a occhi chiusi, sarebbe difficile distinguerli da una zucca.
Sulle bancarelle si trovano incesti tra meloni e ananas. Di fuori sono verdi e ingannevoli, dentro si scopre l’ananas. Non so che gusto abbiano perché mi fanno ribrezzo. Trovo i fichi d’India, che mi piacciono come a tutti i siciliani, ma arrivano da Istanbul e non da Palermo. Costano meno di quelli siciliani nei mercati di Roma. Chissà perché.
Siamo arrivati ai prezzi. Le prossime elezioni del 22 settembre saranno decise dalle Kartoffeln, le patate? Di sicuro avranno un peso sulla futura politica di Frau Angela, che la spesa la fa al reparto Delikatessen, delle Galeries Lafayette, vicino a casa sua. I tedeschi hanno una paura atavica dell’inflazione, con quale ragione: per due volte nel ventesimo secolo i loro soldi si ridussero a carta straccia. Ora temono che aiutare gli europei spendaccioni, come i greci e gli italiani, potrebbe mettere in pericolo la solidità dell’euro, che ha preso il posto del loro amato e non dimenticato Deutsche Mark.
I prezzi sono saliti in luglio dell’1,9%, che per noi è poca cosa, ma è l’aumento più elevato dell’ultimo anno. Le statistiche contano fino a un certo punto, sono esplosi i prezzi dei generi alimentari (+5,7%), anche per colpa del maltempo: alluvioni a maggio, solleone fino a ieri. Ma si preferisce dare la colpa all’Europa. Il record è stato raggiunto dall’alimento nazionale, quasi un simbolo della tedeschicità, dalle Kartoffeln, aumentate del 44,4%. Il burro è rincarato del 30,8, l’insalata dell’11,7%. Quanto basta per essere presi dal panico: Weimar è dietro l’angolo.
Ricordo un montaggio geniale e perfido della Bild, di un lontano passato, alla vigilia delle elezioni come oggi, quando Cancelliere era Willy Brandt. Il popolare quotidiano pubblicò un titolo a otto colonne con la solita banale scoperta dello scienziato americano: quel che più fa male all’amore tra coniugi sono i problemi di soldi. Poi, sotto, un riquadrato con l’aumento dei prezzi, patate e würstel, e infine poche righe al discorso di Franz Josef Strauss: se aumentano i prezzi, la colpa è dei socialdemocratici. A corto circuito, senza mai scriverlo, il messaggio era: se l’amore scricchiola con vostro marito, la colpa è di Willy. Il che è anche una lezione di giornalismo: il giudizio lascia che lo traggano i lettori.
Ora la Bild torna a dedicare la prima pagina con un titolo cubitale alle carissime patate: i tedeschi ancora in vacanza, o quelli già tornati a casa, come i berlinesi, sono avvertiti. Sarà un autunno caldo. Questa volta il popolare quotidiano non attacca il governo, ma dà una mano alla Cancelliera. Non avrà visioni come le rimprovera Helmut Schmidt, e si comporta come una brava massaia che va al mercato. Angela sta attenta allo spread di casa nostra, e si preoccupa delle patatine fritte di cui vanno pazzi i suoi elettori che hanno fiducia in lei. Il prezzo delle Kartoffeln è una brutta notizia per chi spera in un cambiamento di rotta di Berlino nella politica europea.