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 2013  agosto 05 Lunedì calendario

Zelda Fitzgerald, ricoverata nella clinica psichiatrica dell’ospedale della Johns Hopkins University di Baltimora, incoraggiata dalla dottoressa Mildred Squires come terapia per curare la schizofrenia, scrisse Save me the Waltz

Zelda Fitzgerald, ricoverata nella clinica psichiatrica dell’ospedale della Johns Hopkins University di Baltimora, incoraggiata dalla dottoressa Mildred Squires come terapia per curare la schizofrenia, scrisse Save me the Waltz. Nella storia di Alabama, figlia d’un giudice del sud, proprio come Zelda, c’erano situazioni che la donna aveva vissuto con il marito, Francis Scott Fitzgerald: dalla spaziosa stanza numero 21 del Biltmore Hotel di New York alle acque azzurre del Mediterraneo presso St-Raphael. Una volta finito, spedì il manoscritto direttamente all’editor Maxwell Perkins. Tutto ciò fece imbestialire il marito: «Dio mio, i miei libri hanno fatto di lei una leggenda e la sua sola intenzione con questo semiacquoso ritratto è di rendermi una nullità. Ecco perché spedì il libro direttamente a New York». Lo scrittore si lamentava in particolare del fatto che luoghi e momenti descritti dalla moglie nel libro appartenevano a lui, li aveva generati scegliendo i posti e saldando i conti per andarci. Zelda non aveva il diritto di plagiarli: erano destinati al romanzo su cui lui lavorava da sette anni. Alla sfuriata di Fitzgerald con la psichiatra, Zelda rispose sottomessa spiegando di aver inviato il dattiloscritto direttamente all’editor Maxwell Perkins per non distrarre il marito dalla scrittura: «Scott, ti amo più di qualsiasi cosa al mondo e mi sento una miserabile per averti offeso... per favore amami – la vita è tanto confusa, ma io ti amo». Fitzgerald riottenne il dattiloscritto, si trasferì da Montgomery in albergo a Baltimora ed estorse a Zelda tutte le modifiche che considerò necessarie. Un mese dopo, Maxwell Perkins ricevette la nuova versione e fu quella definitiva: il romanzo uscì nell’ottobre del 1932, vendette 1.500 copie, fu sminuito o ignorato dai critici, che lo considerarono il tentativo di una moglie intrigante di assicurarsi un po’ di celebrità all’ombra del marito.