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 2013  agosto 07 Mercoledì calendario

«PAROLE DI UNA GRAVITÀ INAUDITA DICA CHI SAREBBERO I TESTIMONI»

Prima la sentenza di condanna, per voi inaspettata. Adesso professore Franco Coppi, la difesa, del verdetto ne conosce anche i motivi. Il presidente del collegio dei giudici di Cassazione, Antonio Esposito, li ha anticipati e resi pubblici ancora prima del deposito in cancelleria. Commenti?
«Come dovrei definire questa anticipazione? Una sortita inusuale. Un fatto gravissimo e senza precedenti. Di fatto, quello che sta accadendo dopo la sentenza del primo agosto, non mi stupisce più. Nessuna sorpresa; piuttosto mi sento perplesso e amareggiato. In tanti anni di professione non mi era mai capitato di apprendere in anteprima le motivazioni di un verdetto, e per di più per bocca del giudice che l’ha pronunciato. L’anticipazione, ma soprattutto il contenuto della stessa...».
Silvio Berlusconi non poteva non sapere della frode fiscale. Questo perché, stando al giudice Esposito, Tizio, Caio o Sempronio hanno detto di averlo informato. Dunque, a suo dire, la condanna è meritata. Questo il contenuto dell’anticipazione, in sostanza.
«Ma le pare? È proprio per il fatto che Silvio Berlusconi non sapeva nulla, che invece doveva essere pienamente assolto. La tesi del giudice Esposito, in punta di diritto è del tutto sbagliata. Gli atti dicono infatti il contrario di ciò che lui ha dichiarato alla stampa. Se le cose fossero andate come sostiene, noi, nel corso delle nostre discussioni in aula avremmo replicato e dimostrato che mai nessun testimone dell’accusa si è riferito a Berlusconi in quei termini. Non ce n’è stato uno che abbia mai e poi mai reso a verbale che l’imputato conoscesse o si occupasse dell’acquisto dei diritti cinematografici, degli ammortamenti o delle dichiarazioni fiscali. La sentenza ormai c’è, ma queste estrinsecazioni del giudice sono davvero sconcertanti, oltre che di gravità inaudita. E, visto che ormai il presidente Esposito ha rotto il riserbo, completi...».
Completi che cosa, professore?
«Il signor presidente completi la sua opera! Faccia i nomi! Dica chi sono questi “Tizio”, “Caio” o “Sempronio”. Lo dica se è vero! E indichi puntualmente le pagine di verbale nelle quali essi riferiscono quanto lui sostiene!».
Una provocazione?
«No, un doveroso invito al presidente Antonio Esposito».
Ritenete che l’alto magistrato abbia violato le regole? Ricorrerete alle autorità di competenza per questo?
«Noi eravamo molto curiosi di conoscere le motivazioni della sentenza. Siamo stati esauditi dal giudice Esposito. Non mi sento abilitato a dare giudizi di nessun tipo nei suoi confronti, tanto meno di ordine etico. Ma io e l’avvocato Niccolò Ghedini valuteremo le possibilità offerte dall’ordinamento giuridico sovranazionale e poi procederemo con il ricorso europeo. Questo anche alla luce del fatto che, alla difesa del dottor Berlusconi, sono stati sistematicamente negati tutti i testimoni che comunque avrebbero potuto escludere ogni sua responsabilità ».
Cosa aspettate a rivolgervi alla Corte Europea?
«Che vengano depositate le motivazioni della sentenza. Di certo non possiamo fare ricorso su quanto dichiara Antonio Esposito. Ci auguriamo che il relatore, Amedeo Franco, sia già al lavoro o si metta a scriverle. E soprattutto che concluda in fretta».
Una sollecitazione?
«Una sollecitazione».
Avete invece idea di quale sarà la misura afflittiva su cui cadrà la scelta di Silvio Berlusconi? Domiciliari, servizi sociali, carcere? O richiesta di grazia?
«La grazia è una questione di competenza del capo dello Stato. Per il resto ci siamo presi una pausa di riflessione. Abbiamo tempo fino al 30 ottobre. Ma a decidere sarà solo Berlusconi; il dottore sa benissimo cosa deve fare. Noi tecnici rimaniamo a disposizione per realizzare ciò che lui avrà deciso».