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 2013  agosto 02 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - DOPO LA CONDANNA DI BERLUSCONI


REPUBBLICA.IT (ore 20.22)
ROMA - Una standing ovation ha accolto Silvio Berlusconi al suo arrivo nell’auletta dei gruppi della Camera per l’assemblea dei parlamentari del Pdl, dopo il verdetto della Cassazione che ha reso definitiva la condanna di Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale. L’ex premier è stato salutato con un lunghissimo applauso proseguito anche dopo i suoi ringraziamenti. Berlusconi ha esordito con un commento: "Giustizia? la giustizia in italia è una parola abusata". Su un punto tutti concordano: "Berlusconi resta il nostro leader indiscusso". Mentre Schifani e Cicchitto sottolineano la necessità di lavorare per "una riforma condivisa della giustizia".
Proprio su questo punto Berlusconi, ripercorrendo la sua vicenda giudiziaria e politica, ha posto un aut aut: si riformi la giustizia, altrimenti il voto. "Non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia per questo siamo pronti alle elezioni" ha detto il leader del Pdl e ha aggiunto: "Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo".
Dopo Berlusconi prende la parola il segretario del partito Angelino Alfano e annuncia che ministri e parlamentari del Pdl sono pronti alle dimissioni: "I ministri del Pdl sono pronti a dimettersi dal governo. Siamo tutti pronti a dimetterci", ha precisato. Mentre il capogruppo al Senato Renato Schifani ha riferito che lui e il collega Brunetta sono pronti a muoversi per chiedere al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che "nel rispetto della Costituzione" possa esser restituita a Berlusconi "quella libertà, quello che ti spetta per la tua storia - ha detto Schifani rivolgendosi al suo leader - per quello che hai fatto per il paese" e "ottenere quindi da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato".
Sarebbe una richiesta di grazia, dunque, quella che si preparano a fare i due capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani, dopo che deputati e senatori del Pdl hanno consegnato loro le proprie dimissioni.
E mentre a Montecitorio si compie lo strappo dei pidiellini che, a dispetto delle promesse di responsabilità, danno dimissioni, minacciano lo strappo definitivo evocano elezioni e chiamano in causa il Capo dello Stato, tutto per sparigliare le carte del governo Letta alzare la posta, e provare a ottenere, magari, una riforma della Giustizia in cambio, o chissà che altro, Epifani apprende tutto questo in diretta alla festa del Pd a Castelfranco Emilia nel modenese. "Se veramente Silvio Berlusconi ha detto ai suoi parlamentari di chiedere al più presto elezioni per vincerle, vuol dire che ha intenzione di rompere il patto con gli italiani per un governo di servizio", dice Epifani. "Non so cosa esattamente abbia detto Berlusconi - ha precisato epifani -. Se qualora, con tanti ’se’, avesse detto questo, vuol dire che romperebbe quel patto-contratto con gli italiani di realizzare un governo di servizio. Altro che distinzione fra piano politico e giudiziario: in questo caso sarebbe quello politico che deriva da quello giudiziario, esattamente il contrario di quello che ho detto io".
Sulle mosse che potrebbe fare il Pd Epifani ha poi precisato: "Siamo pronti a tutto, siamo pronti a sostenere il governo di servizio e potremo essere pronti ad altro. Per quello che ci riguarda abbiamo la coscienza a posto e non temiamo nulla se non la crisi del Paese e le sue conseguenze".
In giornata era intervenuto anche l’ex segretario Pierluigi Bersani a chiedere una "discussione seria sulla nuova situazione, dove il presidente Letta venga a dirci la sua", in modo che "il Pd prenda una posizione univoca e parli con una voce sola davanti a un passaggio che è di grande rilievo". Il premier, dopo il Consiglio dei Ministri interviene: "Momento delicato, ma gli interessi del Paese devono prevalere". E poi nella riunione con i parlamentari di Scelta Civica aggiunge: "Sarebbe un delitto fermarsi ora".
Quanto all’opposizione si fa sentire il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni: "Solidarietà a Berlusconi - dice il leader del Carroccio - ma il governo adesso ha le ore contate". Mentre il M5S, con Vito Crimi, chiede di votare subito sulla decadenza di Berlusconi dal Senato.
"Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difendere la democrazia nel nostro Paese", ha poi chiosato Brunetta.
I due potrebbero recarsi al Quirinale in tempi brevi, forse - viene spiegato - già domenica.
Ma su questa ipotesi ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia. Al termine della riunione Silvio Berlusconi ha lasciato Montecitorio, sorridente, senza rilasciare dichiarazioni e accennando un saluto con la mano alla folla di cronisti che lo attendeva.
Quello che è accaduto a Montecitorio - lo strappo dei pidiellini che, a dispetto delle promesse di responsabilità, danno dimissioni, minacciano lo strappo definitivo evocano elezioni e chiamano in causa il Capo dello Stato, tutto per sparigliare le carte del governo Letta alzare la posta, e provare a ottenere, magari, una riforma della Giustizia in cambio, o chissà che altro - Epifani lo apprende in diretta alla festa del Pd a Castelfranco Emilia nel modenese. "Se veramente Silvio Berlusconi ha detto ai suoi parlamentari di chiedere al più presto elezioni per vincerle, vuol dire che ha intenzione di rompere il patto con gli italiani per un governo di servizio", dice Epifani. "Non so cosa esattamente abbia detto Berlusconi - ha precisato epifani -. Se qualora, con tanti ’se’, avesse detto questo, vuol dire che romperebbe quel patto-contratto con gli italiani di realizzare un governo di servizio. Altro che distinzione fra piano politico e giudiziario: in questo caso sarebbe quello politico che deriva da quello giudiziario, esattamente il contrario di quello che ho detto io".
Sulle mosse che potrebbe fare il Pd Epifani ha poi precisato: "Siamo pronti a tutto, siamo pronti a sostenere il governo di servizio e potremo essere pronti ad altro. Per quello che ci riguarda abbiamo la coscienza a posto e non temiamo nulla se non la crisi del Paese e le sue conseguenze".
In giornata era intervenuto anche l’ex segretario Pierluigi Bersani a chiedere una "discussione seria sulla nuova situazione, dove il presidente Letta venga a dirci la sua", in modo che "il Pd prenda una posizione univoca e parli con una voce sola davanti a un passaggio che è di grande rilievo". Il premier, dopo il Consiglio dei Ministri interviene: "Momento delicato, ma gli interessi del Paese devono prevalere". E poi nella riunione con i parlamentari di Scelta Civica aggiunge: "Sarebbe un delitto fermarsi ora".
Quanto all’opposizione si fa sentire il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni: "Solidarietà a Berlusconi - dice il leader del Carroccio - ma il governo adesso ha le ore contate". Mentre il M5S, con Vito Crimi, chiede di votare subito sulla decadenza di Berlusconi dal Senato.

