Daniela Uva, Lettera43 13/8/2013, 13 agosto 2013
LADRI DI CAPELLI
Si nascondono per le strade di Caracas e Maracaibo. Camminano tra la folla armati di forbici. Non appena vedono una signora con i capelli lunghi entrano in azione. E tagliano alla malcapitata qualche ciocca di capelli. Quindi la rivendono ai parrucchieri, che la riutilizzano per fare le extension alle loro clienti.
In Venezuela li chiamano Piranha e vengono additati come veri e propri criminali. Il fenomeno è diventato talmente preoccupante da aver spinto le autorità nazionali ad avvertire signore e ragazze di stare molto attente quando decidono di uscire di casa con i capelli sciolti. L’agenzia di stampa Informe 21 ha scritto che «i ladri, nelle vicinanze o dentro i centri commerciali, con la minaccia delle armi costringono le donne a legare i capelli in una coda di cavallo in modo da poterli tagliare più facilmente».
I Piranha preferiscono le chiome lisce, perché sono quelle più richieste dai saloni di bellezza e, dunque, permettono maggiori profitti. Un parrucchiere di Caracas, Jonathan Morales, ha spiegato: «L’uso delle extension in Venezuela negli ultimi anni è aumentato del 30%. Il furto di capelli può essere quindi spiegato con l’aumento della domanda di materiali utili per creare queste ciocche».
Il prezzo varia in base alla lunghezza, alla qualità e al colore, ma «le extension naturali valgono molto di più di quelle artificiali». I capelli sintetici costano fra 40 e 160 dollari. Per acquistarne di veri, invece, bisogna spendere fino a 500 dollari.
Di recente è stata una delle vittime dei Piranha a raccontare la propria disavventura. Si chiama Mariana Rodriguez e tre mesi fa è stata avvicinata da due donne armate di forbici all’interno di un centro commerciale di Maracaibo. «Avevo paura che mi volessero rubare il cellulare, ma poi sono stata minacciata e le due donne mi hanno tagliato i capelli», ha raccontato a un’emittente televisiva locale.
Intanto i furti vanno avanti e adesso a temere per le proprie chiome sono anche i turisti. Per questo le autorità del Paese, spaventate dalla possibilità che questo fenomeno possa contribuire a diffondere un’immagine negativa del Venezuela, hanno promesso battaglia.