Fulmini 15/8/2013, 15 agosto 2013
SPORTEGOLANDO 20130815
TIFOSI «Ogni nazionale esprime la cultura di un popolo: la tattica la fanno i tifosi» (Arrigo Sacchi).
PIZZA E FICHI «In Italia l’amore è eccessivo, il pallone da noi è una delle prime motivazioni per le quali vivere. Facciamo buoni propositi, poi ci gonfiamo in estate per il trofeo Pizza e Fichi perché magari ci sono dei conti in sospeso. Non siamo pronti per una conferenza congiunta alla vigilia di un derby Roma-Lazio, basti ricordare quello che è successo a Pjanic. Dopo la finale di Coppa Italia con la Lazio, Pjanic aveva detto di essere dispiaciuto per la sconfitta e però di essere contento che il gol partita l’avesse segnato il suo amico Lulic: ha ricevuto un sacco di insulti» (Daniele De Rossi).
IBRACADABRA «Continuerò a giocare a calcio finché avrò le forze fisiche e mentali ma verrà il giorno in cui avere il nome “Ibrahimovic” sulla maglia non basterà più. Nessun trauma: prima o poi “Ibracadabra” finirà, ma non adesso: ho ancora forza e voglia dalla mia parte» (Zlatan Ibrahimovic).
GEMELLI «Per l’Olimpiade di Rio vedrò se sono ancora capace di stare in cima. Ma prima voglio avere un bambino. Avevo detto che mi ritiravo, ma io sono dei Gemelli, un segno che cambia spesso opinione» (Yelena Isinbayeva, dopo l’oro nel salto con l’asta a Mosca).
URLARE «Con le donne bisogna essere più tranquilli, dire poche cose, rilassarle nel minuto di pausa. Solo Elisa Di Francisca vuol sentire urlare. I ragazzi hanno bisogno anche di un consiglio tecnico» (Andrea Cipressa, ct della nazionale italiana di fioretto che ha vinto l’oro a Mosca sia con gli uomini che con le donne).
SALTARE «Saltare in lungo è un gesto logorante e meraviglioso, traumatico e perfetto. Negli anni “sovietici” s’insegnò la tecnica, si costruivano atleti potenti, con glutei esplosivi. Poi si è cominciato a pensare alla velocità di entrata, dimenticando la tecnica. Io sono per curare molto la velocità, e sulla velocità acquisita lavorare con la tecnica» (Mike Powell, record del mondo nel salto in lungo nel 1991 con 8,95).
INFANTILE «Ricordo una frase di Ulrike Meyfarth, campionessa olimpica di salto in alto, che mi ha confidato: a 28 anni mi è sembrato infantile continuare a giocare, a voler saltare più in alto delle mie avversarie» (Josefa Idem, 45 anni il prossimo 23 settembre).