Renato Franco, Corriere della Sera 2/8/2012, 2 agosto 2012
DIEGO GABRIELE E RITA
Gabriele Salvatores: «Una volta, eravamo a Lucca, e portavo a scuola Marta che andava in prima elementare (ora ha 28 anni, ndr). Scendevamo dai tornanti, lei era assorta. Dopo un paio di curve mi fa: “Gabriele, che cosa vuol dire frocio?”. No, guarda, allora, ti spiego bene: frocio è una parolaccia, è un insulto. Tu puoi dire gay, omosessuale... Si tratta di uomini a cui piacciono altri uomini, è amore ed è rispettabile. Altri tre tornanti e Marta: “Gabriele, ma a te la mamma piace?”. E certo che mi piace, mi piace molto, ci sto insieme. “E allora perché papà dice che sei frocio?”». Il papà che si esprimeva in questo modo da «terrunciello» di Eccezzziunale... veramente era Diego Abatantuono.
L’aneddoto dice molto di questo triangolo di amicizia e amore dove Jules e Jim sono Gabriele e Diego e nei panni di Jeanne Moreau, la donna contesa, c’è Rita Rabassini. Solo che questa non è finzione, è successo per davvero. È successo che sono rimasti amici, hanno continuato a fare film insieme, nonostante la moglie dell’uno (Diego) sia poi diventata compagna dell’altro (Gabriele), funamboli di sottili equilibri emotivi e affettivi.
Da film anche l’incontro. Sul set, ovviamente. Di Marrakech Express. Raccontava così Salvatores il film e l’inizio di una storia: «In quel momento il viaggio di quattro amici alla ricerca di un quinto che vuole trovar l’acqua nel deserto, cioè una metafora per tener viva l’utopia di un tempo, diventa esso stesso una metafora. Alla fine, come nel film, ognuno parte per viaggi singoli, ma rimane un rapporto profondo. Però tutto è cominciato da lì. E da Diego. È stato generoso con noi, devo ringraziarlo. In più sul set ho conosciuto sua moglie». Nessun attrito però ad avere una donna in duplex, anche se in momenti diversi. Abatantuono ricordava così: «Nessun problema: io e Rita non stavamo più assieme quando lei ha incontrato Gabriele. Mi ero già innamorato di Giulia (l’attuale compagna, madre degli altri due suoi figli, ndr). La cosa più bella che potesse capitarmi era che il mio amico si mettesse con la mia ex, così ho potuto continuare a vedere mia figlia Marta: Rita veniva a trovare lui sui set e portava la bambina. Adesso facciamo le vacanze insieme». Ancora Salvatores: «La loro storia era già finita. Ed è stata necessaria molta maturità, molta intelligenza. Diego e io siamo complementari. Lui molto estroverso, io introverso, talvolta ipocondriaco». Opposti che si attraggano, i due maschi. La pensa così anche Abatantuono: «Siamo agli antipodi. Culturalmente e caratterialmente. Però ci siamo incontrati senza separarci più e ci compensiamo».
In questo triangolo a camminare su un filo sottile non sono stati solo loro. Anche le due donne. Diego: «Il merito di questa famiglia allargata non è tanto mio quanto di Rita e Giulia, due donne intelligenti che vanno d’accordo tra loro. Nelle nostre famiglie regnano l’armonia e la serenità». Il collante di questo triangolo diventato quadrato è sempre l’amicizia. Basta leggere le parole di Salvatores: «Il mio rapporto con Diego è di croce e delizia. Ha una personalità talmente forte che bisogna contenerlo perché il film non vada nella direzione che intende lui. Ma quando gli metti dei limiti esprime una forza incredibile». Sul set ma anche sul divano insieme. Un’amicizia cementata da ore di Playstation: «È l’unica persona che conosco che sgridava i bambini perché volevano smettere di giocare e andare a nanna».
Il set è sempre luogo di incontri, crocevia di rapporti che si interrompono e iniziano. Anche per Abatantuono: «Nel 1986 stavo girando il film Strana la vita, di Giuseppe Bertolucci, dov’ero un annoiato psicologo conteso da quattro donne. Giulia lavorava come aiuto scenografa per il film e così mi ritrovai ad avere quattro donne sul set e due nella vita: un vero harem! Già, perché quando conobbi Giulia stavo ancora con Rita... Poco dopo, però, quando capii che tra noi le cose erano serie, chiarii subito tutto con Rita. Al di là dell’amore, il nostro è sempre stato, ed è, un rapporto di stima e di fiducia». Stima e fiducia sono rimaste: «È giusto mantenere i rapporti: se due persone si sono innamorate vuol dire che c’erano affinità. Mi sembrano dei folli quelli che prima amano e poi odiano; vuol dire che si sono innamorati delle persone sbagliate».
Non poteva sperare di meglio, Diego Abatantuono: «Forse è la cosa che mi è venuta meglio nella vita. Gabriele ha un bellissimo rapporto con mia figlia. L’operazione sentimentale fu formidabile. Io mi ero innamorato di un’altra donna, Giulia, e soffrivo. L’idea che Rita fosse felice con un mio amico mi rasserenava. Meglio lui di un capitano di vascello panamense, di un secessionista turkmeno o di un camionista ungherese».