Stefano Citati, il Fatto Quotidiano 13/8/2013, 13 agosto 2013
DUMA BACCHETTONA DOPO I GAY, CROCIATA CONTRO IL SESSO ORALE
Yelena Mizulina è sulla bocca di tutti i russi. La volitiva parlamentare a capo della commissione per la Famiglia, le donne e i bambini della Duma (la Camera russa, ndr) volendo apparire più realista dello zar (Putin) ha annunciato una legge che vieti il “sesso orale” in quanto “pratica sessuale non tradizionale”.
Ma il secondo atto di quella che vorrebbe essere la crociata contro i gay, poco dopo l’approvazione della legge restrittiva sulle libertà sessuali, che ha provocato un’ondata di proteste internazionali, moltiplicate dallo svolgimento a Mosca dei Mondiali di atletica leggera, è divenuto fonte di innumerevoli battute e sketch su Internet (anch’essa nel mirino dei parlamentari del partito maggioritario Russia Unita che appoggia Putin, presidente per la terza volta).
Madrina del movimento sbeffeggiante e dissacrante l’autorità parlamentare si è subito erta Kseniya Sobchak, socialite (ovvero celebrità che fa della sua fama mestiere) indefessa, benestante figlia dell’ex potentissimo sindaco di San Pietroburgo, di cui Putin ex agente del Kgb è stato vice agli inizi della sua esplosiva carriera politica, ha raccontato di esser stata interrogata da agenti dell’“Fbi russa” sui suoi sarcastici commenti nei confronti dell’annuncio della Mizulina.
Se da una parte la proposta parlamentare ha la possibilità di divenire legge dello Stato, ciò che più colpisce dell’attuale clima oscurantista russo è la tempistica coincidente di diverse iniziative politiche tese alla limitazione della libertà personali (e delle sue espressioni), avvolte in una rete di divieti (e di controlli) che va dalle manifestazioni di piazza all’accesso e alla libera navigazione sulla Rete. Simbolo di tutto questo era fino a ieri Alexei Navalny, il blogger che ha sfidato Putin cercando di candidarsi come suo avversario, e poi come sindaco di Mosca. Adesso Kseniya gli ruberà un po’ la scena.