Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  agosto 02 Venerdì calendario

SE DAL DISTRIBUTORE SI FA IL PIENO DI TASSE


MILANO. Petrolio e benzina. Due facce della stessa medaglia che sembrano unite da un legame indissolubile: al salire del prezzo del primo, sale inevitabilmente anche quello della seconda. Poi però quando il prezzo al barile scende, il valore dei carburanti non cala di conseguenza. E immancabilmente tutti se la prendono con i distributori, colpevoli di rifarsi sulle spalle dei cittadini. Ma la verità è che il valore del petrolio al barile centra ben poco con il prezzo alla pompa. Come al solito, il problema vero sono le imposte.
«In Italia circa il 60 per cento del prezzo al consumo della benzina è costituito dalle accise sul consumo e dall’Iva», spiega Dario Luca Spitale, amministratore delegato di IfaNewCorp, società di consulenza indipendente. «Le tasse sui carburanti applicate in Italia sono le più alte d’Europa». Proprio perché l’ingrediente principale del prezzo alla pompa non è il petrolio ma bensì le imposte (che valgono il 52,06 per cento del prezzo finale), l’andamento dell’oro nero non può essere l’unico fattore, né quello più rilevante, che influenza quanto pagano alla fine gli automobilisti. «Tutto questo ha portato alla creazione di una leggenda popolare e cioè che il prezzo della benzina aumenta quando sale il petrolio e non scende quando lo stesso cala. I dati dicono il contrario, ci sono stati periodi in cui il prezzo del petrolio è salito molto di più di quanto non sia salito il prezzo della benzina» continua Spitale.
«Per esempio dal 2007 alla metà del 2008 il prezzo del petrolio ha vissuto un incremento di oltre il 50 per cento rispetto a quello fatto registrare dalla benzina; dal 2009 al 2010 il prezzo della benzina si è mantenuto stabilmente sotto quello del petrolio». Nei circa 1,8 euro al litro che ogni italiano è costretto a pagare nel 2013 ci sono la bellezza di 20 voci, una vera e propria pagina di storia d’Italia: dal finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936, a quello della crisi di Suez del 1956, da quello alla cultura del 2011 al recente terremoto dell’Emilia del 2012. Ma la lista è ben più lunga. E così 1,030 euro se ne vanno in imposte. Inoltre il 2013 è l’anno (sempre che non salga ancora) in cui il prezzo della «verde» in Italia ha raggiunto il suo massimo storico.