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 2013  agosto 14 Mercoledì calendario

QUANDO L’AZERO COSTA PIÙ DI BOLT ECCO LA FOLLE BORSA DELLE MEDAGLIE

Il successo ha vari prezzi. Dipende: dagli eventi, dalle federazioni nazionali e internazionali, dallo sport. Usain Bolt e Arianna Errigo sono universi opposti, eppure il giamaicano e la lombarda neocampioni del mondo, lui oro nei 100 metri e lei nel fioretto, valgono quasi lo stesso: 45mila euro il velocista, 40mila per la schermitrice. Arianna a Budapest ha incassato anche 10 mila euro per l’oro a squadre più 13mila per la coppa del mondo. Può cominciare a mettere su casa. Entro l’anno solare, questi i tempi per il pagamento. Bolt, ammesso che ne abbia bisogno, può puntare a un gruzzolo maggiore. A Mosca la Iaaf, la federazione internazionale di atletica, ha un montepremi di 7.194.000 dollari (circa 5 milioni e mezzo di euro). Nessuno ha ancora fatto un record del mondo, ma chi dovesse riuscirci, guadagnerà 75mila euro offerti dagli sponsor. L’argento 23mila, il bronzo 15mila e gettoni di consolazione anche per tutti gli altri finalisti: dagli 11 mila del quarto fino ai 3mila dell’ottavo.
Certo, le emozioni valgono.
Specie se olimpiche. Le 28 medaglie azzurre a Londra 2012 luccicano. Agli 8 ori 140 mila euro ciascuno, ai 9 argenti 75 mila a testa, 50mila a ognuno degli 11 bronzi. Ai paralimpici la metà, tra cui i due ori (con record) e i due bronzi di Cecilia Camellini nel nuoto: 75mila euro l’oro, 45mila l’argento, 25mila il bronzo. Certo, sono tariffari al lordo, la metà dei soldi va al fisco da cui le polemiche degli atleti a Pechino 2008 e la richiesta di detassare i premi anche da parte di Valentina Vezzali. Non ci si arricchisce, anche se sono premi fondamentali per gli atleti di discipline minori, il cui stipendio è spesso la busta paga del gruppo militare, se sono fortunati di uno sponsor. Agli italiani vincere ai Giochi conviene più che agli altri: a Londra 2012, Austria e Germania hanno pagato ai loro atleti 16mila euro l’oro, gli Stati Uniti 19mila. La Cina, seconda nel medagliere dietro agli Usa con 88 medaglie di cui 38 d’oro, deve per strapotere calmierare i prezzi: dai 100mila euro delle Olimpiadi in casa nel 2008, ai 41mila di quelle inglesi. La Spagna agli ultimi Giochi ha confermato i premi di quattro anni prima, 94 mila euro, ma ha raddoppiato la tassazione, la Francia ha pagato 50mila euro l’oro. I più ricchi? L’Armenia, 700mila euro per l’oro che non ha avuto, seguita da Azerbaijan che ha dovuto pagarne invece due nella lotta da 640mila ciascuno. Il comitato olimpico inglese? Manco uno scellino ai suoi, ma un saluto affettuoso della regina.
Lo sci, lo sport che dura una stagione, dura anche di meno in banca. L’americano Ted Ligety, il più medagliato agli ultimi mondiali di Schladming con tre ori, ha vinto 120mila franchi svizzeri, circa 100 mila euro. L’oro sulla neve vale 40 mila franchi, 25 mila l’argento e 15 mila il bronzo. Consolazioni fino al sesto classificato (10mila). Gli italiani? Due argenti in discesa con Dominik Paris e con Nadia Fanchini, un bronzo in slalom gigante con Manfred Mölgg. Ai mondiali di calcio 2010 in Sudafrica la Fifa ha messo in palio 120 milioni di dollari in più rispetto al 2006, da 300 a 420. Alla Spagna campione, 30 milioni di dollari, 23 mln di euro. Agli Europei 2012, il premio dell’Italia seconda, su base volontaria in beneficenza. Vabbè, è il calcio.