DICHIARAZIONI DELLA TARDA SERATA

Gentiloni: dimissioni? Così non si va lontano
"Dimissioni parlamentari Pdl una farsa vergognosa, intollerabili le pressioni su Napolitano. Così non si va lontano" è il cpmmento del deputato Pd renziano Paolo Gentiloni.
da Tullia Fabiani 20.49

Fassina: se ministri Pdl convinti, di dimettano. Pd non si fa ricattare
da Raffaella Menichini 20.48

20.37
Twittereziomauro @eziomauro
I suoi si dimettono nelle mani di B., come un vescovo-conte. E’ la conferma che vivono in uno Stato a parte

20.37
Twittereziomauro @eziomauro
Ecco dove siamo: un condannato vuole fare la riforma della giustizia

Berlusconi lascia Montecitorio senza fare dichiarazioni
Silvio Berlusconi ha lasciato Montecitorio senza rispondere alle domande dei giornalisti, dopo la riunione con i parlamentari del Pdl.
da Tullia Fabiani 20.32

Quirinale, la richiesta di grazia? E’ stabilito dalla legge chi può chiederla
Interpellati sulle ricorrenti richieste di una grazia del presidente della Repubblica a Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.
Brunetta: se non c’è grazia, difenderemo democrazia
"Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difendere la democrazia nel nostro Paese", questo il commento del capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, parlando all’assemblea dei deputati e senatori del partito.
da Tullia Fabiani 20.18
Farnesina: passaporto diplomatico Berlusconi è scaduto
Il passaporto diplomatico dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è scaduto nell’aprile 2013, riferiscono fonti della Farnesina.
da Tullia Fabiani 20.14
Epifani: Pd pronti a tutto
"Siamo pronti a tutto, siamo pronti a sostenere il governo di servizio e potremo essere pronti ad altro". Epifani, dopo aver appreso le intenzioni di Berlusconi di tornare alle urne precisa le intenzioni del Partito Democratico: "Per quello che ci riguarda abbiamo la coscienza a posto e non temiamo nulla se non la crisi del Paese e le sue conseguenze".
da Tullia Fabiani 20.12
Epifani: se Berlusconi chiede elezioni rompe patto con italiani
"Se veramente Silvio Berlusconi ha detto ai suoi parlamentari di chiedere al più presto elezioni per vincerle, vuol dire che ha intenzione di rompere il patto con gli italiani per un governo di servizio", questo il commento a caldo del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, che durante la festa del Pd di Bosco Albergati a Castelfranco Emilia, apprende in diretta le dichiarazioni dell’ex premier Berlusconi.
da Tullia Fabiani 20.00
Revocato passaporto a Berlusconi
La Questura di Milano, come è previsto dopo l’emissione del decreto di esecuzione della pena nei confronti di Silvio Berlusconi per il caso Mediaset, ha disposto la revoca del passaporto per l’ex premier. Come prevede la procedura, il provvedimento sarà eseguito dalla Questura di Roma perché l’ex premier ha da qualche tempo eletto la propria residenza nella Capitale.
da Tullia Fabiani 19.57
Parlamenti Pdl consegnano dimissioni a capigruppo. Poi richiesta grazia a Napolitano
Deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. A quanto si è appreso, Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere "che venga ripristinato lo stato di democrazia". E quando viene chiesto loro se questo equivale a "una richiesta di grazia" per Silvio Berlusconi, la risposta è sì.
da Tullia Fabiani 19.56
Capigruppo Pdl pronti a chiedere intervento di Napolitano
I capigruppo del Pdl sono pronti a Muoversi presso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché possa essere restituita la libertà a Berlusconi. E vengano usati i "poteri costituzionali per difendere la dialettica democratica". E’ quanto afferma Renato Schifani durante l’assemblea dei gruppi.
da Tullia Fabiani 19.49
Schifani: chiedermo a Napolitano di restituire libertà a Berlusconi
"Ci muoveremo perchè ti possa essere restituita nel rispetto della Costituzione quella libertà che ti spetta per la tua storia così da ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato", ha detto il capogruppo Pdl Renato Schifani, parlando ai gruppi riuniti e rivolgendosi a Berlusconi.
da Tullia Fabiani 19.44
Notificato a Berlusconi il decreto di esecuzione pena
E mentre Berlusconi parla a Montecitorio arriva la notizia che i carabinieri hanno notificato al Cavaliere il decreto di esecuzione pena, con sospensione, per la vicenda Mediaset a Silvio Berlusconi. L’ex premier avrà tempo fino a metà ottobre per chiedere misure alternative al carcere.
da Tullia Fabiani 19.43
Alfano: siamo tutti pronti a dimetterci
"I ministri del Pdl sono pronti a dimettersi dal governo". Lo dice il segretario Angelino Alfano, parlando davanti ai parlamentari del partito, dopo le parole di Berlusconi e aggiunge: "Siamo tutti pronti a dimetterci".
da Tullia Fabiani 19.29
Berlusconi ai pidiellini: decidete voi su di me e pensate a elettori
"Decidete voi e nel decidere dimenticate la mia persona, pensate all’interesse dei nostri elettori e al bene dell’Italia". E’ quanto avrebbe detto il presidente del Pdl, Silvio Berlusconi, secondo quanto si apprende, ai parlamentari del partito riuniti nell’auletta dei gruppi di Montecitorio all’indomani della sentenza della Cassazione nell’ambito del processo Mediaset.
da Tullia Fabiani 19.27
Berlusconi: trovare strada per andare presto a elezioni e vincere
"Dovremmo chiedere al più presto le Elezioni per vincere", dice Silvio Berlusconi ai parlamentari del Pdl riuniti a Montecitorio e spiega poi ai presenti: "Non credo che dovremmo andare verso soluzioni immediate, ma dobbiamo riflettere. Dobbiamo trovare la migliore soluzione per arrivare alle elezioni. Lascio ai ministri e a voi, deputati e senatori, la decisione". Dai posti in aula, riferiscono le stesse fonti, si è levata più di qualche voce a dire "no Silvio, tocca a te". Poi, tanti applausi, a chiudere il discorso di Berlusconi
da Tullia Fabiani 19.26
Berlusconi: fare riforma Giustizia o pronti al voto
"Non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia per questo siamo pronti alle elezioni".
da Tullia Fabiani 19.24
Berlusconi: dobbiamo resistere, riforma Giustizia è un dovere
"Noi dobbiamo resistere. Non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia. Dobbiamo vincere le prossime elezioni per riformare la Giustizia. Non averla fatta è la nostra colpa più grave", dice, secondo quanto viene riferito, Berlusconi durante l’assemblea dei gruppi Pdl.
da Tullia Fabiani 19.18
Berlusconi: lasciai scena, ma Alfano mi costrinse a restare in campo
Con l’appoggio al governo Monti e "con il mio distacco dalla scena" i sondaggi erano in fortissima discesa e Angelino Alfano "mi costrinse quasi con durezza" a scendere nuovamente in campo. Così Silvio Berlusconi durante la riunione con i parlamentari alla Camera.
da Tullia Fabiani 19.14
Berlusconi: sentenza Mediaset si basa sul nulla
"La sentenza di ieri si basa sul nulla, sul fatto che non potevo non sapere" ha detto Silvio Berlusconi nel corso della riunione dei gruppi del Pdl. "Da venti anni sono un ostacolo per la conquista del potere da parte della sinistra. La sinistra vuole rimuovere questo ostacolo: la sinistra vuole rimuovere Berlusconi".
da Tullia Fabiani 19.10
Epifani: Senato non voti in difformità sentenza
"Sarebbe singolare che si votasse in difformità da una sentenza della corte di Cassazione, l’organo supremo che mette la parola fine alle sentenze e ai processi". Così il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha risposto a chi gli chiedeva come si comporterà il Pd al Senato sul voto per la decadenza di Berlusconi.
da Tullia Fabiani 19.08
Berlusconi lascia Palazzo Grazioli per andare a Montecitorio
da Tullia Fabiani 19.07
Berlusconi: "Hanno gettato fango su di noi"
"Hanno buttato tanto fango su di me, sulla mia famiglia, su di noi"., dice Berlusconi incontrando i parlamentari del Pdl.
da Tullia Fabiani 19.02
Berlusconi: Giustizia? Parola abusata
"Giustizia? la giustizia in italia è una parola abusata". Esordisce così Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da chi è presente, davanti ai parlamentari del Pdl riuniti a Montecitorio.

