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 2013  agosto 11 Domenica calendario

SAVIANO SE LA FA GIÀ SOTTO «SE C’È MARINA, SCAPPIAMO»

«Fuitevenne ’a Napoli», diceva Eduardo De Filippo. «Fuitevenne » da Marina, scimmiotta Roberto Saviano. L’autore di Gomorra (Mondadori) e Zerozerozero (Feltrinelli) non ha resistito alle voci sulla possibile candidatura della primogenita di Silvio Berlusconi. E ieri mattina ha twittato: «Se Marina Berlusconi ottenesse un incarico pubblico, seguirebbe le sporche impronte del padre. Torna in mente Eduardo: “Fuitevenne”». Cioè fuggitevene, come ebbe a dire Eduardo di una Napoli senza speranze. Non è chiaro se lo scrittore intendesse che i Berlusconi se ne devono andare (il padre peraltro è al momento orbo di passaporto) o se si riferisse agli italiani, incitandoli alla ritirata in caso di discesa in campo di Marina. Il personalissimo augurio (la presidente Mondadori ieri ha festeggiato 47 anni) ha provocato reazioni irriferibili nello staff. Ed è l’ennesima tappa di una querelle che risale a quando l’ospite fisso di Fabio Fazio pubblicava con la casa di Segrate (Gomorra, tradotto in 43 Paesi, più le raccolte di scritti La bellezza e l’inferno e La parola contro la camorra, quest’ultimo con Einaudi).
Dal 2006 Saviano si accredita come firma di punta di Repubblica, buon ultimo di una schiera di penne che pubblicano col Cav e sputacchiano sul piattino. Nel 2010, l’allora premier dice in conferenza stampa che «la mafia italiana risulta la sesta nel mondo, ma è la più conosciuta grazie al supporto promozionale che ha ricevuto dalle serie tv come “La piovra” e anche dalla letteratura, comecon “Gomorra”». Saviano è lesto: accusa Berlusconi di volerlo «zittire», gli chiede di scusarsi e accenna l’ipotesi dell’addio con martirio ideologico annesso. «Pensavo che Mondadori ed Einaudi avessero gli strumenti per convalidare anche posizioni forti, correnti di pensiero diverse. Dopo le sue parole non so se sarà più così ». Marina risponde a Repubblica: «E perché? Che cosa è cambiato? Silvio Berlusconi non può permettersi di criticare un’opera edita dalla Mondadori? Mi pare che Saviano non riesca a distinguere tra una libera e legittima critica e una censura». Lui replica: «da intellettuale » vede le cose in modo diverso, e quella del Cav non è critica ma intimidazione. Nel frattempo, è dibattuto sulle sue decisioni. Nel dubbio, escono altre edizioni di «Gomorra», compreso un audiolibro con 7 Cd, sempre con Mondadori. A gennaio 2011 riceve la laurea honoris causa in Giurisprudenza dall’università di Genova e sceglie l’alzo zero: «La dedico ai magistrati Boccassini, Sangermano e Forno, che stanno vivendo momenti difficili solo per aver fatto il loro mestiere di giustizia ». I tre sono i titolari dell’inchiesta Ruby, per la quale Berlusconi è stato recentemente condannato in primo grado a sette anni. Marina imbraccia la doppietta: «Mi fa letteralmente orrore che una persona come Saviano, che ha sempre dichiarato di voler dedicare ogni sua energia alla battaglia per il rispetto della legalità, sia arrivata a calpestare tutto quello per cui ha sempre proclamato di battersi». C’è già chi arriva a ipotizzare futuri scontri politici. Passano quattro giorni e l’icona anti-camorra (che nel frattempo non scrive più libri) rilascia un’intervista al Corriere della Sera in cui conferma il ventilato passaggio a Feltrinelli. E non rinuncia al duello totale, farcito di demagogia a costo zero: «Una cosa è la proprietà, un’altra l’editore. Marina ha sentito la necessità di intervenire sulle mie parole su una questione politica. La mia dedica ha generato in lei “orrore”, ma non mi risulta che in questi anni le abbiano fatto orrore molte cose terribili avvenute in questo Paese». Nel 2012, dopo aver paragonato Fini a Matteotti, in un altro articolo su Repubblica impartisce a Marina una lezione di diritto e ripete la tesi sulla «macchina del fango» dopo una convocazione alla procura di Palermo: «Per lei e la sua famiglia, anche se in estremo ritardo, è giunto il momento di rispettare le istituzioni». Il resto è storia d’oggi, col tweet sulle «sporche impronte»che Marina seguirebbe, se succedesse al padre in politica, e l’invito alla fuga. Che in realtà suona come una chiamata alle armi, e come la conferma di una certa paura che la pargola finisca davvero per prendere il posto del padre, e rompere le scatole a tanti come ha fatto lui. Assieme all’inconfessabile desiderio che il nemico si prolunghi con lo stesso nome, e si possa continuare la guerra: dal Cav alla Cav.
