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 2013  agosto 04 Domenica calendario

SILVIO AGLI ARRESTI O SOCIALMENTE UTILE: CONSIGLI DA ESPERTI

La destinazione di Silvio Berlusconi è ancora ignota, non sarà la dacia di Putin né un’isola caraibica: ritirato il passaporto, non potrà andare lontano. Il salvifico indulto di marca sinistra riduce a uno i quattro anni di condanna. La lungimirante legge Cirielli, che ordinò il previdente ormai ex Cavaliere, dice che il Tribunale di Sorveglianza può (occhio, non deve) mandare ai domiciliari chi ha più di 70 anni : in alternativa, niente Antigua, c’è il carcere. Poi B. dovrà chiedere i servizi sociali.
I 77 anni da compiere potrebbero garantire un trattamento morbido. L’ex segretario dei socialdemocratici, Pietro Longo, fu prelevato in casa durante una cena di metà primavera. Non sarà di buon auspicio rammentare che l’avvocato romano di Longo era il professor Franco Coppi. L’ex ministro, condannato per concussione, attese cinque mesi a Rebibbia prima di poter scontare la pena fuori da un rettangolo di pochi metri con una finestra panoramica sul nulla. Le cronache di vent’anni fa narrano di un aereo in ritardo che spinse oltre nel tempo l’inizio dei servizi sociali. I comunicati ufficiali svelarono il lento recupero di Pietro Longo: prima a casa in un afoso giorno di settembre, poi a prendersi cura di ragazzini che soffrono di “devianze minorili”. Ecco, Berlusconi non potrà raddrizzare minorenni inquieti, anche perché Ruby, nel frattempo, è diventata maggiorenne.
SUA SANITÀ Francesco De Lorenzo, un viceré di Napoli negli anni 80-90, si costituì al carcere di Civitavecchia: dopo 7 mesi e 10 giorni di detenzione, il Tribunale di Sorveglianza autorizzò il lavoro esterno. E De Lorenzo, che con Cirino Pomicino governava il Mezzogiorno, fu nominato medico di don (ora ex) Pierino Gelmini, che vanta una carriera giudiziaria niente male. Comunità Incontro a Santa Marinella: il dottore aiutava tossicodipendenti e ragazzi di strada. Don Verzè o don Gelmini, Berlusconi ha una predilezione per il clero intraprendente e frequentatore di palazzi di giustizia: ipotesi esclusa, almeno per pietà cristiana. De Lorenzo s’è rifatto una carriera: “Non dimentico quei giorni di impegno vero. I servizi sociali non sono una finzione. Conservo momenti di grande emozione, sono ancora affezionato a quel mondo. Ho contribuito ad aprire un punto completamente gratuito: vada, vada a vedere com’è”.
Cesare Previti ha saggiato il carcere per cinque giorni, si presentò l’indomani di una sentenza che sanciva le cattive abitudini di un avvocato che, per decenni, aveva affiancato Berlusconi con relativo e innegabile incarico al ministero per la Difesa. A Previti fu concesso di lasciare per il maestoso appartamento di piazza Farnese per circa 12 ore al giorno così poteva prestare consulenza legale al centro di don Picchi: quando si dice aver fiducia nel prossimo. Il piccolo ufficio non rievocava, proprio per nulla, il lussuoso studio di via Cicerone, a pochi passi dal Palazzaccio, la Cassazione che ha sporcato le fedina penale di Silvio: non c’era, per ragioni logistiche, il busto di Cesare e nemmeno il soffitto a cassettoni e neppure i cioccolatini incartati con il logo “Previti e associati”.
A 74 anni compiuti, malato di cuore, con Pier Ferdinando Casini che inveiva contro la magistratura insensibile, Arnaldo Forlani cercò la riabilitazione con la Caritas. L’ex segretario democristiano, ex presidente del Consiglio, l’uomo che poteva ambire al Quirinale, fu dispiaciuto però non pensò di insultare le toghe comuniste: “Ingiusto, ma berrò la cicuta”.
Berlusconi ha un esempio che, per istinto primigenio, ha creato. L’ex democristiano Gianstefano Frigerio, ribattezzato Carlo per la campagna elettorale, rientrò in Parlamento con la casacca di Forza Italia. Chiese una cortesia al Tribunale di Sorveglianza: potrei avere un “lavoro esterno”, soltanto per 4 giorni al mese, soltanto per andare a Montecitorio? Il Tribunale accosentì. Il condannato per corruzione, concussione, ricettazione e finanziamento illecito, cercò il riscatto sociale fra i parlamentari, sopportò la caduta sociale fra i banchi angusti e ascoltò il paese irreale di mozioni e interpellanze, conobbe la legge dove la legge germoglia. A Berlusconi la prospettiva può spaventare: dovrebbe trascorrere i domiciliari con Francesca Pascale e il barboncino Dudù in braccio.