CORRIERE.IT
Il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l’ordine di esecuzione con sospensione della pena per Silvio Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset. La procura di Milano ha emesso decreto in seguito alla sentenza della Cassazione per il caso Mediaset, che ha confermato la condanna a quattro anni per la gestione dei diritti tv di Mediaset inflitta dalla corte d’appello di Milano. Già giovedì sera, infatti, la Suprema Corte ha inoltrato il dispositivo della sua sentenza alla procura generale di Milano. Sempre oggi potrebbe essere revocato il passaporto al leader del Popolo della libertà.
DOMICILIARI O SERVIZI SOCIALI - La procura generale ha poi trasmesso il dispositivo, come da procedura, all’ufficio esecuzioni della Procura di Milano e, in particolare, al pm Ferdinando Pomarici. Venerdì in mattinata si è provveduto a iscrivere il fascicolo dell’esecuzione pena a carico di Berlusconi e in giornata, appunto, dovrebbe essere pronto il decreto di esecuzione con sospensione della pena: Berlusconi, infatti, deve scontare un solo anno dei quattro della condanna, dato che tre sono cancellati dall’indulto, e attraverso i suoi legali avrà un mese di tempo per chiedere le misure alternative al carcere.
I TEMPI - In realtà questi trenta giorni decorreranno dal 16 settembre, visto che al momento il tribunale è in un periodo feriale. Quindi i legali del Cavaliere avranno tempo fino al 30 ottobre per chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali o la detenzione domiciliare. Se non lo farà, la Procura di Milano dovrebbe optare, come da prassi negli ultimi mesi dopo il caso Sallusti, per la richiesta di detenzione domiciliare, che dovrà essere valutata dal tribunale di sorveglianza. I tempi per l’esecuzione della pena, comunque, si prevedono lunghi visti i passaggi procedurali che competono al Tribunale di sorveglianza.
DOCUMENTAZIONE AL SENATO - La procura venerdì, oltre al decreto di esecuzione della pena, effettuerà l’invio al Senato dell’estratto esecutivo della sentenza, come prevede la Legge anticorruzione, che vuole che in caso di condanna definitiva la decadenza dalla carica vada deliberata dalla Camera di appartenenza. La Giunta delle elezioni e le immunità parlamentari di Palazzo Madama dovrebbe riunirsi la prossima settimana per dichiarare decaduto l’ex premier. Il voto verrà poi replicato nell’Aula del Senato, con scrutinio segreto.

REAZIONI LETTA ECC. (CORRIERE.IT)
Adesso c’è da pensare al dopo. Al dopo sentenza. A cosa fare, a come muoversi. Il governo sottolinea la determinazione a concludere il programma iniziato. Lo conferma il presidente del Consiglio Enrico Letta: «C’è prima di tutto il Paese poi vengono gli altri interessi. L’attenzione alle cose concrete nell’interesse del Paese rimane la stella polare», ha detto al termine del Consiglio dei ministri. «Sono consapevole del momento delicato ma sono convinto che questo accadrà». Un concetto che ha ribadito, poco più tardi, ragionando con i parlamentari di Scelta civica riuniti nella sala Mappamondo della Camera: Andare avanti per risolvere i problemi dei cittadini. perché ha sostenuto Letta, fermarsi ora, «Sarebbe un delitto». Il presidente del Consiglio non mostra aperture anche rispetto alla questione della decadenza dai pubblici uffici, quindi dal Senato, e dell’incandidabilità di Silvio Berlusconi: «Bisogna applicare la legge», ha detto. «Su questo tema non ci sono questioni di discrezionalità».
CONVOCAZIONE - Quanto al Pdl, un partito disorientato nel «the day after» della sentenza si riorganizza per di fare il punto. L’appuntamento è per il pomeriggio di venerdì nell’aula dei gruppi di Montecitorio dove Silvio Berlusconi ha convocato i gruppi Pdl di Camera e Senato per mettere a punto la strategia.
TUTTI CON IL CAVALIERE - Sono in tanti a stringersi intorno al proprio leader. Il capogruppo del Pdl in Senato Renato Schifani ai microfoni di SkyTg24 ha risposto a tono alle dichiarazioni post-sentenza del segretario del Pd Guglielmo Epifani: «Epifani si è affrettato a dire davanti a milioni di italiani che le sentenze vanno applicate. Non è stata una bella scena e non lo abbiamo apprezzato. Conosciamo le regole del diritto». Schifani ha poi precisato che «abbiamo scisso» la vicenda giudiziaria del Cavaliere dal sostegno al Governo ma «non posso escludere che se le provocazioni del Pd continuano queste lacerazioni possano indebolire l’esecutivo». «Il momento è difficile, ma Berlusconi resta il nostro leader». Figura, quella di Berlusconi, difesa a spada tratta da Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario del Pdl alla Camera: «Nessuna sentenza potrà mai privare Berlusconi della leadership, delle stima e della fiducia che milioni di Italiani da sempre gli riconoscono. Ancora una volta Silvio Berlusconi sta dando a tutti una lezione di dignità, coraggio e amore per l’Italia». Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera sintetizza la vicinanza al Cavaliere di tutto il partito a Radio Anch’io su Radio Uno: «Ieri eravamo in tanti , eravamo insieme. Ho trovato Berlusconi assolutamente tonico, forte, equilibrato, responsabile in un momento difficile, anzi, difficilissimo»
BERSANI - Mentre il Pdl si interroga sul futuro interviene nella discussione anche l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani che chiede al suo partito «di parlare con una voce sola davanti a un passaggio che è di grande rilievo». E si rivolge anche agli avversari: «Vorrei che si chiedesse al Pdl se intende essere guidato da chi è stato condannato per evasione fiscale». Secondo Bersani «il Pdl deve mostrare se è una formazione politica o se è un raggruppamento che vive solo col capo La condanna di ieri «avrà grandi conseguenze politiche, difficile da valutare così a caldo. Certamente tutti devono fare una riflessione».
La sentenza mi rende sempre più convinto che «una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile» una «variabile incontrollabile, con magistrati non eletti dal popolo, che è assurta a vero e proprio potere dello Stato che condizionato permanentemente la vita politica». Alla fine di una convulsa giornata arriva anche la reazione di Silvio Berlusconi sulla sua condanna. « In cambio di un impegno di 20 anni quale è il premio? Una sentenza fondata sul nulla: mi tolgono libertà e diritti»
«CARICA DI VIOLENZA» - «Dal ’92-’93 c’è stata un’azione condizionata e fuorviante da parte della magistratura che ha preteso di assurgere un ruolo rinnovamento morale in nome di una presunta innovazione etica». E attacca ancora: «Nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi» che non avevano fondamento: è un «vero e proprio accanimento giudiziario che non ha uguali».
«DATECI LA MAGGIORANZA»- E rilancia «Dobbiamo continuare la nostra battaglia di libertà restando in campo» e chiamando a raccolta «i giovani migliori e le energia migliori e insieme a loro rimetteremo in piedi Forza Italia». Con un finale che sa di chiamata alle elezioni. Per Berlusconi bisognerà chiedere «agli italiani di darci quella maggioranza indispensabile per fare le riforme, a partire dalla riforma della giustizia. Per non esser più un Paese sottoposto a un giudizio arbitrario del più terribile dei poteri: quello di privare i cittadini della loro libertà».

REAZIONE DELL’ANM
Il giorno dopo la sentenza della Cassazione sul caso Mediaset, e soprattutto dopo il video messaggio con cui Silvio Berlusconi ha commentato la sua condanna, ecco che la Anm (Associazione nazionale dei magistrati) interviene. Sono «inaccettabili e vanno respinti con fermezza gli insulti e gli attacchi verbali rivolti ai magistrati, fino alla Corte di Cassazione - ha scritto il presidente Rodolfo Sabelli in una nota - insulti e attacchi che si risolvono in un’aggressione nei riguardi dell’intera magistratura».
IL VIDEO MESSAGGIO - I magistrati difendono la categoria, a fronte delle «dichiarazioni diffuse ieri» dall’ex premier: «La sentenza mi rende sempre più convinto - aveva dichiarato Berlusconi - che una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile, una variabile incontrollabile, con magistrati non eletti dal popolo, che è assurta a vero e proprio potere dello Stato che condizionato permanentemente la vita politica».
LA NOTA DELL’ANM - In una nota firmata dal presidente dell’associazione Rodolfo Sabelli, dal vice presidente Valerio Savio e dal segretario generale Maurizio Carbone l’associazione così esprime «solidarietà ai colleghi offesi, i quali alla scompostezza dei toni hanno opposto un responsabile silenzio». «Va sottolineato - conclude l’Anm - che la Corte di Cassazione con la sentenza e la procura generale nella requisitoria hanno riconosciuto la correttezza del processo e delle decisioni assunte (ad eccezione del profilo concernente la durata della pena accessoria), con ciò escludendo qualsiasi accanimento giudiziario o atteggiamento pregiudiziale».

