Marco Bardesono e Gianni Santucci, Corriere della Sera 13/8/2013, 13 agosto 2013
SEQUESTRATI I «TESORI» DI LIGRESTI: HOTEL, GOLF E CHALET DEGLI ASBURGO
MILANO — Le piante sono sterpaglie secche, bruciate dal sole d’agosto. A terra, bottiglie di birra fracassate. Vetrate imbrattate dai graffiti. Se la decadenza di un impero si giudica (anche) dai particolari, i segni concreti della rovina sono qui: «Atahotel Fiera Milano», un tempo albergo di lusso, sette piani e centinaia di camere. Oggi dismesso, abbandonato, trasandato. E sequestrato. Perché secondo i calcoli della Procura di Torino quell’hotel di viale Boezio, zona centrale ed ex distretto business di Milano, vale ancora 23 milioni di euro. Per questo è finito nel maxi sequestro — in totale 251 milioni e 600 mila euro — ordinato ieri dai magistrati come ultimo atto dell’inchiesta su Fonsai e sulla famiglia di Salvatore Ligresti.
Negli altri «gioielli» dell’Atahotels, gli ospiti continuano invece a godersi le vacanze: il decreto del gip Silvia Salvadori riguarda solo la proprietà, e non la società di gestione. I sigilli gravano comunque sul «Principi di Piemonte» (storico hotel di lusso nel centro di Torino che ha ospitato, tra gli altri, Federico Fellini, Liz Taylor e Madonna — valutazione di mercato: 38 milioni), sul «Naxos Beach» di Taormina (valutazione: 64 milioni), sul «Golf Hotel» di Madonna di Campiglio (antico chalet degli Asburgo, 37 milioni) e sul «Varese» (nell’omonima città lombarda, 53 milioni).
L’operazione è scattata in base al principio del «sequestro per equivalente». In pratica la magistratura congela una somma che, secondo i calcoli degli investigatori e dei periti, è pari al danno provocato al titolo azionario di Fonsai, e quindi ai soci e ai risparmiatori, a causa dei reati al centro dell’inchiesta. Per la famiglia Ligresti (Salvatore e i tre figli Jonella, Giulia Maria e Paolo) e per tre manager dell’azienda si ipotizza una manipolazione del mercato che risale al 2011. Un portavoce della società spiega: «Fondiaria-Sai, oggi parte del gruppo Unipol, ritiene assolutamente non condivisibile, per la parte a lei relativa, il provvedimento di sequestro odierno. La Società provvederà ad adottare tutte le azioni per tutelare i suoi interessi e quelli dei suoi azionisti». Fonsai è sotto inchiesta come persona giuridica e per questo sono scattati i sequestri degli alberghi che, secondo il gip, acquistò con un’operazione «alquanto discutibile», perché «priva di profili di convenienza», in quanto Atahotels si sarebbe poi rivelata «una scatola piena di debiti prospettici».
Una capitolo diverso, e un altro pezzo dell’impero, riguarda invece i beni personali della famiglia. E qui bisogna tornare allo scorso 7 febbraio. Quel giorno gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Torino entrano in casa di Giulia Maria Ligresti: trovano fatture, documenti e alcuni appunti, in varie agende, segnati come pegasus, bollette pegasus, problemi pegasus. Quei fogli entrano negli accertamenti sulla società che porta quel nome, Pegasus spa: è in mano a una fiduciaria e gestisce 32 villette super lusso vicine allo stadio San Siro di Milano. Gli investigatori della Finanza, secondo quel che si legge nel decreto di sequestro richiesto dai pm Nessi-Gianoglio, trovano i fili che riconducono la società alla famiglia. Tra quelle ville anche Salvatore Ligresti e le due figlie hanno delle residenze: a loro sono intestati tre contratti d’affitto per 230 mila e 132 mila euro. A chi pagano? Alla Pegasus, la loro società. L’intero complesso immobiliare vale comunque 13 milioni e mezzo e viene sequestrato. Gli ultimi rivoli dell’impero che finiscono sotto i «sigilli» dei magistrati sono tre polizze assicurative (intestate a Salvatore, Jonella e Giulia Maria) che hanno in pancia 9,2 milioni. Più 61 conti correnti (in totale) dei manager Fausto Marchionni, Antonio Talarico ed Emanuele Erbetta.