Luca Geronico, Avvenire 13/8/2013, 13 agosto 2013
ORE D’ANSIA PER PADRE DALL’OGLIO
Voci, solo voci, senza possibilità di verifica ma che accrescono l’angoscia sulla sorte di padre Paolo Dall’Oglio. Segnali confusi e contraddittori che ieri mattina si sono aperti con una vera stilettata alle speranze di una soluzione positiva: padre Paolo Dall’Oglio sarebbe stato «ucciso» a Raqqa. Il sito arabo Zaman Alwasl riportava le dichiarazioni di Lama al-Attasi del Fronte nazionale siriano, uno dei gruppi che gravitano attorno la Consiglio nazionale siriano. «Un ufficiale dell’Esercito libero siriano – si legge nella versione in inglese – ha confermato l’esecuzione di padre Paolo Dall’Oglio» a Raqqa. La Attasi, afferma il breve testo, «ha accusato l’intelligence di Assad di essersi infiltrata nelle fila dei gruppi islamici e di aver contribuito all’omicidio». Per questo «il regime di Assad dovrebbe assumersene la piena responsabilità». Accuse precise e chiare, ma nessun dato che possa confermarne la veridicità.
Una voce presto rimbalzata nei titoli di tutti i notiziari in un lungo pomeriggio di angoscia per la sorte del gesuita italiano con cui si sono persi i contatti dallo scorso 29 luglio mentre era nei dintorni di Raqqa. Secondo ricostruzioni, mai confermate, il sacerdote italiano sarebbe stato rapito da uomini dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Secondo altre ipotesi sarebbe impegnato in una difficile mediazione: si ipotizza che stesse trattando la liberazione di alcuni ostaggi, forse dei giornalisti, o forse del vescovo siro-ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e il greco-ortodosso Boulos al-Yazigi, rapiti il 22 aprile. Una terza ipotesi è che volesse trattare una riconciliazione fra gruppi jihadisti e i curdi.
Subito la Farnesina ha invitato a «estrema cautela» per una indicazione che non trova «alcuna conferma». Uguale prudenza dal Vaticano: il vicedirettore della sala stampa vaticana padre Ciro Benedettini dichiarava di non avere informazioni dirette. «Qui c’è anche una guerra tra notizie che subiscono continue smentite, bisogna fare attenzione », spiegava poi il nunzio apostolico in Siria, Mario Zenari, che non nascondeva la sua preoccupazione. Una preoccupazione condivisa pure dal premier Enrico Letta: «Non c’è nessuna conferma. Ovviamente siamo tutti trepidanti per una informazione che è arrivata dalla Siria. Siamo alla ricerca di informazioni e di contatti ogni minuto, in contatto continuo con la Farnesina e i servizi», dichiarava.
Intanto il tam tam dei social network rimandava segnali meno meno cupi: Jad Bantha, l’attivista che nei giorni scorsi aveva segnalato per primo il rapimento di padre dall’Oglio smentiva, sempre tramite Twitter la notizia pubblicata da Zaman Alwasl: «Quelli che parlano della morte di padre Paolo sono senza morale e irresponsabili. Cercano solo di attirare l’attenzione». Da Beirut Friedrich Boken, presidente della ong “Relief and reconciliation for Syria” dichiarava ad Avvenire che «c’è una speranza» che il gesuita sia vivo. Salam Kawakibi, esponente dell’opposizione siriana all’estero dichiarava all’Ansa di aver avuto poche ore prima un colloquio con una fonte attendibile e che Dall’Oglio è vivo, tuttora «ospite » del gruppo dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante.
Mistero fitto, ma si continua a sperare anche a Raqqa dove – riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria – gli abitanti hanno tenuto diverse manifestazioni nelle ultime settimane per chiedere il rilascio di centinaia di persone scomparse, tra i quali padre Paolo Dall’Oglio.
*****
DALL’OGLIO, LE TAPPE -
27 luglio: Dall’Oglio invia un’email alla famiglia da Raqqa, nel nord della Siria, dove è entrato dalla Turchia. Su Facebook posta un messaggio in arabo dicendo di essere arrivato nella città per compiervi «una missione».
29 luglio: Si diffonde la notizia di un sequestro da parte di un gruppo islamico, avvenuto tra il 28 e il 29 luglio. Secondo alcuni attivisti il gesuita avrebbe dovuto incontrare Abu Bakr al-Baghdadi, capo dello «Stato islamico in Iraq e nel Levante» per negoziare il rilascio di alcuni ostaggi.
31 luglio: Secondo alcuni attivisti Dall’Oglio «non è stato rapito, ma ha sospeso ogni contatto con l’esterno nell’ambito dei negoziati». Per la Farnesina rimane «irreperibile».
9 agosto: «Brancoliamo nel buio», ammette Bonino spiegando che ci «sono molte voci che si accavallano, vanno verificate e a volte risulta che erano solo fumo o depistaggi». Nello stesso giorno circola la voce di un sms inviato da padre Dall’Oglio, notizia mai confermata.