GRILLO
Grillo ancora all’attacco del Cavaliere e del governo delle larghe intese all’indomani della sentenza Mediaset della Cassazione. «Nessuno si azzardi a modificare la Giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente. Il M5S non starà a guardare, nè si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori. La Costituzione non si tocca. Messaggio inviato. Quirinale. Messaggio inviato».
I SOSPETTI - Grillo definisce Berlusconi il fantino della Repubblica e scrive: «Le coincidenze non esistono e questa fretta di riformare la Giustizia dopo la condanna di Berlusconi è altamente sospetta. Letta Nipote la vuole. Servirebbe a tirare a campare». Da parte di Crimi poi arriva la posizione del M5S sulla candidabilità di Berlusconi alle prossime elezioni. La deliberazione della giunta per le Immunità del Senato sulla "sopraggiunta incandidabilità" di Silvio Berlusconi dopo la sentenza Mediaset «non può che essere una mera presa d’atto dello status di condannato/pregiudicato. La legge è infatti chiara e non dà adito ad interpretazioni», è la posizione dell’ex capogruppo al Senato dei Cinque Stelle. Che ha aggiunto: «Non ci sono più scuse - ha concluso - Riteniamo sia necessario restituire al Parlamento la dignità che merita».

RICORSO ALL’EUROPA
Pronta la reazione dei legali di Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Cassazione. La sentenza «non può che lasciare sgomenti. Vi erano solidissime ragioni e argomenti giuridici per pervenire ad una piena assoluzione di Silvio Berlusconi. Valuteremo e perseguiremo ogni iniziativa utile anche nelle sedi Europee per far si che questa ingiusta sentenza sia radicalmente riformata». Lo hanno detto i tre legali di Berlusconi Franco Coppi, Niccolò Ghedini e Piero Longo.

WIKIPEDIA SU CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU) è stata istituita nel 1959[1] dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) del 1950, per assicurarne il rispetto. Vi aderiscono quindi tutti i 47 membri del Consiglio d’Europa.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sede a Strasburgo e non è una istituzione che fa parte dell’Unione Europea; non dev’essere confusa con la Corte di giustizia dell’Unione europea con sede in Lussemburgo, istituzione effettiva dell’Unione europea.
Indice

1 Funzioni
1.1 Funzione contenziosa
1.2 Funzione consultiva
2 Componenti e organi
3 Rapporti con l’Unione europea
4 Giurisprudenza sull’Italia
4.1 Equo processo (art. 6)
4.1.1 Diritto di accesso ad un giudice
4.1.2 Durata ragionevole del processo
4.1.2.1 Legge Pinto
4.1.3 Diritti della difesa
4.2 Diritto a libertà e sicurezza (art. 5)
4.3 Rispetto della vita privata (art. 8)
5 Giudici
6 Note
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni

Funzioni
Funzione contenziosa
Stanza della Corte

La Corte può conoscere sia ricorsi individuali che ricorsi da parte degli Stati contraenti in cui si lamenti la violazione di una delle disposizioni della Convenzione o dei suoi Protocolli Addizionali. Essa svolge tuttavia una funzione sussidiaria rispetto agli organi giudiziari nazionali, in quanto le domande sono ammissibili solo una volta esaurite le vie di ricorso interne (regola del previo esaurimento dei ricorsi interni), secondo quanto prevede la stessa Convenzione nonché le norme di Diritto internazionale generalmente riconosciute.

L’ammissibilità dei ricorsi interstatali è decisa da una delle Camere, mentre l’ammissibilità dei ricorsi individuali è decisa da un Comitato (una procedura di snellimento del lavoro della Corte che si basa quasi esclusivamente su ricorsi individuali, dato che solo tre volte ha risolto ricorsi interstatali).

Se il ricorso, individuale o statale, è dichiarato ammissibile la questione viene sottoposta, ordinariamente, al giudizio di una Camera e in ogni caso si cercherà di raggiungere una risoluzione amichevole della controversia. Se la questione non si risolve amichevolmente, la Camera competente emetterà una sentenza motivata nella quale, in caso di accoglimento della domanda, potrà indicare l’entità del danno sofferto dalla parte ricorrente e prevedere un’equa riparazione, di natura risarcitoria o di qualsiasi altra natura.

Le sentenze della Corte sono impugnabili, in situazioni eccezionali, davanti alla Grande Camera in un termine di tre mesi, decorso il quale sono considerate definitive. Le sentenze sono pubblicate.

Gli Stati firmatari della Convenzione si sono impegnati a dare esecuzione alle decisioni della Corte europea. Il controllo sull’adempimento di tale obbligo è rimesso al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
Funzione consultiva

La Corte può emettere pareri consultivi, a richiesta del Comitato di Ministri, su questioni giuridiche riguardanti la interpretazione della Convenzione e i suoi Protocolli Addizionali.
Componenti e organi

La Corte è formata da tanti giudici quanti sono gli Stati Parte della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, eletti dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa tra i tre candidati proposti da ogni Stato per un mandato di 9 anni. I giudici eleggono tra loro un Presidente e due Vicepresidenti, con mandato triennale e rieleggibili.

La Corte si divide in cinque sezioni, composte tenendo conto dell’equilibrio geografico e dei sistemi giuridici degli Stati componenti. All’interno di ogni sezione sono formati, per un periodo di dodici mesi, dei comitati formati da tre giudici, che hanno il compito di esaminare in via preliminare le questioni sottoposte alla Corte. Con l’introduzione del protocollo n. 14, art. 27 viene istituita la figura di un "giudice unico", il quale può dichiarare irricevibile e cancellare dal ruolo un ricorso in base all’art. 34 della CEDU (ricorsi individuali) quando la decisione può essere adottata senza ulteriore esame; la decisione del Giudice unico è definitiva. La modifica introdotta con questo articolo ha lo scopo di snellire le procedure (in precedenza anche un ricorso manifestamente infondato doveva essere sottoposto al Comitato dei tre giudici, il solo a poter decidere sulla ricevibilità). Se il giudice unico non ritiene di respingere il ricorso, lo trasmette al comitato.

Inoltre vengono formate all’interno di ciascuna sezione delle camere composte da sette giudici che risolvono in via ordinaria i casi presentati davanti alla Corte.

La Grande camera, formata dal presidente della Corte, dai vicepresidenti e da altri quattordici giudici per un totale di diciassette membri, esamina i casi complessi.
Rapporti con l’Unione europea

Tutti gli stati che compongono l’UE sono anche membri del Consiglio d’Europa e hanno sottoscritto la Convenzione, ma la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) è un organo distinto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Per questo, le sentenze dei due organi a priori potrebbero essere contraddittorie; per evitare ciò, la Corte di giustizia fa riferimento alle sentenze della Corte dei diritti dell’uomo e tratta la Convenzione sui diritti dell’uomo come se fosse parte del sistema giuridico dell’UE. Finora, anche se tutti i suoi membri hanno aderito alla Convenzione, l’UE di per sé non l’ha fatto perché non aveva competenza per farlo. Tuttavia, l’articolo 6 del trattato di Maastricht impone a tutte le istituzioni dell’UE di rispettare la Convenzione. In seguito all’entrata in vigore del trattato di Lisbona (1º dicembre 2009) si prevede che l’UE sottoscriverà la Convenzione. In questo modo la Corte di giustizia sarebbe tenuta al rispetto delle sentenze della Corte dei diritti dell’uomo, e sarebbe risolto il problema del possibile conflitto fra le due corti.
Giurisprudenza sull’Italia
Equo processo (art. 6)
Diritto di accesso ad un giudice

Secondo la giurisprudenza della Corte, l’equo processo prevede un processo di fronte ad un giudice indipendente ed imparziale, costituito per legge.

i tribunali militari non sono tali, e non sono ammissibili se non in caso di emergenza, e purché comunque rispettino le altre garanzie dell’equo processo;
non è prevista per la vittima la garanzia sullo svolgimento d’ufficio dell’azione penale, solo il diritto dell’imputato ad un equo processo
caso Labita (1998): non ci sono prove degli avvenuti maltrattamenti in carcere, ma le autorità italiane non lo hanno verificato con indagini efficaci (violazione procedurale)

Durata ragionevole del processo

L’articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, riconosce ad ogni persona il diritto a vedere la sua causa esaminata e decisa entro un lasso di tempo ragionevole, come componente del diritto ad un equo processo.

