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 2013  agosto 08 Giovedì calendario

LE DONNE BOCCIANO I MASCHI: BUONI SOLO A CAMBIARE GOMME


Le prime lotte per l’eman­cipa­zione femminile so­no iniziate oltre un seco­lo fa, con il termine «femmini­smo» introdotto nel 1881 da Hu­bertine Auclert, paladina del movimento e giornalista. L’apo­teosi a cavallo fra gli anni Ses­santa e Settanta, con il femmini­smo r­adicale e l’attività delle Re­dstockings, gruppo militante newyorkese, convinto che «tut­ti gli uomini hanno oppresso le donne» e che fosse necessario rivendicare definitivamente i propri diritti. 
Oggi le cose sono migliorate e la parità dei sessi (perlomeno in Europa e in Usa) può essere considerata un dato di fatto. Ma fino a che punto? L’interr­o­gativo sorge spontaneo dopo la pubblicazione ieri di uno stu­dio inglese diffuso dal Daily Mail, in cui le donne affermano senza mezzi termini che «l’uo­mo non serve a nulla», a meno che non ci siano lavori stupidi e ingrati da assolvere... o bere. Il 60% delle donne ritiene, infatti, indispensabile «il potere ma­schile» quando c’è da elimina­re ragni, opilionidi e affini, re­sponsabili di crisi di aracnofo­bia, particolarmente diffuse fra il gentil sesso; il 73% quando sal­ta una ruota e non si intravede nemmeno l’ombra di un mec­canico o un gommista; il 56% se c’è da preparare il barbecue per una «cenetta in giardino». Po­chi, invece, i dubbi relativi alle potenzialità dell’uomo-bevito­re, «un vero campione».
 Per il resto l’insofferenza fem­minile nei confronti del ma­schio standard domina sempi­terna: l’uomo parrebbe un inet­to per natura, incapace di cuci­nare, stirare, seguire la moda, scegliere i mobili per la casa, fa­re un regalo appropriato e, naturalmente, ricordarsi gli anni­versari. 
Lo studio è comprensibil­mente sindacabile dal punto di vista maschile, poiché il sesso forte è da sempre convinto che l’eguaglianza fra i sessi emerga solo quando torna comodo alle donne; in sostanza se c’è da far da mangiare, lavare i piatti, o cambiare un pannolino, non ci sono dubbi sull’attendibilità e lungimiranza della parità dei di­ritti; ma poi le cose cambiano drasticamente se c’è da sgomi­nare una banda di famelici topi­ni di campagna o rimboccarsi le maniche per qualunque pe­sante lavoro domestico. Non è un caso che «la spazzatura» spetti sempre al capofamiglia. Come dire, la parità dei sessi funziona solo in precisi conte­sti, per il resto è considerata un optional. 
In realtà, le donne coinvolte nel test un briciolo di spiraglio lo lasciano, rivelando (nel 76% dei casi) che gli uomini sono «abbastanza bravi» ad affronta­re le cose che hanno a cuore e che rispetto alle generazioni precedenti, qualcosa - in me­glio- è cambiato. Ma subito pre­cisano che sono anche quelli che con maggiore frequenza perdono l’aereo, dimenticano a scuola i bambini, e si fingono malati per non andare al lavo­ro. Eppure si dovrebbe guarda­re a questi risultati con indul­genza, poiché non sono altro che il frutto di migliaia di anni di evoluzione. L’uomo e la don­na, per quante battaglie sociali potranno essere nuovamente benedette, rimarranno sempre mondi a se stanti, predisposti per compiti precisi, con cervelli «tarati» per sensibilità diverse e fisici con competenze distanti anni luce. Il corpo maschile, dalla notte dei tempi, per via di dinamiche fisiologiche peculia­ri, è predisposto per la lotta e per il combattimento; quello femminile per procreare. Il cer­vello degli uomini è essenzial­mente «monotematico», elabo­ra un solo pensiero alla volta, ma può raggiungere livelli di concentrazione che le donne possono sognarsi; ecco perché gli uomini eccellono coi nume­ri, e le donne con le parole (an­che grazie alla simultanea attivi­tà dei due emisferi cerebrali). Le donne, infine, sono imbatti­bili nel ricordare date e anniver­sari. Non si perdono un compleanno, un matrimonio, una ri­correnza. Ma è anche questa una strategia evolutiva: dimo­stra il loro alto indice emotivo, fondamentale per la cura e la crescita dei figli.