R.Per., Corriere della Sera 3/8/2013, 3 agosto 2013
DAL NOSTRO INVIATO BARCELLONA —
Una vita senza maniche. La prima impressione, incontrando Philippe Lucas, 50 anni compiuti il 15 aprile, è invariabilmente la stessa: non gli affiderei mia figlia neanche con due bodyguard. Ma al di là di questa cascata d’oro, capelli, orecchini, catene con croci come un rapper americano («non sono un ribelle, sono solo un ragazzo simpatico»), di quelle canotte, (indoor), di quell’impressionante torso nudo (outdoor), Lucas è un professionista serio e preparato. «Conta solo la vittoria, e per ottenerla non bastano le gambe, conta la testa. Se non ce l’hai sei morto. Federica ce l’ha. Il mio segreto? Gli atleti». Philippe Lucas nasce nuotatore a Melun, nel club dove suo padre era presidente. Abbandona l’acqua molto presto per dedicarsi all’allenamento, a 20 anni ha già il diploma di maestro. «Come nuotatore ero un bacchetto e poi il mio tecnico non mi convinceva. L’ho licenziato e mi sono allenato da solo, ma i miei tempi rimanevano schifosi». Sulla sua professionalità ci sono molte testimonianze, a cominciare dai Federales. Mentre la Divina, affidata per la seconda volta alle sue cure, ha rapporti sempre sull’orlo di una crisi di nervi (o d’equivoco) con la Fin, Philippe se la intende benissimo. Un idillio. Bizzarra questa passione per les italiens per uno che, dopo il Mondiale 2006, disse che, se ci fosse stato lui, al posto di Zidane, «a Materazzi avrebbe fatto esplodere il naso». È diretto Philippe, odia l’ipocrisia. Ha abbandonato banchi e libri a 16 anni. «Nel mio caso la scuola era inutile». Molte affinità, ma stile diverso, con Alberto Castagnetti, non a caso i due allenatori capaci di cavare il meglio da Federica. Tre password: carattere, perseveranza, rigore. Con gli atleti, malgrado questa faccia da straniero, è capace di mediare, ma una volta patteggiato, fine dei giochi. Droit au but. Come Alberto, è idiosincratico alla modernità: Alberto non aveva il telefonino, Lucas ne ha uno normale. È rimasto agli sms, le mail neanche sa cosa siano. Lucas crede negli allenamenti all’alba. «Mi alzo alle 5 e chiedo ai miei atleti lo stesso impegno». Non gli piace la vasca da 25, solo 50. Predilige lo stile casual, adora le Porsche (Castagnetti le Ferrari). D’estate bermuda e canotta, d’inverno giubbotto e tuta. Al massimo della fama, quando faceva l’opinionista di pallone, da competente, appassionato e tifoso del Psg, divenne anche un pupazzo che, con un’orrenda giacca di jeans senza maniche (con cui si era presentato a una trasmissione) lo imitava da un canale tv. Il successo fu tale che lo misero in commercio. C’è chi giura che lo vendono ancora adesso, anche se le francesi non le allena più. Ora le batte.
r.per.