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 2013  agosto 05 Lunedì calendario

Monopoli si adegua Vicolo Stretto diventa Wall Street– Signori si cambia: il buon vecchio Monopoli diventa un razzo e sale sull’ottovolante delle borse

Monopoli si adegua Vicolo Stretto diventa Wall Street– Signori si cambia: il buon vecchio Monopoli diventa un razzo e sale sull’ottovolante delle borse. Dal mercato immobiliare, oggi non proprio con il vento in poppa, passa a quello mobiliare che, nonostante il tonfo del settembre del 2008, fa circolare sicuramente molto di più l’adrenalina. Addio, quindi, agli stabili di via Montenapoleone, a quelli di Times Square e di Piccadilly Circus, benvenute le blue chip e le stock option. I fan di uno dei più noti e popolari giochi di società dovranno, d’ora in poi, rinunciare alle compravendite di case e terreni nei luoghi più prestigiosi per trasformarsi in trader finanziari. Non solo: il gioco diventa molto più veloce: mezz’ora al massimo, visto che oggi la pazienza (e il tempo) per applicarsi ad una sola, estenuante, partita non c’è più. Questa “rivoluzione” l’ha decisa l’editore statunitense Hasbro, proprietario del marchio del gioco che, dal 1935, ha fatto giocare almeno 750 milioni di appassionati. E così, entro il prossimo Natale, arriverà Monopoly Empire: ed i due dadi, finora impiegati per impossessarsi di proprietà ad uso abitativo e industriale, serviranno per acquisire la maggioranza azionaria di gruppi multinazionali, come l’elvetica Nestlè, le statunitensi Coca Cola, McDonalds e Apple, la coreana Samsung o la gettonatissima eBay. Insomma, Monopoli, seguendo un po’ l’onda, entra nel 21esimo secolo, lascia il mattone e si butta su Wall Street. E se finora lo scopo era quello di impoverire gli altri giocatori, sottraendo loro la sostanza immobiliare, oggi diventa quello di arricchirsi il più in fretta possibile, grazie a grossi pacchetti di azioni. La caratteristica del nuovo gioco è il ritmo. «Oggi nei giochi di società si preferisce privilegiare più partite veloci rispetto ad una unica singola partita», spiega al quotidiano elvetico Tribune de Genève Sarah Labelle, docente di scienza della comunicazione a Parigi. «Trenta minuti invece delle tre ore del Monopoli tradizionale», confermano dalla casa madre, Hasbro. Giocando con i pacchetti di azioni, insomma, si finisce per dovere essere sempre all’erta, di avere quattro occhi, proprio come gli operatori di borsa. «Attenzione però, siamo comunque sempre nel solco culturale del primo Monopoli, in quanto si continua a far riferimento a valori commerciali, al lusso e al possesso», dice ancora la ricercatrice. E, visto che molti appassionati si sono inalberati, da Hasbro è arrivata la rassicurazione che Monopoly Empire si affiancherà, per il momento, al Monopoli tradizionale. Da segnalare, inoltre, che contrariamente al Monopoli che conosciamo, quello finanziario non prevede la sosta in prigione. E anche questo, tutto sommato, lo si può considerare un segno i tempi. «Direi che siamo di fronte al trionfo della finanza casinò, percepita come un gioco e, oltretutto, alla portata di tutti, bambini compresi», scuote la testa l’economista svizzero Sergio Rossi, docente all’università di Friburgo. «Il fatto che anche Monopoli si sia finanziarizzato la dice lunga sull’assenza di lezioni che si sono tratte in questi 6 anni, ovvero dallo scoppio della crisi dei subprime», dice ancora Rossi. Per concludere lei ritiene questa nuova versione di Monopoli diseducativa? «Oltre che diseducativa la definirei vergognosa, considerando che, come si è detto, con tutto quello che è successo dal 2008 ad oggi hanno pensato bene di sopprimere la casella prigione».