Martino Cervo

OGGI FESTA CON IL CAV A VILLA CAMPARI –
Compleanno sul lago. È la festa che ha organizzato oggi il Cavaliere a Villa Campari per i 47 anni compiuti il 10 agosto dalla figlia Marina, che ha già soffiato ieri sulle candeline assieme al padre, raggiunto nel pomeriggio ad Arcore dalla Provenza. La famiglia si riunisce a Lesa, sul Lago Maggiore, per celebrare con tutti i fasti l’amatissima primogenita, tra gli arredi liberty delle trenta stanze della villa e il parco “pettinato” come un campo di golf.
Doveva essere anche un summit politico propedeutico alla discesa in campo di Marina, che però per il momento è stata congelata dalla Cavaliera, per volere di papà. Sebbene anche lei fosse sempre stata piuttosto recalcitrante all’idea dell’impegno politico, stavolta era pronta. Per riscattare il padre, confidano dall’entourage di Berlusconi, e per salvare il patrimonio imprenditoriale di famiglia da un eventuale nuova offensiva della magistratura, data praticamente per scontata dai Berluscones. Era talmente pronta, Marina, da aver già avviato il found-raising, sondando la disponibilità di alcuni imprenditori a sostenere la campagna elettorale della sua candidatura prevista già per settembre, in coincidenza con la rinascita di Forza Italia, in caso di crisi di governo e voto anticipato.
Questo era lo scenario che si stava materializzando, con l’approssimarsi dell’esecuzione della pena detentiva nei confronti di Berlusconi, nel caso non intervenga un tempestivo provvedimento di grazia di Napolitano. Ma la primogenita, in accordo con il padre, ha fatto dietrofront, facendo trapelare sul Corriere della Sera la sua intenzione di continuare a occuparsi della Fininvest. «È vero: questo Paese, questa democrazia ferita hanno disperato bisogno di un Berlusconi», ha ammesso Marina, precisando però che «c’è, si chiama Silvio, e non molla». E ha tenuto a chiarire: «Il mio posto è qui, nelle aziende, a maggior ragione in una situazione complessiva così delicata».
Già in passato era circolata l’ipotesi di una sua discesa in campo. Nel novembre 2012, ad esempio, quando si era fatto il suo nome per le primarie del Pdl e ancora un anno prima. Da ultimo, lo scorso giugno. Tra i pasdaran berlusconiani, in particolare tra le “amazzoni”, sono molti i fan di Marina, che oltre a essere una Berlusconi è anche considerata una delle donne più potenti del mondo nelle classifiche di Forbes. Ma nel Pdl non mancano, anche tra i falchi, i contrari a un passaggio dinastico del testimone, tutt’altro che campato in aria. Marina, però, ha di nuovo ribadito che si tratta «ipotesi suggestive ma non percorribili». Per il momento.
Barbara Romano

«NON RIPETERÀ GLI SBAGLI DI SILVIO» –
«Più Evita Peron che Sonia Gandhi». È il profilo politico di Marina Berlusconi tracciato da Luigi Bisignani, l’uomo che sussurra ai potenti. Nel suo libro omonimo, scritto con Paolo Madron e pubblicato da Chiarelettere che, all’undicesima edizione, ha superato le 100mila copie, aveva previsto che le vicende giudiziarie del Cavaliere lo avrebbero portato a rifondare Forza Italia coi suoi fedelissimi. La sua prima collaboratrice è proprio la figlia maggiore. Intanto, rileva, «da febbraio ad ora, la situazione è peggiorata».
