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 2013  agosto 04 Domenica calendario

DIARIO DI UN FREQUENT FLYER

NEW YORK Ah, potessi volare da Londra a New York o da San Francisco a Roma sempre con la Singapore Airlines... Sballottato come bestiame, maltrattato a bordo, compresso nei miei spazi vitali, ogni tanto sogno quelle hostess orientali avvolte nei loro sari, la cortesia raffinata, l’ attenzione delicata verso il passeggero. La mia nostalgia di Oriente è anche questa. In un mondo di vera concorrenza, compagnie come Singapore, Cathay, Emirates, avrebbero soppiantato le altre su molte rotte. Ve lo garantisco, dall’ alto di centinaia di migliaia di miglia. Corrispondente e inviato in Asia America Europa, con una famiglia dilatata su più continenti, sono il frequent flyer per eccellenza. Un po’ come George Clooney nel film Tra le nuvole, ho imparato a mie spese i trucchi della sopravvivenza nei cieli, e soprattutto negli aeroporti. Air France-Klm mi ha già concesso la tessera color platino del frequent flyer “a vita”, come accade a Clooney con American Airlines, modesto risarcimento per decenni di disagi, ritardi, cancellazioni, notti in bianco. Perciò sono in grado di stilare le mie classifiche personali: i peggiori e i migliori, le compagnie da evitaree quelle da cercare. Una piccola compensazione del passeggero seriale perseguitato dai disagi: accumuliamo così tante miglia da poterci comprare ogni tanto il lusso di un upgrade. Ho sperimentato viaggi in tutte le condizioni: dalle low cost alla classe turistica, dalla premium economy alla business, e perfino qualche volta l’ ebbrezza rara della prima classe nelle compagnie che ancora la offrono (con autista privato in limousine che ti prende alla scaletta e ti porta al volo di coincidenza). Non è solo lusso, al diavolo champagne e caviale: prevale la ricerca del lettino orizzontale che ti facilita il sonno e consente di essere più efficiente quando arrivi e devi lavorare subito, dopo dieci o quindici ore di volo. Nessuno eguaglia per comfort di cabina e qualità di servizio le mie mitiche compagnie di Hong Kong e Singapore, Dubai e Bangkok, Hanoi e Jakarta. Anche per le sale d’ attesa, se hai il privilegio di accedere a una “lounge” (noi frequent flyer seriali entriamo anche se il biglietto è di economy), le migliori sono quelle di Emiratesa Dubai, Qatara Doha, Singapore Airlines e Cathay a Hong Kong. Sull’ Atlantico invece la Virgin di Richard Branson ha un servizio tra i migliori, Air France offre delle salette raffinate dalla business in su. Alitalia resta la mia favorita per la cucina a bordo (alla larga dal cibo made in Usa!), seguita da Air France e da qualche indiana e giapponese.
Il crepuscolo dell’ Occidente si vede: i nostri aeroporti sempre più scassati, gli aerei che invecchiano. Estremo Oriente e Golfo Persico sono zone dove volare rievoca alcune emozioni dei tempi andati, quando i pionieri fra noi venivano serviti coi guanti e le posate d’ argento. Lussi assurdi, che poche aziende rimborsano perfino ai manager: spesso in classe turistica chiacchiero con dirigenti d’ azienda americani, anni fa abilitati alla First Class.
L’ America ha i cieli più affollati e scomodi. Il voloè un servizio di massa come la metro. Le compagnie hanno gli aerei più lerci, il personale più anzianoe affaticato. Poche eccezioni: Virgin, Jet Blue. In compenso le americane si rifanno un po’ sulla puntualità, per loro prioritaria.E anche sul wi-fi a bordo che sta diventando essenziale per lavorare: ce l’ hanno Delta, Virgin, Jet Blue. Evitate New York JFK: è l’ aeroporto che tratta peggio gli stranieri, con code da una a tre ore per l’ Immigration e la dogana. Tutti gli aeroporti Usa hanno l’ abitudine vessatoria di imporvi il ritiro del bagaglio al primo scalo, anche se proseguite con una coincidenza. Nella lista nera di scali, oltre ai famigerati americani (JFK, Newark, Chicago, Los Angeles-Lax) trai peggiori del mondo indicoi caotici New Delhi (primo contatto dello straniero con la burocrazia indiana) e Rio de Janeiro. Ho imparato ad amare gli aeroporti piccoli, anche di casa nostra: le nano-dimensioni riducono le file. Come hub per coincidenze, in Europa il mio preferito è Monaco di Baviera, poi Amsterdam, Zurigo, Vienna. Alla larga da LondraHeathrow, il grande “buco nero” dei voli perduti.
Abbiamo piccoli segreti, trucchi da iniziati. Sappiamo che l’ apparente proibizionismo delle compagnie arabe o indiane cessa non appena le ruote dei jet si staccano dalla pista al decollo, e senti stappare lo champagne. Sappiamo che conviene cumulare miglia volando su compagnie partner, per accedere a status superiori che aprono le porte degli upgradee di tanti piccoli miglioramenti nel servizio. Anche certe carte di credito, catene aberghiere, compagnie ferroviarie incrementano la montagna di miles. Portiamo solo bagaglio a mano. Ci abboniamo alle "corsie veloci" dei controlli di frontiera che consentono di sgattaiolare via superando file mostruose, con un semplice esame biometrico (pupille e impronte digitali) a un apparecchio negli aeroporti americani o francesi. Le miglia, che hanno una circolazione mondiale equivalente ai dollari (qualcuno propone che siano governate dalla Federal Reserve), sono il premio di consolazione della nostra vita da pacchi postali. Sul mio iPhone, la app che consulto più spessoè FlightTrackPro: mi dà in tempo reale i ritardi di tutti i voli, e la configurazione delle cabine per scegliermi il posto. Aspetto con ansia un’ ulteriore innovazione tecnologica: la segnalazione dei posti occupati da bimbi che piangeranno ininterrottamente da Pechino a New York.