L’accesso ad un giudice è garantito quando dà avvio ad un procedimento che si conclude in tempi ragionevoli

La giurisprudenza CEDU sull’Italia ha riguardato per il 90% dei casi tale problematica. In seguito ai diversi casi la Corte è giunta ad una giurisprudenza consolidata, con parametri temporali e criteri di valutazione delle circostanze

Secondo la giurisprudenza della Corte, il tempo della causa si calcola:

dies a quo: a partire dalla notifica dell’atto di citazione, o dal deposito del ricorso nel procedimento civile, o dalla conoscenza diretta e ufficiale delle accuse per l’imputato nel processo penale;
dies ad quem: fino alla definitività della sentenza (dopo tre gradi di ricorso o scadenza dei termini per la possibilità di ricorso)

La CEDU ha stabilito che il procedimento si considera di durata irragionevole in ogni caso quando si superano i tre anni per grado di giudizio.

I criteri di valutazione delle circostanze includono:

complessità della procedura;
comportamento delle parti, non imputabili allo stato
condotta delle autorità nazionali

La giurisprudenza della CEDU sull’equo processo in Italia ha incluso i seguenti casi:

Capuano I (1987) e Capuano II (1994): la Corte ha dichiarato l’Italia non in grado di prevenire future violazioni, né di porre fine a quelle in corso
casi del tribunale di Benevento: la Corte è stata sommersa di ricorsi relativi alla situazione del tribunale di Benevento, dove le tempistiche erano di 4 anni per la prima udienza, seguita da un rinvio d’ufficio di altri 1-2 anni; la Corte ha minacciato l’apertura di una procedura di sospensione dell’Italia dal Consiglio d’Europa, oltre a comminare continue pene di risarcimento (2 miliardi di lire nel solo 2002)

Legge Pinto

La Legge Pinto (L. 89/2001) nasce come ricorso straordinario in appello qualora un procedimento giudiziario ecceda i termine di durata ragionevole di un processo secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), in base all’art. 13 della Convenzione che prevede il diritto ad un ricorso effettivo contro ogni possibile violazione della Convenzione.

In tal modo, si introduce un nuovo ricorso interno, che i ricorrenti devono avviare prima di rivolgersi alla Corte di Strasburgo. Tuttavia le Corti d’appello inizialmente non hanno applicato i parametri della CEDU per la definizione dell’irragionevole durata del processo, ma hanno chiesto ai ricorrenti la dimostrazione dell’aver subito un danno (cosa che, secondo l’art.6 CEDU, è incluso nel fatto stesso). Tali casi sono stati quindi ri-appellati alla Corte CEDU di Strasburgo per scorretta applicazione della Legge Pinto.

Nel 2004 la Corte di Cassazione ha stabilito che i giudici nazionali devono applicare i criteri di Strasburgo nel decidere in casi relativi alla legge Pinto, senza poter richiedere la prova del danno subito dal ricorrente.

La sentenza ’Brusco della CEDU ha infine statuito che tutti i casi pendenti a Strasburgo dal 2001 (sui quali non sia ancora stato dato un giudizio di ricevibilità da parte della Corte) debbano tornare in Italia per l’appello interno secondo la legge Pinto. La sentenza Brusco è stata criticata per gli alti costi processuali presenti nella procedura interna italiana, ed inesistenti a Strasburgo.
Diritti della difesa
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Processo in assenza: caso Sejdovic

La corte di Strasburgo in tale sentenza rileva una palese violazione dell’art.6 della convenzione e nel dispositivo della sentenza afferma come "la violazione derivava da un problema strutturale connesso al mal funzionamento della normativa italiana poiché mancava un meccanismo effettivo che permettesse di assicurare al cittadino condannato in sua assenza di ottenere un nuovo processo sul merito delle accuse elevate a suo carico".

Difesa d’ufficio: caso Artico; lo Stato deve vigilare sul mancato assolvimenti dei doveri difensivi da parte dell’avvocato d’ufficio
Testimoni: la Corte attacca la nozione di testimone in senso largo, che include chiunque sia interrogato dalle autorità giudiziarie per accertare un fatto rilevante, incluse le vittime, i correi, i consulenti tecnici. In base al principio di parità delle armi, difesa ed accusa devano avere la stessa posizione di fronte ai testimoni, come minima garanzia giudiziaria.

caso Ierinò (2005): la Corte rigetta un ricorso per non validità di una testimonianza pre-dibattimentale. Secondo il ricorrente, la difesa non aveva avuto la possibilità di contro-interrogare il testimone. La Corte dichiara il caso manifestamente irricevibile, in quanto non ci sono prove della violazione della Convenzione.
Secondo la Corte, la difesa deve avere una adeguata occasione di contro-interrogare i testimoni, ma non c’è violazione della Convenzione se la condanna non è fondata esclusivamente su tale prova testimoniale.

Diritto a libertà e sicurezza (art. 5)

Termini della custodia cautelare: secondo la Corte, devono esistere controlli periodici sulla sussistenza delle ragioni per la detenzione cautelare (possibilità di fuga, inquinamento delle prove, reiterazione del reato, etc), l’attesa del giudizio (nella sua durata ragionevole - massimo 8 mesi) non è sufficiente per giustificare la custodia in carcere. La mancanza di pronta esecuzione dell’ordine di scarcerazione costituisce violazione della Convenzione.

caso Lavita (2000): un ritardo di 12 ore nella scarcerazione, per mancanza di un addetto notturno, costituisce violazione della Convenzione
caso Giulia Manzoni: 7 ore di attesa per il ritardo non costituiscono violazione, ma un tempo burocratico giustificabile.

Rispetto della vita privata (art. 8)

Tutela dei minori, affido dei minori e allontanamento forzato
Libertà d’espressione ed esternazioni dei magistrati ai mezzi di comunicazione

Divieto della tortura (art. 3) Nella giurisprudenza della Corte europea vengono in rilievo alcune sentenze volte a tutelare l’art. 3:la sentenza "Soering"e la sentenza "Saadi". Nel caso "Soering" il richiamo all’art. 3 sembra un escamotage della corte per evitare al condannato la pena capitale. Soering doveva essere estradato dal Regno Unito agli Stati Uniti. Il rischio che questi correva nell’essere condannato alla pena capitale era alto, legittimato dal fatto che il Regno Unito non era vincolato dalla proibizione di tale pena, non essendo ancora entrato in vigore il protocollo numero sei che permetteva una riserva di legittimità dell’art. 2. La corte per scongiurare l’estradizione pose l’accento sulla grande sofferenza che il soggetto avrebbe potuto patire nella prigione, per un periodo indeterminato, prima della esecuzione (la cd. "sindrome da braccio della morte"). Un caso più recente che riguarda l’Italia è quello affermato nella sentenza Saadi dove la corte dichiara che se fosse avvenuta l’estradizione dall’Italia alla Tunisia si sarebbe violato l’art. 3. Queste sentenze vengono definite sentenze inibitorie perché la corte prescinde ogni giudizio su un eventuale violazione dell’art 6(il procedimento) sicura come afferma nel caso "Saadi" che il Governo si adegui alla sentenza


• La Corte di giustizia dell’Unione europea è un’istituzione dell’Unione europea, e ha sede a Lussemburgo. La CGUE ha il compito di garantire l’osservanza del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione europea.