È sicuro quindi, che Marina Berlusconi scenderà in campo?
«Sono sicuro perché vedo sempre più difficile la posizione di Berlusconi. Nello sviluppo della candidatura di Marina,sarà fondamentale la condizione del padre. Lei ha sempre dimostrato di sapergli stare al fianco e di tenere la barra dritta, come nelle interviste, principalmente quella sul Corriere della Sera in cui attaccava Carlo De Benedetti. Credo che se, parlando di democrazia, guardiamo all’America e alle dinastie come quella dei Kennedy, non dobbiamo stupirci se da noi si ripete la dinamica».
Resisterà all’attacco giudiziario?
«Certamente continuerà la guerra giudiziaria nei confronti di Berlusconi. Finché in Italia non si faranno le riforme, sarà inevitabile. Ma Marina ha vissuto accanto a un uomo dal quale ha appreso la forza, il coraggio, la determinazione e ha anche capito tutto quello che non si deve fare. E non ripeterà quegli errori che hanno devastato l’immagine del Cavaliere. Mi dicono che è molto metodica, che a Mediobanca si preparava i dossier, chiedeva consigli, studiava».
Accuseranno anche lei di conflitto di interessi. Non ha tutto da perdere a fare la leader?
«Ad atti di guerra si risponde con atti di guerra, mi ripeteva spesso Francesco Cossiga. Quello di Marina si trasformerà in un atto di guerra, dovuto all’offensiva giudiziaria nei confronti del padre. E poi immagino la tristezza di dover andare nella casa paterna sul lago Maggiore a festeggiare il compleanno e non in Provenza. L’impossibilità di andare all’estero, per un uomo che saliva e scendeva dal proprio aereo privato, farà sì che si renderanno conto di cos’è la mancanza di libertà. Spero che non vi saranno né l’affidamento ai servizi sociali né gli arresti. Ma la situazione attuale è sufficiente a far nascere, nei figli, il desiderio di riscatto».
In tutti?
«È certamente benvoluta da Piersilvio, ma per quanto ne so anche dagli altri figli, nati dal secondo matrimonio. La vedono come la leader della famiglia. E così la famiglia, una famiglia normale, torna al centro della vita politica. In qualche modo, rappresenterebbe un rimedio agli errori commessi dal padre e un segnale di controtendenza. La Chiesa e questo Papa, che vedono la famiglia come il cardine della società, non potranno che apprezzarlo».
Non è che il padre stesso le sconsiglierà la carriera politica?
«Il padre sì, ma gli avvenimenti la consiglieranno. La storia di Berlusconi è protettiva nei confronti di coloro ai quali vuole bene. Tanto più se si tratta della sua prima figlia. Ripeto: sarà la condizione in cui si troverà a dare una spinta fondamentale a quella candidatura. Del resto una campagna politica che parte ad agosto, come quella che sta partendo in questi giorni, non è fatta per caso, ma per non far cadere l’attenzione».
E il Pdl, come reagirà?
«Berlusconi mi sembra finito nella gabbia di una voliera fra falchi, colombe e anche pitoni che strisciano per terra. Ormai si fida di una persona sola: Marina. Stravolto dagli eventi, non è più libero di usare il proprio intuito, che è stato fondamentale nella sua carriera imprenditoriale e politica. La personalità di Marina metterebbe a tacere tutti. Mal di pancia ce ne saranno, ma qualsiasi altra soluzione spaccherebbe irrimediabilmente il Pdl».
I consulenti di fiducia, Ermolli, Del Debbio, Benetton, invece, che le diranno?
«È tutta la squadra storica del primo Berlusconi. Nella quale Marina stessa partecipava molto attivamente. La mancanza di visibilità, l’assenza dalle tv, conta poco. Poi c’è la motivazione straordinaria di una figlia che difende il padre. Guardi quel che ha fatto Stefania Craxi per difendere Bettino e il risultato che ha ottenuto in poco tempo. Marina potrebbe fare ancora di più a mio avviso».
Andrea Morigi