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 2013  agosto 11 Domenica calendario

LA COMMISSARIA DI DIO ANTI-BERTONE DAL TWEET FACILE

Il suo twitter da alcune ore ha sospeso le trasmissioni. Ma di cinguettii Francesca (Immacolata) Chaouqui, la trentenne “lobbysta di Papa Francesco”, chiamata da Bergoglio a far parte della commissione che dovrà vigilare sulle finanze della Santa Sede, ne ha seminati abbastanza da far impallidire più di un porporato. Prima che scomparissero sono stati immortalati da alcuni sui followers (noi compresi), dal sito “ilvaticanista.it” e dal Giornale che ieri ne ha voluto ripubblicare una antologia, una sorta di “best of”, scegliendo tra i più gustosi della giovane “pr”, già dipendente dello studio Orrick e di Ernst & Young ma fino a poche settimane sconosciuta ai più. Ce ne è persino per l’ex ministro Tremonti. E ce ne è in abbondanza per Bertone, uno dei più bersagliati dalla twit-Chaouqui. “Corrotto. Pare che ci sia di mezzo l’archivio segreto e un’azienda veneta”, spiffera un tweet del 1 marzo 2012. E un anno dopo, il giorno delle dimissioni di Benedetto XVI: “Ha vinto Bertone. Da credente semplicemente delusa”. A papa Ratzinger la Chaouqui si dice molto legata. “Confermo: è affetto da leucemia da oltre un anno, @_Dagospia_ ha ragione”, twittava il 29 febbraio dell’anno prima. Qualcuno dice che proprio lei sia stata in più occasioni fonte segreta sulle cose vaticane. Di Dagospia. E non solo. “Ma figuriamoci: si era dimesso un papa chi è che non ha detto la sua i quei giorni”, si schermisce la giovane “pr” del Vaticano. Derubricano alcuni vecchi tweet a semplici considerazioni di una ragazza qualunque che allora non poteva immaginare di diventare commissaria del papa e altri a “manipolazioni della stampa”. “Ci sono persino dei fotomontaggi”, assicura. Versione, in attesa di riscontri, accreditata anche dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi che pure minimizza: “Nessun commento particolare su quanto pubblicato dal Giornale. Non mi sembra che ci siano cose che non si sapessero già. Ma è da verificare che siano tutte vere”.
Quale migliore difesa per Chouqui che lasciare aperto il profilo twitter? “Devo evitare le strumentalizzazioni che attraverso la mia persona possano danneggiare l’opera del Santo Padre”, spiega sottovoce lei. “Ma, mi raccomando perché io con la stampa proprio non posso parlare”. In realtà, di amicizie nel mondo giornalistico e negli ambienti che contano, la “ragazza qualunque” diventata consigliera di Bergoglio, ne vanta parecchie. Un personaggio sorprendente. Che fin da giovanissima nutre passione per la Santa Sede. Partita da San Sosti, piccolo comune della Calabria, la ritroviamo 22enne a Roma che, nel 2005, porta a papa Wojtyla prossimo alla morte un mazzo di fiori, a nome degli studenti della Sapienza. Laureata, ma mai diventata avvocato. Nel curriculum si vanta di insegnare a un master della Luiss, nell’elenco dei docenti non risulta e e l’università romana, interpellata dal Fatto, risponde di non essere in grado di confermare che abbia mai tenuto lezioni.
Nel prestigioso studio Orrick, entra come addetta alle pubbliche relazioni. Ma ne esce alcuni mesi fa. Subito dopo aver seguito con slancio il finanziere Alessandro Proto, quello che voleva comprare il Corriere e anche il Fatto, nell’ultima avventura: l’acquisto di Pubblico. Allo studio Orrick ricordano malvolentieri quella storia. E fin dall’inizio – raccontano – erano perplessi ad accogliere uno così. Mentre Chaouqui, da brava pr, continuava ad accreditarlo presso i giornalisti. “Io prendo sempre a cuore il mio lavoro”. Una che mette passione nelle cose. Ma nessuno avrebbe immaginato che potesse arrivare così in alto. Unica donna e italiana chiamata a far parte della commissione istituita da Bergoglio il 18 luglio scorso. Fu lei stessa a darne notizia ai colleghi della Ernst & Young con una mail in cui comunicava anche i numeri di cellulare degli altri sette che con lei avevano appena ricevuto il delicato incarico. Con tanto di chirografo firmato dal Papa. “Difficile che qualcuno possa mettere in discussione un atto di una tale forza”, si conforta la giovane “pr” finita nel mirino.
“Abbiamo un papa che dice che c’è la lobby gay in Vaticano e ci indigniamo per una ragazza che esprimeva in tempi non sospetti le sue idee? Averla chiamata a fare pulizia è una delle scelte coraggiose di questo pontificato”, la difende Gianluigi Nuzzi, il giornalista confidendete dei “corvi”, che rivelò le segrete carte sottratte da Paolo Gabriele all’appartamento vaticano. Una delle amicizie scomode e preziose a un tempo stesso della giovane consigliera del nuovo papa. Un’altra è Marco Ansaldo, vaticanista di Repubblica che pure pubblicò un’intervista a un corvo. Dalle fattezze femminili, in questo caso. “L’ho conosciuto un anno e mezzo fa allo Young leaders program organizzato in Turchia”, spiega Chaouqui. Fu lui, dopo la nomina di Bergoglio, a dedicarle un ritratto molto lusinghiero. In cui rivelava la devozione della giovane “pr” a Escriva de Balaguer. Ma non è detto che sia quella ad aver contato di più per la giovane commissaria del Papa.