• La Corte Internazionale di Giustizia, conosciuta anche come Corte Mondiale (in francese: Cour internationale de justice, CIJ, in inglese: International Court of Justice, ICJ), è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite.

Fondata nel 1945 le sue funzioni principali sono:

dirimere le dispute fra Stati membri delle Nazioni Unite che hanno accettato la sua giurisdizione. Essa esercita una funzione giurisdizionale riguardo all’applicazione e l’interpretazione del diritto internazionale. Nell’esercizio di tale funzione, la Corte opera in maniera arbitrale, e solo se gli Stati parti di una controversia internazionale abbiano riconosciuto la sua giurisdizione. La giurisdizione può essere riconosciuta preventivamente attraverso: l’approvazione dell’articolo 36.4 dello Statuto della Corte, attraverso una clausola compromissoria completa inserita in un accordo o attraverso un trattato compromissorio completo. La giurisdizione può altresì essere riconosciuta posteriormente e rispetto ad un caso concreto, anche da parte di Stati che non hanno aderito alla Corte. Come per qualsiasi giurisdizione "classica" del diritto internazionale, anche in questo caso, è necessario il consenso dello Stato.
offrire pareri consultivi su questioni legali avanzate dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o dagli Istituti Specializzati delle Nazioni Unite quando essi siano autorizzati a farlo. Mentre l’Assemblea Generale ha totale libertà per richiedere un parere consultivo, gli altri organi ONU sono tenuti ad invocare il parere consultivo unicamente per questioni che riguardano le loro competenze.

Le sentenza ed i pareri della Corte sono uno dei principali strumenti con cui si accerta l’esistenza di norme internazionali.

La sede della Corte è nel Palazzo della Pace all’Aia, Paesi Bassi.

• La Corte Internazionale di Giustizia non deve essere confusa con la Corte Penale Internazionale (International Criminal Court), istituita nel 2002 (non legata all’Onu ed anch’essa con sede all’Aia, Paesi Bassi), il cui compito è invece quello di giudicare individui ritenuti colpevoli di crimini internazionali.

• La Corte Penale Internazionale (in inglese: International Criminal Court - ICC) è un tribunale per crimini internazionali che ha sede all’Aia, nei Paesi Bassi.
La competenza del Tribunale è limitata ai crimini più seri che riguardano la comunità internazionale nel suo insieme, cioè il genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra (cosiddetti crimina iuris gentium), e nel futuro probabilmente anche il crimine di aggressione (art. 5, par. 1, Statuto di Roma).
La Corte ha una competenza complementare a quella dei singoli Stati, dunque può intervenire solo se e solo quando gli Stati non vogliono o non possono agire per punire crimini internazionali.
La Corte Penale Internazionale non è un organo dell’Onu e non va confusa con la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, anch’essa con sede all’Aia. Ha però alcuni legami con le Nazioni Unite: ad esempio il Consiglio di sicurezza ha il potere di deferire alla Corte situazioni che altrimenti non sarebbero sotto la sua giurisdizione (art. 13(b), Statuto di Roma).


REPUBBLICA.IT - STANDING OVATION PER BERLUSCONI
ROMA - Una standing ovation ha accolto Silvio Berlusconi al suo arrivo nell’auletta dei gruppi della Camera per l’assemblea dei parlamentari del Pdl, dopo il verdetto della Cassazione che ha reso definitiva la condanna di Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale. L’ex premier è stato salutato con un lunghissimo applauso proseguito anche dopo i suoi ringraziamenti. Berlusconi ha esordito con un commento: "Giustizia? la giustizia in italia è una parola abusata".
Su un punto tutti concordano: "Berlusconi resta il nostro leader indiscusso". Mentre Schifani e Cicchitto sottolineano la necessità di lavorare per "una riforma condivisa della giustizia".
In casa democratica invece Pierluigi Bersani a chiedere una "discussione seria sulla nuova situazione, dove il presidente Letta venga a dirci la sua", in modo che "il Pd prenda una posizione univoca e parli con una voce sola davanti a un passaggio che è di grande rilievo". Il premier, dopo il Consiglio dei Ministri interviene: "Momento delicato, ma gli interessi del Paese devono prevalere". E poi nella riunione con i parlamentari di Scelta Civica aggiunge: "Sarebbe un delitto fermarsi ora".
Quanto all’opposizione si fa sentire il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni: "Solidarietà a Berlusconi - dice il leader del Carroccio - ma il governo adesso ha le ore contate". Mentre il M5S, con Vito Crimi, chiede di votare subito sulla decadenza di Berlusconi dal Senato.

dichiarazioni

Berlusconi: "Hanno gettato fango su di noi"
"Hanno buttato tanto fango su di me, sulla mia famiglia, su di noi"., dice Berlusconi incontrando i parlamentari del Pdl.
da Tullia Fabiani 19.02

Berlusconi: Giustizia? Parola abusata
"Giustizia? la giustizia in italia è una parola abusata". Esordisce così Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da chi è presente, davanti ai parlamentari del Pdl riuniti a Montecitorio.
da Tullia Fabiani 18.50

Berlusconi arriva alla Camera per riunione con parlamentari Pdl
Il presidente del Pdl Silvio Berlusconi è appena arrivato alla Camera dove ha convocato i parlamentari del suo partito, accompagnato dalla fedelissima Maria Rosaria Rossi, è entrato dall’ingresso laterale, senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti che lo aspettavano. Appena entrato, secondo quanto si apprende, il Cavaliere è stato accolto da un lungo applauso e da cori ’Silvio Silvio’.
da Tullia Fabiani 18.47

Di Giorgi (Pd): abbiamo dovere di votare decadenza Berlusconi
"Non esiste spazio per valutazioni discrezionali, saremo semplicemente chiamati ad applicare quanto prevede la legge. Di fronte a una sentenza passata per due gradi di giudizio e confermata dalla Cassazione, il Pd avrà il dovere di votare la decadenza di Silvio Berlusconi, quando saremo chiamati a farlo". E’ quanto ha dichiarato la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi.
da Tullia Fabiani 18.33

Idv in piazza Montecitorio: Pd congedi governo
"Siamo in piazza per chiedere al Pd di scrivere la parola fine sul governo delle larghe intese, un governo tenuto sotto ricatto da un soggetto condannato per frode fiscale". Lo ha affermato il segretario dell`italia dei valori, Ignazio Messina, che, durante un sit-in davanti Montecitorio, ha lanciato un appello al Pd affinché esca dalla maggioranza e faccia cadere il governo.
da Tullia Fabiani 18.13

Anm: sentenza Cassazione ha escluso accanimento
"La Corte di Cassazione con la sentenza e la procura generale nella requisitoria hanno riconosciuto la correttezza del processo e delle decisioni assunte, ad eccezione del profilo concernente la durata della pena accessoria, con ciò escludendo qualsiasi accanimento giudiziario o atteggiamento pregiudiziale". Lo sottolineano Rodolfo Sabelli, Valerio Savio e Maurizio Carbone, rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario dell’Associazione nazionale magistrati.
da Tullia Fabiani 18.11

Anm: basta insulti e aggressioni ai magistrati
Basta "insulti" e "attacchi verbali": sono "un’aggressione nei riguardi dell’intera magistratura". Lo dichiarano i vertici dell’Anm, dopo le polemiche sulla sentenza della Cassazione.
da Tullia Fabiani 18.08

Camusso: i politici smettano di parlare di loro e pensino a Paese
"La smettano di parlare di loro stessi e parlino invece del Paese. Bisogna intervenire sul fisco per trovare le risorse da investire perché senza investimenti non riparte la produzione industriale del Paese ma neanche il turismo e le altre attività". Lo ha detto Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil, a Mantova a margine della visita allo stabilimento Burgo.
da Tullia Fabiani 17.53

