Simona Poli, la Repubblica 8/8/2013, 8 agosto 2013
Renzi: “Niente sconti a Berlusconi e si convochi subito il congresso non sarò una foglia di fico”– Archiviare Berlusconi, perché «le sentenze si rispettano e la legge è uguale per tutti», ma anche il vecchio gruppo dirigente del Pd che ha fatto il suo tempo
Renzi: “Niente sconti a Berlusconi e si convochi subito il congresso non sarò una foglia di fico”– Archiviare Berlusconi, perché «le sentenze si rispettano e la legge è uguale per tutti», ma anche il vecchio gruppo dirigente del Pd che ha fatto il suo tempo. E smettere di cercare alibi e complotti per giustificare l’impasse del governo. Dopo tre settimane di “silenzio stampa” Renzi parla sul palco della festa democratica organizzata nel boschetto modenese di Borgo Albergati, cuore dell’Emilia ex bersaniana che sta già cambiando pelle. Di fronte a duemila persone che gli regalano applausi entusiasti e gli urlano “Matteo mandali tutti a casa”, detta le sue condizioni al partito, al segretario Epifani e al presidente del Consiglio Letta. «Non è importante quello che faccio io da grande ma quello che facciamo tutti noi insieme. Loro», aggiunge riferendosi ai vertici del Pd, «mi hanno detto “ora ti metti buono e zitto in un angolino e poi quando ci sono le elezioni ti cancuperare perché prendi i voti”, ma non hanno capito che non è così che funziona, perché è con loro che non si vince. Se c’è un motivo perché io prenda i voti è che non ci siano loro. Non faccio la foglia di fico, non serve a niente». La parola rottamazione è uscita dal vocabolario ma la sostanza non cambia. Poi arriva il turno di Letta, anche per lui Renzi ha un messaggio e glielo dice, ci tiene a sottolinearlo, «da amico leale» e senza risparmiare critiche sul rinvio dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. «Vai avanti Enrico e fai quello che sei chiamato a fare, a cominciare da una legge elettorarie. semplice e chiara. Ma se non ci riesci non cercare alibi in chi sta fuori dal Parlamento. Dovete usare il verbo fare e non il verbo durare, che è un riflesso neodoroteo. Non accetto che mi si accusi di logorare il governo solo perché dico quello che penso». Non è ancora una sfida aperta ma suona come un avvertimento, Renzi è pronto a scendere in campo, ha già un programma in testa e nessuna intenzione di farsi stritolare da cavilli burocratici. «A Epifani dico una cosa sola: non passiamo il tempo a pensare come cambiare le regole delle primarie ma pensiamo a risolvere i problemi del paese. Fididiamo a dicembre discutevamo di cose serie ma subito dopo abbiamo ricominciato a parlare di Berlusconi e a dire che dovevamo smacchiarlo. Abbiamo proposto un nemico quando la gente aveva bisogno di una speranza. Adesso più che mai è necessario riuscire a rele i voti dei delusi del Pdl e di quelli che si sono pentiti di aver scelto Grillo, diventato il più grande sponsor delle larghe intese». Troppi errori in questi vent’anni che l’Italia vorrebbe lasciarsi alle spalle. La sinistra ha la sua parte di colpa. «Siamo stati insieme perché di là c’era Berlusconi, non è un caso se abbiamo bruciato i nostri governi. Ora ho sentito qualcuno che diceva aspettiamo di vedere cosa fa il Cavaliere prima di decidere la data del congresso. Ma almeno il congresso lo possiamo fare senza di lui? E fissiamola questa benedetta data». Sulle regole Renzi non farà stono «I sindaci sono abituati ad occuparsi di fatti concreti, io stamani ero a Firenze a liberare piazza San Lorenzo dalle bancarelle», racconta. Oggi però andrà a Roma per partecipare alla direzione del Pd, dove incontrerà Letta. Il partito che c’è non è quello che lui vorrebbe costruire. «Il Pd deve ritrovare il gusto di inventare il futuro invece di rannicchiarsi nella rassegnazione e nel pessimismo». Cita un verso di Alda Merini, “saremo altro, saremo altrove” per dire che «il Pd deve trovare il coraggio di cambiare». Qualcuno, insomma, dovrà uscire di scena.