Andrea Morigi, Libero 1/8/2013, 1 agosto 2013
PRESO IL KAZAKO MA CHI PROCESSERÀ LA FRANCIA ORA?
Nel corso di un blitz delle forze speciali francesi, ieri a Mouans- Sartoux nei pressi di Cannes, è stato arrestato il banchiere kazako Muktar Ablyazov, ricercato dall’Interpol.
Stavolta, tuttavia, non si è riusciti a imporre il silenzio sulla vicenda, com’era invece accaduto il 31 maggio con l’espulsione dall’Italia della moglie di Ablyazov, Alma Shalabayeva e della loro figlia di sei anni, Alua.
Molte le similitudini fra le due operazioni di polizia, entrambe condotte da agenti armati. In ambedue i casi, gli arrestati avevano un passaporto diplomatico rilasciato dalla Repubblica Centrafricana. E anche in Francia non è ancora esploso lo scandalo internazionale. La trattano come una normale operazione di rimpatrio. Del resto il governo di Parigi, così come quello di Roma, tenta di stare alla larga dalle ripercussioni politiche e diplomatiche, per evitare di inimicarsi un Paese come il Kazakistan e il suo dittatore Nursultan Nazarbayev, dal quale si possono ottenere ricchi contratti petroliferi. E il presidente francese François Hollande vuole verosimilmente evitare una bufera come quella che ha coinvolto il governo di Enrico Letta e il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Stavolta, intanto, anche gli Ablyazov si sono premuniti. Al momento della cattura, c’era la sorella, Gaukhar, che ha informato immediatamente gli altri familiari. A confermare e a far circolare la notizia, dopo che anche le autorità francesi, sull’esempio di quelle italiane, avevano tentato di nasconderla, ci ha pensato l’avvocato dell’ex ministro dell’energia kazako, in un’intervista a Radio Europa Libera, nella quale dichiarava di non capire chi avesse inviato alle autorità francesi la richiesta di estradizione, se la Russia, l’Ucraina o direttamente il Kazakistan, dove Ablyazov risulta incriminato per appropriazione indebita di almeno 6 miliardi di dollari in seguito alla bancarotta del suo istituto di credito, la Bta.
Tutta l’Europa, comunque, ha a che fare con la vicenda. La settimana scorsa, la Spagna aveva approvato la richiesta di estradizione in Kazakistan nei confronti di Aleksandr Pavlov, ex guardia del corpo di Ablyazov, ricercato per frode bancaria e terrorismo.
Un’altra oppositrice kazaka, oltre che partner di Ablyazov alla Bta, Tatiana Paraksevic, è stata incriminata sia in Russia che in Ucraina per reati finanziari, e questo secondo Paese ha inviato a Praga una richiesta di estradizione concessa lo scorso febbraio.
Ablyazov, che nel 2011 aveva ottenuto l’asilo politico nel Regno Unito, aveva soggiornato anche in altri Paesi europei, compresa l’italia, dopo che la polizia britannica lo aveva avvertito che la sua vita era in pericolo.
La latitanza dell’ex oligarca kazako potrebbe finire stamane, quando alle 10,30 comparirà davanti a un giudice francese che dovrà decidere la sua sorte.
Ma un funzionario della polizia giudiziaria francese a Marsiglia, che ha infine confermato l’arresto e ha rivelato che l’azione è avvenuta su richiesta dell’Ucraina, sostiene che Ablyazov potrebbe essere trasferito a Parigi, dove la decisione di estradarlo o non spetta al giudice assegnato al caso.
Per evitarne il rimpatrio, il figlio Madiyar Ablyazov ha lanciato un appello su Facebook, diffondendo la notizia data in anteprima dal Financial Times: «Cari amici,mio padre è stato arrestato. Vi sarò grato se condividerete questo articolo per evitare una espulsione rapida e illegale, come è già accaduto in Italia con mia madre e mia sorella».