17.42
TwitterBBC News (World) @BBCWorld

"Berlusconi is not finished" - how are Italian press reacting to latest travails of the ex-PM? t.co pic.twitter.com/3ZtSRnIL6s

Grillo: nessuno si azzardi a fare riforma Giustizia con Berlusconi
"Nessuno si azzardi a modificare la Giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente. Il M5S non starà a guardare, né si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori. Le coincidenze non esistono e questa fretta di riformare la giustizia dopo la condanna di Berlusconi è altamente sospetta". Insomma "la Giustizia non si tocca, la Costituzione non si tocca". E’ quanto si legge in un post sul blog di Beppe Grillo.
da Tullia Fabiani 17.42

Letta: faccio mia proposta Monti su patto coalizione
C’è bisogno di "codificare" di più e faccio mia la vostra richiesta di un "patto di coalizione". Enrico Letta, nella replica al dibattito durante l’incontro con Scelta Civica, accoglie la richiesta del suo predecessore di aggiornare il programma di governo. Ho chiesto a Monti, ha aggiunto il premier secondo quanto riferito dai presenti, di essere protagonista con me di questo lavoro e di ragionarci insieme.
da Tullia Fabiani 17.08

Sentenza Cassazione arrivata in Giunta Senato
L’estratto esecutivo della sentenza della Cassazione che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi è arrivata al presidente del Senato Piero Grasso che l’ha subito trasmessa al presidente della giunta delle immunità Dario Stefano.
da Tullia Fabiani 17.06

Berlusconi prende tutto il tempo per scegliere servizi sociali o domiciliari
Silvio Berlusconi dovrebbe usufruire di tutto il tempo utile, che scade il prossimo 15 ottobre, per decidere se avanzare o meno richiesta di misure alternative e nel caso se scegliere l’affidamento in prova ai sevizi sociali o i domiciliari. E’ quanto si è appreso da fonti qualificate.
da Tullia Fabiani 17.05

Pm di MIlano firma esecuzione pena sospesa
Il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l’ordine di esecuzione con sospensione della pena per Silvio Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset.
da Tullia Fabiani 16.40

Osservatore Romano: no a crisi di governo da esiti imprevedibili
"Le difficoltà economiche in cui versano i cittadini italiani, fra le quali pure si comincia a intravedere qualche lieve segnale di speranza, inducono infatti a non precipitare verso una crisi di governo dagli esiti imprevedibili". Lo scrive il giornale della Santa Sede commentando la condanna in via definitiva dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset.
da Tullia Fabiani 16.34

Deputati Pd: "preoccupante zelo" Rai per video Berlusconi
"Con preoccupante zelo la Radiotelevisione pubblica italiana ha diffuso ieri sera, anche integralmente, il video messaggio di Silvio Berlusconi al Paese. Un documento di nove minuti che, di fatto, esprime solo un attacco alla magistratura italiana e una opinione politica. Non credo che nella vocazione aziendale della Rai possa essere contemplata questa funzione. Per questa ragione presenterò, con i colleghi Giuseppe Civati, Vanna Iori e Luisa Bossa, un’interrogazione alla commissione di vigilanza, per sapere se è interessata a capire come sono andate le cose e se ha qualcosa da dire nel merito". Lo ha annunciato la parlamentare Pd Sandra Zampa.
da Tullia Fabiani 16.30

Monti: legge anticorruzione? Giorno dopo Alfano tolse fiducia al mio governo
La legge contro corruzione del Governo Monti "è stata approvata dal Consiglio dei ministri il 6 dicembre 2012, il 7 dicembre il segretario del Pdl Alfano ha annunciato alla Camera il ritiro della fiducia al Governo". Con questa battuta il presidente di Scelta civica Mario Monti, lasciando l’incontro alla Camera tra i gruppi parlamentari di Scelta civica e il premier Enrico Letta, commenta il fatto che proprio per la legge approvata dal suo governo Silvio Berlusconi non potrà ricandidarsi dopo la condanna nell’ambito del processo Mediaset.
da Tullia Fabiani 16.26

Mauro: deleterio pensare a elezioni
"Insistere in una logica di elezioni e non di azioni sarebbe deleterio per l’Italia". Occorrono "meno elezioni e più azioni". Lo ha affermato il ministro della Difesa, Mario Mauro, parlando con i cronisti dopo l’incontro dei parlamentari di Sc con il premier Letta. "Ciò che conta è che il risultato delle elezioni ci ha consegnato un Paese da mettere in sicurezza e cui consentire l’aggancio della ripresa" ha aggiunto il ministro, esprimendo la propria "vicinanza" a Berlusconi per la condanna.
da Tullia Fabiani 16.23

Casini: Berlusconi distinguerà sua vicenda da quella del Paese
"Penso che Berlusconi avrà il senso di responsabilità di distinguere tra la sua drammatica vicenda personale e la vicenda politica del Paese. Non credo che ci troveremo di fronte a delle scelte drammatiche, penso che assumerà un atteggiamento all’altezza delle responsabilità istituzionali avute in questi anni". Lo dice il leader Udc Pier Ferdinando Casini, a margine dell’incontro fra il premier Enrico Letta e i parlamentare di Scelta Civica.
da Tullia Fabiani 16.02

CLAUDIO TITO: GOVERNO LETTA APPESO A UN FILO
da Alessio Sgherza 15.46

Letta: assurdo interrompere ora l’attività del governo, sarebbe un delitto
Sarebbe assurdo interrompere ora l’attività del governo. Così Enrico Letta, ragionando con i parlamentari di Scelta civica riuniti nella sala Mappamondo della Camera dei deputati. Dobbiamo andare avanti in questa direzione per risolvere i problemi dei cittadini, ha spiegato Letta. Sarebbe un delitto fermarsi ora, avrebbe aggiunto il premier.
da Pasquale Notargiacomo 15.29

Md, no parlare di riforme giustizia dopo Cassazione
E’ negativo parlare di riforme della giustizia pochi istanti dopo una sentenza di Cassazione. Lo dichiara Magistratura Democratica. Invocare la riforma della Giustizia dopo la sentenza su Berlusconi "che a parole molti dicono di rispettare - dicono Anna Canepa (segretario generale MD) e Luigi Marini (presidente di MD) - offre legittimazione a coloro che accusano di parzialità una parte ’minore’ della magistratura ma sono, in realtà, interessati a interventi che mirano ad addomesticare un potere dello Stato che nonostante tutto non sono riusciti a controllare e condizionare".
da Tullia Fabiani 15.03

M5S, Senato voti immediatamente decadenza Berlusconi
Il M5s chiede al presidente Grasso che il Senato deliberi "immediatamente" sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Lo annuncia il senatore M5S Vito Crimi. I cinque stelle chiedono la convocazione immediata della Giunta delle immunità e dell’aula di Palazzo Madama.
da Pasquale Notargiacomo 14.00

SENTENZA BERLUSCONI: LE PRIME PAGINE DAL MONDO
da Pasquale Notargiacomo on Aug 2, 2013 at 11:48 AM


da Pasquale Notargiacomo 13.49

Cicchitto: "Ora battaglia per riforma giustizia"
"A partire dalla nostra firma sui referedum radicali condurremo una grande battaglia sulla riforma della giustizia, molti elementi della quale ritroviamo anche nel testo elaborato a suo tempo dai saggi messi in campo dall’iniziativa del presidente della Repubblica". Lo ha detto il deputato del Pdl, Fabrizio Cicchitto.
da Pasquale Notargiacomo 13.47

Schifani: Ora la riforma condivisa della giustizia
"Come ha riconosciuto il Capo dello Stato ora è necessario che si crei il clima di condivisione per affrontare la riforma della giustizia. D’altronde, l’eccessiva lunghezza dei processi civili, la separazione delle carriere dei magistrati, la parità tra accusa e difesa sono temi accettati da tutti". Lo ha detto il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani intervistato da Sky Tg 24.
da Pasquale Notargiacomo 13.44

