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 2013  agosto 06 Martedì calendario

IL FIGLIO DI ESPOSITO GRAZIATO DAL CSM

Il pm e l’imputata: Ferdinando Esposito jr, figlio del giudice che ha condannato il Cav, è stato «graziato» per la cena galeotta con la Minetti. Nessuna punizione dunque per lui.
Nessuna ombra doveva pesare sulla prevista e definiti­va cond­anna di Silvio Berlusco­ni nel processo per i diritti tv Me­diaset. Ma c’era la storia di quel giovane e intraprendente magi­strato, Ferdinando Esposito, a creare qualche problema per la cena con l’imputata Nicole Mi­netti. Fastidioso avercela anco­ra tra i piedi mentre proprio il padre, Antonio, doveva presiedere la sezione feriale della Cassazio­ne che avrebbe sferrato il colpo finale della vicenda giudiziaria iniziata dieci anni prima.
Così, molto tempestivamen­te, si è provveduto a chiudere la faccenda.L’8 luglio viene fissata l’udienza del Cavaliere davanti alla Suprema corte per il 30 del mese e subito dopo,l’11 luglio,si fa sapere che il rampante pm di Milano non rischia nessuna azione disciplinare per la sua so­lo «inopportuna» cena al risto­rante «Il Bolognese» del capoluogo meneghino con l’ex consi­gliera regionale che, all’epoca, doveva essere ancora giudicata nel processo Ruby bis, con Lele Mora ed Emilio Fede. Il procura­tore generale, Gianfranco Ciani, dirama la notizia che sono state archiviate le accuse nate dalla se­gnalazione fatta a maggio del 2012 dal capo della procura di Milano, Edmondo Bruti Libera­ti.
Quell’incontro, per il titolare dell’azione disciplinare, è stato solo «occasionale» e non riguar­dava un caso giudiziario di com­petenza di Esposito. Dunque, fin dal 30 gennaio si è chiusa la preistruttoria, dopo che nove mesi prima lo stesso Csm, nella prima commissione, aveva deci­so di non aprire la pratica per un’eventuale incom­patibilità in attesa, ap­punto, della decisione sul versante disciplinare del procuratore generale della Cassazione.
Il bel Ferdinando, alto, palestrato ed elegante, quello che va in giro in Porsche e si è fatto per un po’ irretire dal fascino pe­ricoloso della sexy Nico­le, non può con le sue leg­gerezze mettere nei guai il padre Antonio, che fini­rà nelle pagine dei libri di storia per aver guidato il collegio che ha relegato fuori dal campo politico il leader del Pdl.
Viene da una famiglia napole­tana di magistrati, il giovane Esposito, che ha anche uno zio ancor più importante del geni­tore e cioè quel Vitaliano fino a pochi mesi fa Procuratore gene­rale della Cassazione, proprio al posto di Ciani che l’ha tirato fuori dai guai in un battibaleno, facendo attenzione a divulgare la notizia prima della data fati­dica della sentenza Mediaset.
Si è parlato molto della cena di Ferdinando con la Minetti nell’elegante ristorante mila­nese, commentata a Palazzo de’ Marescialli con frizzi e lazzi dei consiglieri, tipo: «Beato lui!». Ma non si è più saputo nul­la circa l’altro esposto al Csm per un episodio nella palestra milanese «Downtown» di piaz­za Diaz che, sembra, frequenta­vano sia il pm che la bella consi­gliera. Raccontano che in un’occasione particolare il rampollo in toga, si sia fatto «ri­conoscere», per così dire. Men­tre si concentrava sui bilancie­ri, per gonfiarsi i muscoli, qual­cuno nello spogliatoio gli avreb­be sottratto il portafoglio dalla sacca sportiva. E lui, invece di andare in un posto di polizia e fare la denuncia come chiun­que, con una telefonata la poli­zia l’avrebbe fatta accorrere in palestra per un’immediata e completa perquisizione. Il por­tafoglio, poi, sarebbe saltato fuori, ma questo sfoggio di auto­rità a qualcuno sarebbe appar­so un vero e proprio abuso. Ta­le da giustificare un esposto al Csm. Che sicuramente sarà sta­to archiviato come l’altro, an­che se per fatti più insignifican­ti ci sono magistrati che hanno passato qualche guaio. Qui, pe­rò, c’era di mezzo ben altro. Il processo del secolo, che non doveva essere «chiacchierato» neanche per la sventatezza- vo­gliamo chiamarla così? - di un giovane pm con un padre importante in un ruolo-chiave.