Ettore Livini, la Repubblica 2/8/2013, 2 agosto 2013
LA TERZA GUERRA MONDIALE
Londra, 4 marzo 1983. A 44 anni dallo storico discorso del Re (quello in cui Giorgio VI dichiarava guerra alla Germania di Hitler) è l’ora, drammatica come allora, del discorso della Regina. La capitale inglese è sotto minaccia di attacco chimico dalla Russia. Elisabetta, volto teso ma voce calma, prende la parola davanti ai suoi concittadini a reti unificate: «L’ultima volta che vi ho parlato tre mesi fa stavamo godendoci il Natale in famiglia... Ora la follia è tornata a contagiare il mondo e dobbiamo essere pronti ad affrontare tempi durissimi ». Poi il passaggio più difficile. «Non avrei mai pensato di dovermi far carico di un momento così solenne e orribile... ma abbiamo salvato la nostra libertà già due volte negli ultimi decenni e lo faremo ancora. Prepariamoci a combattere contro i nuovi nemici, Dio vi benedica!». È la Terza guerra mondiale.
Fantastoria da Risiko? No, realtà. Emersa dagli Archivi nazionali con le pubblicazioni dei file confidenziali del 1983 e — in particolare — del dossier “Wintex Cimex 83”, la segretissima simulazione del conflitto preparata da Whitehall per un’esercitazione Nato.
War-gamesda
brividi, messi nero su bianco nell’anno più caldo della Guerra Fredda, mentre Ronald Reagan bollava la Russia come «l’impero del male» spostando i missili Pershing in Germania
e l’ambasciatore britannico a Mosca inviava cablogrammi allarmati per «la preoccupante retorica militare» del leader sovietico Yuri Andropov. Quasi 320 pagine in cui scorre minuto per minuto la cronaca di una guerra immaginaria (ma non troppo), con tanto di discorso tv pre-confezionato per la Regina — parole che gli inglesi sono contenti di non aver mai udito — scenari militari (tra cui un attacco preventivo dell’esercito russo all’Italia) e bilancio delle vittime: 33 milioni solo in Gran Bretagna in caso di Armageddon nucleare, ipotesi che quell’anno stava per diventare realta quando l’Unione Sovietica interpretò “Able Archer 83” — un’esercitazione dell’Alleanza Atlantica — come una vera aggressione, arrivando a un passo dal lancio di ordigni tattici.
I file di “Wintex Cimex 83” coprono i nomi dei belligeranti sotto pseudonimi. Lo scenario disegnato dagli strateghi è però realissimo: gli “arancioni” (vale a dire la Russia) attaccano con le forze di terra Scandinavia, Italia, Germania e Turchia. Poi colpiscono i Blu (la Nato) lanciando testate chimiche su Londra. È un’escalation di terrore. Nei file ci sono persino le finte pagine di giornale
dedicate al conflitto («Portalo in salvo, un giorno avremo bisogno di lui», strilla in prima una copia di
The Sun
su cui campeggia
la foto del principe Carlo scappato in Scozia con in braccio William), la previsione di proteste pacifiste a Londra e dell’esodo di
500mila persone in fuga verso il Galles, con corollario di boom di consumo d’alcolici e assalti alle farmacie.
La “scaletta” di Wintex Cimex non lascia niente al caso. Il premier deve nominare tre
nuclear deputies
cui affidare il compito di attivare i pulsanti della guerra atomica dalla
Cobra Room
di Downing Street, in caso di sua morte.
I ministri, a quel punto, devono separarsi in diversi angoli del paese per creare dei “micro- embrioni” di governo per tenere la situazione sotto controllo. E ai comandanti dei sommergibili Polaris immersi nell’artico devono essere affidate le istruzioni da seguire nel caso il conflitto cancelli la Gran Bretagna dalla carta geografica.
Il rischio, carte alla mano, c’è: i file segreti ipotizzano che la Nato risponda alla provocazione degli arancioni lanciando missili tattici a bassa potenza nucleare. Seguiti a stretto giro di posta per rappresaglia da un attacco “atomico” alla Scozia. A quel punto — conclude la simulazione della terza Guerra mondiale — i Blu rompono gli indugi e ripudiano il principio del “Nofun” (ossia “No First Use of Nuclear”). Manca il lieto fine, ma un secondo prima del lancio delle testate, Mosca — nella versione di Wintex Cimex — tira il freno e chiede un negoziati per evitare l’Apocalisse.
Nessuno, per fortuna, ha mai avuto l’occasione di sperimentare se lo scenario degli 007 britannici fosse reale o no. La Guerra fredda è andata in archivio. Elisabetta in questi giorni è impegnata con il Royal Baby “Georgie” (come lo chiama nonno Carlo). Nel ‘90, dopo la caduta del muro di Berlino e la Perestroika, la Nato ha sospeso queste simulazioni. E i discorsi del Re (o della Regina) sono diventati materiali hollywoodiano da riesumare, al massimo, nella notte degli Oscar.
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