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 2013  agosto 03 Sabato calendario

L’ abbronzatura e l’abbigliamento elegante - blazer blu, cravatta azzurra di Hermes - non bastano a nascondere il peso degli anni, 79 il prossimo 21 ottobre, e della vita

L’ abbronzatura e l’abbigliamento elegante - blazer blu, cravatta azzurra di Hermes - non bastano a nascondere il peso degli anni, 79 il prossimo 21 ottobre, e della vita. Dimagrito e leggermente ingobbito, l’avvocato Cesare Previti ha trascorso buona parte della giornata di ieri nel suo sontuoso studio di via Cicerone, quartiere Prati, alle spalle della Cassazione. Ieri come quasi ogni altro giorno. Radiato dall’ordine, dopo l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e le condanna in via definitiva nel 2007 per la vicenda della corruzione dei giudici romani in relazione al Lodo Mondadori (1 anno e 6 mesi) e, nel 2006, per il caso Imi-Sir (6 anni), Previti non manca quasi mai dagli uffici dove, oltre ai due figli titolari Stefano e Carla, lavorano altri dieci avvocati. Fidato amico di Silvio Berlusconi nonché suo ex prezioso legale, ex vicepresidente Fininvest ed ex ministro della Difesa - Previti ha già vissuto l’esperienza sia degli arresti domiciliari sia dell’assegnazione ai servizi sociali. Proprio come potrebbe capitare all’ex premier. Due destini che si incrociano. «Ma io ho chiuso ogni conto con la giustizia - dice nell’ampia sala riunioni con boiserie di doghe di ciliegio antico -, i domiciliari (in piazza Farnese, ndr) e il mio impegno al Centro italiano di solidarietà di Don Picchi, a Castel Gandolfo, sono ricordi che preferisco non rievocare. È acqua passata, dal 2010 sono un uomo libero». E il presidente Berlusconi? Solleciterà anche lui, tramite i suoi avvocati, una collaborazione con qualche comunità? «Non saprei». Non avete affrontato questo tema dopo la sentenza della Suprema Corte? «Non voglio parlare di questi aspetti. No, preferisco anche non chiarire se ci siamo sentiti al telefono in queste ultime ore». Chissà. Certo che gli scenari futuri di Berlusconi ricalcano in parte le orme di quelle di Previti. Entrambi «pregiudicati», perché condannati in via definitiva. E se per Previti l’interdizione dai pubblici uffici non ha ammesso appelli, quella del presidente Pdl è ancora dietro l’angolo: resta da definire il numero degli anni, dopo che la Cassazione - accogliendo la richiesta del procuratore generale di ridurla da 5 a 3 anni - ha rinviato alla Corte d’Appello di Milano la ridefinizione della pena. E ancora: il professor Coppi e l’avvocato Ghedini annunciano il ricorso alla Corte Europea contro la decisione degli Ermellini? Beh, lo aveva già fatto anche l’amico Previti. E gli è andata male: il 19 gennaio 2010 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato inammissibile il suo ricorso. E alla domanda su quanto gli manchi la politica, l’ex parlamentare di Forza Italia risponde sorridendo che è «come un vecchio amore». Intanto, mentre si discute di una possibile richiesta di grazia al Presidente della Repubblica, anche per Berlusconi si profila un futuro nel volontariato. Cesare Previti lo preferì di gran lunga all’obbligo di essere rinchiuso nella sua lussuosissima casa in piazza Farnese. Una dimora dorata che lasciava alle 7 del mattino per rientrarvi alle 11 della sera, dopo un’intera giornata trascorsa a Castel Gandolfo nella comunità di don Mario Picchi. Un impegno per continuare a svolgere la propria professione di avvocato, per non sentirsi smarrito, per sentirsi utile. E se in passato aveva lavorato - con parcelle e guadagni stratosferici - per uno degli imprenditori più ricchi del mondo, ai Castelli romani ha utilizzato le proprie competenze giuridiche per seguire le pratiche in difesa di tossicodipendenti, minorenni ed extracomunitari. Un centinaio di ospiti in tutto, molti dei quali in caso di denuncia per spaccio o furto sono stati assistiti proprio da lui. Un avvocato condannato per corruzione.