Michele Serra, l’Espresso 9/8/2013, 9 agosto 2013
DA SAN VITTORE 2 A SAN QUINTINO
Dopo la condanna definitiva di Berlusconi per frode fiscale, che ne sarà del governo Letta? Può una maggioranza reggere con l’appoggio di un pregiudicato? Ecco gli scenari previsti dai più accreditati osservatori internazionali.
AGOSTO Silvio Berlusconi, agli arresti domiciliari a Palazzo Grazioli, comunica dalla finestra con i ministri del Pdl, radunati nel marciapiede sottostante. Grida a gran voce, per farsi sentire dal quinto piano, che prima di tutto viene l’Italia, che il governo deve continuare a lavorare e che la fresca condanna per contrabbando di sigarette è ridicola perché tutti sanno che lui non fuma. Poi cala un cestino legato a una corda chiedendo di andargli a comperare un panino alla frittata e una stecca di Camel. Il presidente della Repubblica, in serata, si appella al senso di responsabilità e sottolinea che non c’è alternativa al governo Letta.
SETTEMBRE Berlusconi riceve i suoi ministri nel nuovo carcere di San Vittore Due, dove è recluso. L’ha costruito lui stesso a tempo di record, ogni cella è dotata di laghetto con le papere. La novità è molto gradita ai detenuti: la papera ripiena è il piatto di maggior successo in tutti i bracci del carcere. Il capo del Pdl rassicura tutti sulla tenuta della maggioranza e promette che evaderà al più presto, ma senza spargimento di sangue. Il capo dello Stato, considerata la gravità del momento, rivolge un appello alla fermezza e alla temperanza, e conferma che il governo Letta non ha alternative.
OTTOBRE Il presidente della Repubblica rivolge un appello alla gratitudine e alla misericordia, e chiede a Letta di andare avanti senza indugi. Berlusconi, in seguito a un gemellaggio tra carceri, si trasferisce un paio di settimane a San Quintino, dove invita il capo dello Stato per un colloquio a quattr’occhi. Che cosa si siano detti i due non è certo, ma si ipotizza che Silvio Berlusconi abbia garantito di proseguire la strada già intrapresa con il governo di Enrico Letta. Malgrado la nuova condanna per abigeato, frode alimentare e corse dei cani clandestine, il suo leale appoggio alla maggioranza non è in discussione.
NOVEMBRE Evaso da San Quintino, Berlusconi viene ricevuto al Quirinale dal presidente, e posa simpaticamente tra i corazzieri con la tradizionale divisa a righe orizzontali dei carcerati. Si fa firmare dai corazzieri la palla al piede. Il capo dello Stato gli sottopone l’intenzione di rivolgere, la sera stessa, un fermo appello alla cortesia e alla sensibilità, e ribadisce tutta la sua fiducia al governo Letta. L’ex cavaliere si dice d’accordo e riparte subito per villa Certosa, che con un trucco legale ha appena fatto classificare come penitenziario e dove sconterà il seguito della pena.
DICEMBRE Il Presidente aspetta Enrico Letta al Quirinale per gli auguri di Natale. Intende rivolgere un appello congiunto alla fermezza e alla serenità. Letta gli spiega che non può venire perché si è dimesso già da un paio di mesi, dopo che i ministri del Pdl volevano imporgli di nominare Silvio Berlusconi presidente della Corte di Cassazione. Dal colle più alto gli viene fatto sapere, con una punta di severità, che le dimissioni del governo «nulla tolgono e nulla aggiungono alla già nota esigenza che questa maggioranza continui a esercitare il suo ruolo fondamentale, e dunque il governo Letta, ancorché dimissionario e disciolto, deve considerarsi in carica fino alla fine della legislatura».
GENNAIO L’invasione cinese degli Stati Uniti e la ricomparsa dei tirannosauri, clonati per errore, turbano profondamente il presidente della Repubblica che a reti unificate decide di rivolgere un appello alla fiducia e alla simpatia, confermando tutto il suo appoggio al governo Letta nonostante lo stesso Letta sia stato divorato da un tirannosauro sulla via Pontina.