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 2013  agosto 14 Mercoledì calendario

«IO, RIDOTTA IN SEDIA A ROTELLE DAL MIO EX. EPPURE IN PAESE CONTINUANO A DARE RAGIONE A LUI»

Si avvicina al tavolo del salotto sulla sedia a rotelle, la usa con confidenza. Filomena De Gennaro ha 35 anni e ha appena mandato i due gemellini fuori a giocare con il papà, capitano dei carabinieri. Non ha l’uso delle gambe, dal 13 gennaio 2006. Gliel’ha tolto l’ex fidanzato. Non accettava di essere lasciato da una donna con cui si era fidanzato in casa. L’ex, colpevole di tentato omicidio premeditato in tre gradi di giudizio, dallo scorso marzo è un uomo libero. «Io, ridotta da lui su una carrozzella, sono stata riformata dai carabinieri ». Sognava di diventare maresciallo da quando era bambina.
Chi è il suo ex fidanzato, Filomena?
«Marcello Monaco, 38 anni, cresciuto in un paese di cinquemila abitanti in provincia di Foggia, la ridente Stornarella. Due fratelli, una sorella e un padre che non ha mai consentito alla moglie di uscire di casa, neppure per fare la spesa».
Perché si è fidanzata con Marcello Monaco?
«Perché avevo sedici anni, perché viveva dietro casa di mia nonna. Siamo cresciuti insieme e sembrava un bravo ragazzo».
In dieci anni da fidanzati ha mai alzato le mani?
«Mai. Mi ha solo cornificata più volte, l’ho saputo dopo».
Lei, diplomata, decide di salire a Roma per laurearsi.
«Sì, e Marcello resta al paese. Mi ha dato il permesso di salire, ma l’avrei
fatto lo stesso. Ho sempre avuto le idee chiare, in casa mi chiamavano la marescialla».
Dopo quattro anni, lei psicologa, Marcello la raggiunge.
«Contro voglia. Roma non gli piaceva, aveva nostalgia. A Stornarella la sua è una delle famiglie più numerose. Per due anni ha fatto la guardia giurata, ma non voleva lavorare di notte, il sabato, la domenica. Dopo due anni è tornato a casa, iniziai a capire che i nostri sogni erano distanti ».
A Roma parte il primo concorso per carabinieri donne.
«Migliaia di candidati, ce l’ho fatta il secondo anno. Inizio a frequentare la scuola di Velletri».
Dove conosce il suo attuale marito.
«Sì, è il mio istruttore. Allora un tenente ».
Ottobre 2005, al suo fidanzato cosa dice?
«Che non provo più amore, che
volevo una vita diversa».
Come la prende?
«Non l’ha mai accettato. Mi chiamava: torna qui, tu devi stare con me.
Non
sopportava di essere stato lasciato. Con sua madre aveva programmato il fidanzamento, il matrimonio. Mi avrebbe voluto in casa, ad accudire».
La situazione precipita.
«Sotto le feste di Natale. Ricevo una telefonata che mi spaventa. Marcello mi racconta di una visione avuta dalla zia, una veggente. Mi parla di un’oscura presenza al mio fianco ».
Il capitano dei carabinieri?
«Non eravamo fidanzati, lo conoscevo poco».
Poi?
«Il sei gennaio, l’Epifania, lui è di nuovo a Roma. Suona al citofono, non gli apro. Al telefono lo convinco a tornare a casa».
Una settimana dopo è di nuovo a Roma. Armato.
«Mi voleva parlare un’ultima volta. Ho accettato di salire in auto con lui, vicino alla fermata della metropolitana. Il mio istruttore era appostato vicino a casa, dietro un furgone. Per un’ora Marcello mi dice che devo sposarlo, rispondo che è finita. Apro la portiera e corro via. Mi segue, con un piede blocca il portoncino e tira fuori la pistola. Mi scarica addosso i primi colpi, crollo sanguinante. Gli dico: “Ti prego, fermati”. Lui: “O mia o di nessuno”, e finisce il caricatore».
Un proiettile bucò i due polmoni e lesionò il midollo.
«Da allora vivo su una sedia a rotelle, da dove cresco due bambini. Il mio istruttore venne a trovarmi in ospedale tutti i giorni. È lì, in una corsia di ospedale, che ci siamo innamorati. Mi raccontò come quel giorno, sull’uscio di casa, intervenne e fermò Marcello sparandogli alla milza ».
Che è successo, poi?
«Il mio ex è stato condannato a undici anni e otto mesi, ne ha scontati sette. Il giorno dopo la scarcerazione, il 21 marzo, si è presentato a Stornarella. Si vede, tranquillo, con gli amici. Lo vede con dolore mia madre, lo vede mio fratello. E lui non ha mai detto una parola che somigli a un pentimento».
Lei?
«Ho sposato il mio istruttore, ho incassato 40 mila euro di risarcimento dei 350 mila dovuti e grazie a Veltroni l’imprenditore Toti mi ha regalato questa casa. A Stornarella, sa, le donne dicono che io faccio la star in tv. E lui, il bravo ragazzo che voleva uccidermi, per colpa mia s’è fatto pure il carcere».