Piero Bianucci, La Stampa7/8/2013, 7 agosto 2013
STELLE, LA BUSSOLA DEGLI SCARABEI
Gli scarabei stercorari non sono coleotteri attraenti: simili a scarafaggi, si nutrono di escrementi dopo averli accumulati in palline che fanno rotolare verso le loro tane. Questi insetti però vi sembreranno quasi poetici scoprendo che di notte si orientano seguendo la traccia della Via Lattea. Era noto che alcune specie di uccelli nelle loro migrazioni usano le stelle come bussola, e così pure certe foche, ma è la prima volta che qualcosa del genere viene dimostrato per degli insetti.
Risulta da una ricerca pubblicata di recente su «Current Biology», rivista prestigiosa. L’articolo ha come prima firma quella di Marie Dacke della Lund University (Svezia), coautori quattro colleghi di due università del Sudafrica.
Curioso il metodo seguito dagli autori dello studio. Dopo aver osservato l’orientamento di scarabei stercorari africani in natura, hanno organizzato il loro esperimento sotto il cielo simulato di un planetario programmando situazioni diverse: notte rischiarata dalla Luna, notte senza Luna con 4000 stelle (tutte quelle visibili a occhio nudo), notte con le 18 stelle più luminose, notte con la sola Via Lattea. Gli scarabei dovevano attraversare un cerchio di due metri di diametro facendo rotolare le loro palline di sterco lungo un cammino il più possibile rettilineo (e quindi “orientato”). Luna o stelle, in tutti i casi i coleotteri superavano la prova, ma la cosa davvero straordinaria è che se la cavavano anche con la sola Via Lattea. Gli scarabei stercorari sarebbero quindi gli unici animali che per orientarsi non usano solo la Polare (come l’uomo) o qualche stella (come gli uccelli), ma una intera galassia, formata da trecento miliardi di stelle.
Gli scienziati sono i primi a essere scettici riguardo ai propri risultati. I nostri ricercatori hanno quindi spento anche la Via Lattea, e gli scarabei hanno incominciato a vagare in direzioni casuali, senza bussola, proprio come avviene nelle notti africane con cielo nuvoloso. Non contenti, gli scienziati hanno fatto la prova del nove. Sempre sotto la volta del planetario, alcuni scarabei potevano vedere la proiezione del cielo stellato, mentre ad altri ciò veniva impedito mettendo su di essi un cappellino che ne copriva la vista. Questi ultimi, confusi e incerti, venivano regolarmente depredati della loro pallina di sterco dagli scarabei senza cappellino.
Scoperta da Nobel o da Ig-Nobel? Giudichi il lettore. Certo sembra che gli scarabei stercorari sappiano un po’ di astronomia: del resto, fabbricando e rotolando palline di escrementi, in qualche modo hanno inventato la ruota, e se seguono preferibilmente percorsi rettilinei, conoscono un po’ di geometria euclidea...
Si avvicina la notte delle stelle cadenti (le meteore di San Lorenzo, in realtà non stelle ma detriti di una cometa), e come al solito non riusciremo a vederle per colpa dell’inquinamento luminoso. Il fatto che gli scarabei africani affidino le loro rotte al fioco chiarore della Via Lattea dovrebbe farci pensare. Quando siamo riusciti a vederla l’ultima volta, noi della specie Homo sapiens, abitanti di un paese tecnologicamente avanzato?