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 2013  agosto 13 Martedì calendario

GLI ARRIVA LA CARTELLA DAL FISCO «NON PAGO, SONO UN GIGOLÒ»

Il «Grande Fratello» fiscale preoccupa escort e gigolò. Niente più segreti per i conti correnti. Così chi pratica l’antica arte del meretricio, ma risulta disoccupato, è da qualche giorno costretto a giustificare stili di vita spesso all’insegna del lusso. È successo a Roberto Roy Dolce, piacente accompagnatore originario di Macerata (ma sempre con la valigia in auto) a cui le Entrate hanno da poco notificato una cartella da 200mila euro. Con 70mila euro per il fisco è a posto per gli ultimi tre anni. La Finanza gli ha già fatto visita a casa. Ma lui non ci sta e vuole chiarezza: «Questo Stato ipocrita chiede le tasse a un escort ma non mette in regola chi pratica questo mestiere ». La legge Merlin del 1958 ha infatti cassato ogni tipo di regolamentazione del fenomeno della prostituzione, femminile o maschile non fa differenza. Per la Lega Nord che ha presentato una proposta di legge ad hoc quel provvedimento è anacronistico e controproducente. Ma Roy Dolce chiede solo che la «prostituzione sia legalizzata», così da sanare un «buco dello Stato». «Perché» spiega «da sempre chiedo di poter pagare le tasse, ma poiché il mio lavoro non è ammesso dal sistema ho ricevuto solo porte in faccia, quando non prese in giro».
Ora è finito tra i nodi del sistema tributario e il suo caso sta generando imbarazzi al fisco: se infatti Roy accettasse di pagare, lo Stato potrebbe essere accusato di «sfruttamento della prostituzione», ma se decidesse di non pagare, risulterebbe un evasore. Senza contare l’assenza di tutele: «Non ho né sindacato né assicurazione». Eppure, spiega, i rischi non mancano. Qualche esempio? «Una volta quasi mi arrestano, sono stato chiamato da una donna sotto protezione, vedova di un boss mafioso. Non mi aveva detto niente». E poi «lavoro spesso con i tradimenti», con i «finti matrimoni», «a volte mi chiedono anche di andare con l’amante del marito». Il gigolò marchigiano ha anche chiesto aiuto a Maria Pia Covre di Pordenone, famosa per le sue battaglie a favore delle prostitute e contro racket e sfruttamento. Roy sa bene che il suo è un «mestiere» che, paragonato a quello delle «colleghe», comporta rischi inferiori. «Ma proprio per questo nei confronti della “categoria” sarebbero necessarie tutele da parte dello Stato». Inoltre, se la prostituzione diventasse mestiere ci sarebbero benefici anche per le casse pubbliche, sottolinea. «Si pensi solo che il 70 per cento delle escort sono straniere e i soldi li spediscono in patria».
Il tariffario dell’accompagnatore maceratese spazia dai 500 (più rimborso spese) ai 2.500 euro a serata. Al mese «sono circa 8-10mila euro». «Guadagno come un manager, euro più, euro meno». Ma per Dolce non è solo una questione di sesso. «Bisogna essere un po’ psicologi. Spesse volte le donne arrivano da me con le lacrime e se ne vanno con un sorriso. Ecco, da questo punto di vista il mio è un mestiere “socialmente utile”».
Sulla sua vicenda Roy ha anche scritto un libro: «Un’immagine allo specchio», il titolo. Del suo caso si è interessata anche Italia1, «e mi hanno pure chiesto di fare l’Isola dei famosi, ma io non vado tre mesi a fare il buffone per sputtanarmi. In tv ci vado solo per parlare del mio lavoro. Non ho paura a metterci la faccia». Scordatevi American gigolò.
L’azienda Italia, specializzata in complicazione affari semplici, è riuscita a dare crucci anche ai Richard Gere di casa nostra. Così, dopo essersi garantito l’accesso ai nostri conti correnti, il fisco si è messo anche a sbirciare nel buco della serratura.