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 2013  agosto 06 Martedì calendario

MARINA B IN POLITICA, MA CHI GLIELO FA FARE?

Fra i primi ad aver accreditato l’ipotesi c’è stato Luigi Bisignani, l’uomo che sussurra (ancora oggi) ai potenti, e che dai potenti riceve primizie e anticipazioni: l’eredità di Berlusconi toccherà a una sua omonima: Marina Berlusconi, la primogenita della casata che sembrerebbe così destinata a governare l’Italia ancora per qualche decennio. Nessuno scandalo: negli Stati Uniti hanno regnato Bush padre e Bush figlio, e fra breve potrebbe toccare a Hillary, la moglie di Clinton, di raccogliere l’eredità di Bill. D’altronde, la monarchia inglese e quelle scandinave offrono una prova di stabilità politica che non ha nulla da invidiare a quella delle repubbliche del Vecchio continente. Piuttosto è lecito domandarsi chi glielo faccia fare alla presidente del gruppo Mondadori di correre il rischio di finire perseguitata dalla giustizia esattamente come suo padre. Ed è anche lecito porsi un altro interrogativo: come può un padre che ha subito tanti attacchi proporre, senza nessuna compassione, il medesimo destino per la figlia. È assolutamente scontato che, una volta eletta in parlamento, Marina dovrebbe affrontare (e risolvere) il problema del conflitto di interessi (sul quale la Sinistra non è mai intervenuta valutando, giustamente, che è meglio usare l’argomento come spada di Damocle sulla testa del nemico, piuttosto che risolverlo giuridicamente). Superato, con qualche ammaccatura, quel primo scoglio, Marina verrebbe poi sottoposta (come papà) alle perquisizioni nelle aziende, alle intercettazioni telefoniche, al controllo sistematico e nient’affatto benevolo di tutti i suoi gesti.

Un autentico supplizio: la distruzione della sua vita privata accompagnata dagli assalti delle procure su ogni intervento pubblico. Con lo strascico dei processi già avviati contro suo padre che ricadrebbero (con modalità bibliche) anche sulla sua testa. Se veramente le cose dovessero andare come previsto da Bisignani, e se Marina accettasse l’eredità paterna (senza beneficio d’inventario), meriterebbe il Nobel per la Guerra che è disposta ad affrontare. Pronta a salire sul rogo, protestando la propria innocenza, nell’attesa che la Chiesa, fra qualche secolo, la proclami Santa.