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 2013  agosto 15 Giovedì calendario

GLI ANNIVERSARI DIMENTICATI

Non solo Verdi e Wagner. Il 2013, è vero, è l’anno che ce­lebra il bicentenario della nascita tanto dell’autore di Nabucco e Traviata quanto del musicista di Parsifal e Tristano . E tutto il mondo celebra i due “rivali”, riempiendo i car­telloni dei loro titoli, quelli popolari, ma anche alcuni di raro ascolto. Ep­pure sul calendario del 2013 saltano all’occhio altre date, più o meno ri­cordate e celebrate da teatri e istitu­zioni musicali. Passati, per lo più sot­to silenzio. L’8 gennaio, nessuna cele­brazione particolare per i trecento an­ni dalla morte di Arcangelo Corelli (del quale, sempre nel 2013, esattamente il 17 febbraio, si sono ricordati i tre­centosessant’anni dalla nascita). Il 30 gennaio in pochi si sono ricordati dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francis Poulenc. Per qualcun altro c’è tempo per recuperare. L’8 settembre saranno quattrocento anni dalla mor­te di Carlo Gesualdo da Venosa. Il 22 novembre, invece, ricorreranno i cen­to anni della nascita di Benjamin Brit­ten. Il 7 dicembre, invece, i centocin­quanta da quella di Pietro Mascagni. Il 28 dicembre, infine, verranno ri­cordati i cinquant’anni dalla morte di Paul Hindemith. Nessuna data preci­sa, invece, per John Dowland, nato nel 1563, quattrocentocinquant’anni fa. Certo, non fa il “tutto esaurito” come Verdi e Wagner, ma Benjamin Brit­ten , in questo 2013, si difende bene: molte le iniziative in calendario, spe­cie in Inghilterra, per ricordare i cen­to anni del compositore e direttore d’orchestra britannico che non sem­bra passare di moda. Le sue opere – quelle più solari come il Sogno di u­na notte di mezza estate, ma anche quelle più inquiete come Morte a Ve­nezia, Il giro di vite (la prima nel 1954 alla Fenice di Venezia) e Peter Grimes e un balletto come il Principe delle pa­gode, nel repertorio del londinese Royal ballet – sono regolarmente in cartellone nei teatri, compresi quelli italiani. E se il suo War Requiem , com­posto nel 1962 per la riapertura della Cattedrale di Coventry, risuona sem­pre come una denuncia degli orrori della guerra – domenica Antonio Pap­pano lo dirigerà al Festival di Sali­sburgo con i complessi dell’Accade­mia di Santa Cecilia e le voci di Anna Netrebko, Ian Bostridge e Thomas Hampson – una pagina di Britten ha svelato i segreti e la magia della mu­sica a tanti bambini: nel 1946 il mu­sicista scrisse la colona sonora per il film, prodotto dal governo britannico, Instruments of the orchestra, affidan­do a tutti gli strumenti variazioni a partire da una melodia di Henry Pur­cell. Una partitura, Young persons’s guide to the orchestra, che, ormai autonoma dal documentario, continua ad essere eseguita nei concerti dedicati ai più piccoli. Perilcen­tenarioèstatoapertoancheilsitoInternet/clickThroughs/"+this.href.replace(////g,"|")+"/A21/4");returntrue;’onclick="window.open(this.href);returnfalse;"href="http://britten100.org">britten100.org</a>.

Espesso,specieneiprogrammisinfonici,compareancheilno­me di Paul Hinde­mith .

Del composi­tore tedesco, scomparso a Francofor­te il 28 dicembre di cinquant’anni fa, si ascoltano non di rado le Kammer­musik, ma anche I quattro tempera­menti, pagina ballettistica così come

Nobilissima visione. E di recente, per chiudere la sua esperienza di diretto­re musicale all’Opera di Zurigo, Da­niele Gatti ha scelto l’opera Mathis der Mahler .

Un altro pilastro del Novecento tra i centenari del 2013: il 30 gennaio si so­no ricordati i cinquant’anni dalla morte di Francis Poulenc,

musicista che non entrò mai al Conservatorio di Pa­rigi, che frequentava Cocteau (con lui scrisse La voce uma­na),

Picasso, Modi­gliani e Paul Claudel, amico di Stravinskij e in grado di tenere testa a illustri colleghi come Olivier Messiaen. Poulenc, che in seguito al­la perdita di alcuni amici e grazie a un pellegrinaggio al santuario della Ma­donna Nera di Rocamadour ritrovò la fede, nel 1957 scelse il Teatro alla Sca­la per la prima dei suoi Dialoghi del­le

Carmelitane ,

opera tratta dall’o­monimo dramma di Georges Berna­nos e vertice del suo percorso spiri­tuale, e decise di mettere in musica le

Litanie alla Vergine Nera, il Gloria e lo Stabat Mater.

Il Novecento anche con Pietro Ma­scagni .

Il 7 dicembre saranno cento­cinquant’anni dalla nascita del com­positore di Cavalleria rusticana, tito­lo popolare che non manca mai nei cartelloni lirici e che anche quest’an­no è stato rappresentato un po’ in tut­to il mondo (a gennaio la Scala lo pro­porrà nella regia di Mario Martone). Mascagni scrisse l’opera per un con­corso indetto nel 1888 dalla Casa mu­sicale Sonzogno: ben 73 i concorren­ti, ma la spuntò proprio il melodram­ma tratto da una novella di Verga. Ma la musica di Mascagni ha varcato i confini dei teatri ed è arrivata sul gran­de schermo: il compositore livornese, nel 1917, firmò la colonna sonora (e lavorò a lungo alla sincronizzazione di immagini e musica) di Rapsodia sa­tanica, film muto diretto da Nino Oxi­lia.

Un grande salto all’indietro ed ecco­ci al 1563, anno di nascita di John Dowland,

compositore del quale, a fronte della vasta produzione musi­cale che ci è pervenuta, si hanno po­che notizie biografiche. Un autore che molti considerano il precursore dei cantautori per le sue canzoni scritte per liuto e voce. Le sue melodie, nei secoli, sono state riprese e rimaneg­giate: persino Sting si è cimentato al liuto con pagine di Dowland in Songs from the labyrinth.

Musica polifonica, madrigali e musi­ca sacra furono il marchio di fabbri­ca di Carlo Gesualdo da Venosadelqualel’8settembrericorrerannoiquattrocentoannidellamorte.Unavitachehaispiratoromanzi,operemusicaliepersinofiction(c’èancheunsito,/clickThroughs/"+this.href.replace(////g,"|")+"/A21/4");returntrue;’onclick="window.open(this.href);returnfalse;"href="http://gesualdo.com">gesualdo.com</a>)perl’omicidiochevideilprincipemusicistauccide­relamoglieel’amantedilei,andareinesilioaGesualdoepoifarrottaaFerrarapersposare,perinteressidicasato,Eleonorad’Este.Uninteresseandato,specienelsecoloscorso,diparipassoconlariscopertadellasuamusica.

Tuttalegataallamusica,invece,lafa­madi Arcangelo Corelli, tra i massi­mi esponenti del Barocco e invento­re della forma musicale del Concerto grosso. L’8 gennaio si sono ricordati i trecento anni della morte del musici­sta nato a Fusignano nel 1653 e se­polto al Pantheon di Roma, dove tut­tora si trova la sua tomba.