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 2013  agosto 04 Domenica calendario

IL BOSTON GLOBE «SVENDUTO» PER 70 MILIONI

NEW YORK
Un miliardo di dollari bruciato in vent’anni. Il New York Times ha venduto il Boston Globe con i suoi 141 anni di storia al proprietario dei Red Sox, la squadra di baseball della città del New England, per 70 milioni. Peccato che il Times nel 1993 l’avesse pagato 1,1 miliardi, un record assoluto nella stampa americana. La svalutazione è ora a sua volta epocale: ha poco a che vedere con il prestigio, al Boston Globe è stato riconosciuto il gran lavoro svolto nel coprire l’attentato alla maratona della città. Ma tutto a che vedere con il business dei media e le sue radicali trasformazioni: la fuga della pubblicità e dei lettori, verso Internet.
Il Times, che a sua volta sta cercando faticose riscosse nel digitale, ha scritto il capitolo finale di un’avventura di espansione trasformatasi in incubo finanziario. Dagli inizi a oggi gli oneri assorbiti per l’intero gruppo di giornali del New England capitanato dal Globe si sono susseguiti. E il quotidiano era ormai all’asta da febbraio. Per John Henry, l’imprenditore sportivo, è invece la prima avance nel giornalismo, dove scommette di saper portare il suo acume nel business. Al suo attivo ha finora il controllo del Fenway Sports Group, che accanto alla squadra dei Red Sox possiede lo stadio locale Fenway Park e la squadra di calcio britannica del Liverpool.
Le cifre hanno condannato il Globe: dal 2003 la diffusione del Globe durante la settimana è scivolata del 38%, a 245.572 copie. La raccolta pubblicitaria ha seguito la stessa traiettoria: ancora nel secondo trimestre di quest’anno si è ridotta di quasi il 10% a 44,4 milioni. A compensare simili declini non bastano ancora i passi avanti nel digitale: negli ultimi tre mesi gli abbonati online sono aumentati del 70% ma restano solo 39mila.
Il passaggio di mano ultra-scontato del Globe ha rappresentato il culmine di una serie di cessioni di giornali in difficoltà. I due maggiori giornali di Philadelphia l’anno scorso sono stati venduti per 55 milioni (nel 2006 ne erano stati pagati 515). E l’ultracentenaria bibbia dello spettacolo Variety, ceduta sempre nel 2012 dal gruppo olandese Reed Elsevier a Penske Media, società dell’erede di un gruppo di componenti auto, ha fruttato solo 25 milioni contro i 200 milioni della sua valutazione negli anni d’oro.