In giornata notificato a Berlusconi il provvedimento di esecuzione della pena
La procura di Milano emetterà in giornata il decreto di esecuzione della pena con sospensione per Silvio Berlusconi. Il provvedimento sarà poi notificato all’ex premier, presumibilmente dai carabinieri.
da Pasquale Notargiacomo 13.34

La sentenza sarà inviata oggi dai pm al Senato
La procura di Milano, a quanto si è appreso, inoltrerà in giornata al Senato l’estratto esecutivo della sentenza Mediaset a carico di Silvio Berlusconi come prevede la Legge anticorruzione.
da Pasquale Notargiacomo 13.25

Letta: "Momento delicato ma prevarrà interesse Paese"
"Sono consapevole del momento delicato ma metto davanti a tutto l’Italia, nell’ordine delle priorità c’è prima di tutto il paese poi vengono gli altri interessi. Spero che prevalgano gli interessi generali e del paese e sono convinto che questo accadrà". Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta in merito alla sentenza Mediaset. "No a logoramenti - ha però aggiunto il premier -. Non continuerò a tutti i costi". Come deve votare il Pd sull’incandidabilità di Berlusconi al senato? "Penso si debba solo applicare la legge, non penso che ci siano elementi di discrezionalità".
da Pasquale Notargiacomo 13.22

Maroni: "Solidale col Cav, governo ha ore contate"
"Esprimo la mia personale solidarietà e amicizia al presidente Berlusconi, gli telefonerò": lo ha detto Roberto Maroni secondo il quale la sentenza della Cassazione "come tale va rispettata". Secondo il segretario della Lega adesso "questo Governo ha le ore contate". Il segretario del Carroccio ha anche aggiunto che "in Lombardia non ci saranno ripercussioni negative".
da Pasquale Notargiacomo 13.12

Bersani. "Pd parli con una sola voce"
Si apra una "discussione seria sulla nuova situazione, dove il presidente Letta venga a dirci la sua", in modo che "il Pd prenda una posizione univoca e parli con una voce sola davanti a un passaggio che è di grande rilievo", lo afferma l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani. "Come ha detto ieri Epifani le sentenze vanno eseguite - ha aggiunto l’esponente democratico -, ciascuno per la sua parte, per quello che riguarda la magistratura e per quello che riguarda il Parlamento". "Vorrei che si chiedesse al Pdl se intende essere guidato da chi è stato condannato per evasione fiscale", ha aggiunto Bersani.
da Pasquale Notargiacomo 13.08

Santanchè: "Vero problema è mutilazione della democrazia"
"Sono stupefatta che ci chiedano tutti se staccheremo la spina al governo, oggi abbiamo un problema molto più grave del governo: la mutilazione della democrazia...Mi vergogno di essere italiana e ora ho paura di vivere in questo Paese...Mi auguro che non staremo zitti: la responsabilità va benissimo, ma la responsabilità impone per me anche una reciprocità", afferma Daniela Santanchè, ospite a La7 .
da Pasquale Notargiacomo 13.06

Esercito di Silvio: "Presidio al Quirinale per grazia".
Da lunedì 5 agosto, data già concordata con la Questura di Roma, l’Esercito di Silvio inizierà un presidio permanente davanti al Quirinale dal quale farà partire una petizione per chiedere la concessione immediata della grazia per il presidente Berlusconi", dice Simone Furlan dell’Esercito di Silvio.
da Pasquale Notargiacomo 13.02

Vendola: "Inaudito Berlusconi riferimento governo"
Dal punto di vista politico, è inaudito che Berlusconi, reiterando attacchi così violenti alla giustizia, al potere giudiziario, alla sua autonomia e alla sua indipendenza, possa essere il riferimento di un governo". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola. "Questa - ha proseguito il governatore pugliese - è una sentenza definitiva ed è una sentenza che non ha solo conseguenze sul piano personale".
da Pasquale Notargiacomo 13.01

Il Milan dedica parte della sua homepage alla sentenza Mediaset
da Alessio Sgherza 12.50

12.47
TwitterRoberto Saviano @robertosaviano
Martire relegato in una villa da dove consiglierà i suoi o nei servizi sociali attivo al fianco dei deboli. Ecco cosa ci toccherà ascoltare.

12.46
TwitterMara Carfagna @mara_carfagna
I reiterati inviti del @pdnetwork alla ‘maturità’ @ilpdl sono modo per esorcizzare loro divisioni. Noi saremo sempre leali con gli italiani.

12.46
TwitterAugusto Minzolini @AugustoMinzolin
Consigli non richiesti a establishment Paese: la responsabilità è di tutti o di nessuno; la responsabilità è come la pazienza, ha un limite


CORRIERE.IT
La richiesta della grazia al Colle. E nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia. Berlusconi reagisce al verdetto della Cassazione. E incontra i suoi a Montecitorio per un vertice con i parlamentari del Pdl. La linea scelta è quella dura nei confronti dell’esecutivo delle larghe intese: «Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo». L’incontro è stato convocato nel pomeriggio in seguito alla sentenza Mediaset della Cassazione di giovedì e dopo che il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l’ordine di esecuzione con sospensione della pena per Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset.
L’INCONTRO CON NAPOLITANO - Un’atmosfera surreale, nella quale deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. Ma non solo. Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere «che venga ripristinato lo stato di democrazia». E lo faranno - o, almeno questa è la loro intenzione - già lunedì, al rientro delle vacanze del presidente della Repubblica.
LA GRAZIA AL COLLE -E Schifani addirittura spiega di voler chiedere la grazia e spiega al Cavaliere: «Ci muoveremo perché ti possa essere restituita nel rispetto della Costituzione quella libertà che ti spetta per la tua storia così da ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato. Parole ribadite da Daniela Santanché che afferma: «Noi abbiamo solo un’idea su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi, «mi fa un po’ effetto pronunciare quella parola legata a Silvio Berlusconi». Attenua i toni Renato Brunetta che annuncia: «Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese».
I SOGGETTI TITOLATI - E non è mancata una prima replica dal Colle. Interpellati sulle ricorrenti richieste di una grazia del presidente della Repubblica a Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale ricordano che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.
L’APPLAUSO - Ad accogliere il Cavaliere una standing ovation dei gruppi parlamentari del Pdl. Dai presenti viene riferito che l’applauso è stato lunghissimo e il Cavaliere ha ringraziato per l’affetto. Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare: difenderemo la democrazia nel nostro Paese. È quanto ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, viene riferito, parlando alla riunione dei gruppi del Pdl «Non è una sentenza», arringa i suoi Silvio. «È un teorema che non sta in piedi, messo ad arte solo per eliminarmi dalla scena politica», avrebbe detto il Cavaliere. «Dobbiamo resistere e non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia per questo siamo pronti alle elezioni». E sul suo futuro in politica Berlusconi spiega: «Decidete voi e nel decidere dimenticate la mia persona, pensate all’interesse dei nostri elettori e al bene dell’Italia». D’altro canto c’è Alfano che afferma «Se c’è da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi e la nostra storia, presidente, coincide con la sua, siamo tutti pronti alle dimissioni, a partire dai ministri al governo».
CON DUREZZA - Poi Berlusconi ripercorre le tappe politiche degli ultimi anni: «Avevano pensato, con i fatti del 2012, per esempio con il tradimento di Fini, di averci allontanato dalla vittoria. Anche con una pressione del Colle, decidemmo di dare le dimissioni nonostante avessimo ancora i numeri e una forte maggioranza al Senato. Dopodiché, con l’appoggio al governo Monti e con il mio distacco dalla scena, dovemmo constatare che i sondaggi erano in fortissima discesa. Alfano per questi motivi mi costrinse quasi con durezza a scendere nuovamente in campo».