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 2013  agosto 08 Giovedì calendario

MPS: «PRONTI A MIGLIORARE IL PIANO»

L’ad, Fabrizio Viola, è soddi­sfatto. «Mps è riuscita a supera­re brillantemente questo diffici­le momento», ha dichiarato il manager. L’ottimismo per il Monte è una necessità ma, an­che se alcuni segnali positivi so­no riscontrabili, ci sarà ancora da lavorare parecchio. 
In primo luogo, il Monte dei Paschi ha chiuso il primo seme­stre con una perdita netta di 380 milioni di euro, in calo del 75,5% rispetto al rosso di 1,552 miliardi di un anno fa. Il ritorno al nero ancora non c’è stato, ma questo era preventivabile. Me­no prevedibile era l’entità della perdita: il consensus degli anali­sti si attendeva -249 milioni, Mps ha fatto peggio. Il motivo è presto detto: le svalutazioni su crediti sono state di circa 1,03 miliardi (+22,7% annuo) delle quali 545 milioni nel solo secon­do trimestre (430 milioni le sti­me del mercato). 
La redditività è stata compre­s­sa anche da un andamento me­no favorevole di alcune voci di ricavo. In particolare, il margi­ne di interesse è stato di 1,084 miliardi (-35,2%), appesantito sia dagli oneri passivi dei 4 mi­liardi di Monti-bond che dalla politica di contrazione delle esposizioni (-4,4% a 138 miliar­di i crediti alla clientela). In cre­scita, invece, le commissioni (+1,4% a 849 milioni) che han­no portato il totale dei ricavi a 2,189 miliardi (-22,1%). Il risul­tato operativo di conseguenza è calato a -328,8 milioni (+216 milioni l’anno scorso). 
La semestrale, come detto, evidenzia gli albori di un’inver­sione di tendenza. I costi opera­tivi sono scesi del 10,5% a 1,467 miliardi grazie al -11,8% delle spese per il personale a 909 mi­lioni, frutto degli esodi incenti­vati del personale. L’andamen­to negativo dei ricavi, tuttavia, ha riportato il cost/income al 67 per cento. Nel corso della conference call l’ad Viola ha inoltre confermato il raggiungi­mento anticipato dell’obietti­vo d­i piano riguardante la chiu­sura di 400 filiali (le ultime 40 sa­ran­no disattivate entro fine settembre). Analogamente, l’esternalizzazione del back of­fice è arrivata alle battute con­clusive: come spiegato dal Cfo, Bernardo Mingrone, il cda ha concesso l’esclusiva ai fiorenti­ni di Bassilichi e al gruppo Accenture. Questa cessione porte­rà benefici ne­l 2014 poiché pro­babilmente verrà siglata all’ini­zio dell’anno prossimo.
La raccolta diretta, inoltre, è tornata a crescere a 137 miliar­di (+3,3%), segno che lo shock conseguente all’esplosione del­lo scandalo Alexandria e Santo­rini è stato superato. In ordine anche il Core Tier 1 all’11%, gra­zie al rafforzamento patrimo­niale garantito dai Monti­bond. 
E proprio gli strumenti finanziari sottoscritt­i dal Tesoro rap­presentano la partita più diffici­le per Viola e per il presidente Alessandro Profumo. La Com­missione Ue è stata particolar­mente severa nei confronti del­l’istituto senese. Ma l’ad ha stemperato i toni nonostante sia il governo che Bankitalia sia­no pronti a fare la voce grossa con Bruxelles. «Siamo a disposi­zione e siamo pronti a recepire indicazioni volte a migliorare il nostro piano industriale sotto forma di ristrutturazione», ha detto Viola. Senza fare polemi­che. Perché il lavoro da fare è an­cora tanto.