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 2013  agosto 09 Venerdì calendario

DA DOMENICA IN REGALO «L’ARTE DI AMARE» DI ALBERONI

Professore, complimenti per il coraggio: con L’arte di amare lei torna a parlare d’amore in un periodo come questo, tra crisi eco­nomica e disagio sociale, tra declino della politica e nuovi egoismi. Non te­me il lancio di ortaggi?
«Di più: parlo di un amore che du­ra, proprio mentre tutti dicono che non può durare. Sì, serve corag­gio. Ma è lo stesso che mi sono dato 33 anni fa. Allora era la stagione delle comuni, de­gli hippies, del­l’amore libero, di Porci con le ali. Se­polte le parole “ti amo”. Io arrivai con Innamoramento e amore. In tanti mi diedero del ridicolo. Fu un successo mondiale».
Ma davvero l’amore può durare, ci crede sul serio?
«Apposta ho scritto questo libro in questo periodo. Per­ché anche adesso noto dalle mie esperienze che le persone continuano comunque ad inna­morarsi, a stare male per amo­re, persino ad ammazzare. An­co­ra oggi ci sono uomini e don­ne che riescono ad amarsi sem­pre, anche a distanza di tanto tempo. Non sono tantissimi, i casi. Ma è possibile. Non è vero che ci si innamora per sei mesi e poi arriva la monotonia. Abbiamo cop­pie che conti­nuano a vive­re la loro pas­sione dopo vent’anni di matrimonio, trovando sempre la stessa gioia della pri­ma volta. Con­tinuano a piacersi pro­prio».
Via, ci sveli la formula.
«Mi vuole smontare il li­bro?».
Non può te­nerci così sulla corda.
«Diciamo questo: solita­mente, si scri­vono libri che parlano di amore con ab­bondanza di poesia e di retorica, oppure di sesso con pesante sbraco di vol­garità. Credo di poter dire che in questo libro si ritrovino amore e sesso raccontati con lo stesso lin­guaggio, uniti come declinazio­ni dello stesso fenomeno. Di tut­ti i miei libri, dopo Innamora­mento e amore, penso proprio che questo sia il più originale».
Lei ci racconta che l’amore può durare. Perché il più del­le volte non dura?
«All’inizio i due sono come chiusi dentro una bolla, dove ciascuno si muove con natura­lezza, semplicità, adorazione, candore, verità, stupore. Col passare del tempo, la bolla comincia a denunciare qualche fessura, e proprio da lì entrano le brutture del mondo esterno. Lentamente,l’incantesimo vie­ne distrutto. Nell’ultima parte del libro provo a spiegare come far sì che la bolla resti a tenuta stagna. Però senza imporsi niente, senza pesanti sacrifici. Quella bolla è l’unico posto do­ve si sta bene, niente deve esse­re peso e costrizione».
È vero che la gente in fondo ha paura a parlare d’amore?
«Trent’anni fa ne era terroriz­zata. Adesso no, ne parla: però spesso a sproposito. Non a caso registrano successi planetari i li­bri del genere Cinquanta sfu­mature».
Si dice che l’informatica ab­bia cambiato anche il nostro modo di amoreggiare: sms, chat, social-network...
«Io penso che un cretino chatti da cretino, mentre una persona intelligente chatti da intelligen­te. Cambiano gli strumenti, non l’amore. Certo, la vera novità è la facilità con cui si possono fare nuovi incontri. Adesso basta un banale contrasto con il partner e subito in rete si trovano mille al­ternative. Così, scattano i tradi­menti. Ma mi creda: per quanto evoluta, la coppia resta vulnera­bile e indifesa di fronte al tradi­mento. Anche tutti questi discor­si sulla fine del matrimonio, sul tramonto della coppia tradizio­nale, sulla poligamia e sulla liber­tà del legame aperto: casualmen­te, quando una donna e un uo­mo vengono traditi, continuano ad andare in crisi».
Più bello l’amore giovanile o l’amore babbione?
«L’amore è uguale a vent’an­ni e a sessanta. Così come in Ci­na e in Perù».
Se non si mette a ridere, le vorrei sottoporre un paio di eterni dilemmi, tratti diret­tamente dal libro dei luoghi comuni.
«Quello che vuole».
In amore vince chi fugge?
«Ci sono due categorie uma­ne. C’è chi davanti a un partner sfuggente, magari pure civet­tuolo, si sente ancora più attrat­to. Ma c’èchi davanti a un simi­le compagno si disillude. Cia­scuno di noi sa a quale catego­ria appartiene».
Esiste l’amore eterno?
«Esiste l’amore che dura tan­tissimo».
Chiedo scusa per l’ultima: è una lagna, ma ce la portia­mo dietro da quarant’anni. Amore significa non dire mai mi dispiace?
«Una cretinata. Nell’amore vero si può e si deve dire qualun­que cosa, sempre, liberamen­te».
Ma esiste nella realtà un esempio pratico di amore che dura, così come lo inten­de lei?
«Ne conosco tanti. Se vuole restare nel campo dei volti noti, le dico Carmen Russo e Enzo Pa­olo Turchi. Stanno insieme da vent’anni, si amano come il pri­mo giorno, hanno fatto pure un bimbo. Li conosco, so quello che dico».
Professore, mi faccia finire con il domandone. Anche questo me lo porto dietro da tanti anni.
«Sentiamo anche il doman­done».
Ma perché lei, docente e in­tellettuale, ha finito per specializzarsi in amore, ri­schiando d’essere incasella­to nella posta del cuore?
«Io ho vissuto la guerra. Ho vi­sto la gente combattere per le ideologie, per queste grandi passioni fanatiche come il nazi­smo, il comunismo, il fasci­smo. Ne sono rimasto spaventa­to. Crescendo, ho sempre avver­tito paura per il fanati­smo: oggi mi fa paura an­che quello dei grillini. Così, con l’età ho co­minciato a studiarle a fondo, queste grandi passioni fanatiche. Prima quelle collet­tive. Poi mi è venu­to naturale scen­dere a quella tra due sole perso­ne. Ci sono molte affinità tra le passio­ni politiche, ideologiche, religiose, sportive, filosofiche e quel­la tra due innamorati. La cop­pia ha di grande che finisce a fa­re l’amore. E comunque...».
Comunque?
«E comunque allora di amo­re e di innamoramento non si occupava nessuno. Era un ta­bù. Qualcuno doveva cominciare. Ho cominciato io».
Cristiano Gatti