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 2013  agosto 01 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE SU BERLUSCONI


Condanna confermata e rinvio ad una diversa Corte d’Appello di Milano solo per la rideterminazione della pena accessoria, ovvero la durata delll’interdizione dai pubblici uffici. Silvio Berlusconi non esce vincitore dalla sentenza pronunciata al Palazzo di Giustizia di Roma: viene rigettato il suo ricorso e di conseguenza confermata la condanna per frode fiscale. Ma per il momento non viene tagliato fuori dalla politica attiva: un piccolo contentino che tuttavia non influirà sulla sentenza di colpevolezza. I giudici della Suprema Corte, dopo circa sette ore di camera di consiglio, hanno dunque avallato il doppio pronunciamento con cui il patron dell’azienda del Biscione è stato ritenuto il deus ex machina dell’azienda e, in quanto tale, il responsabile e l’ideatore del sistema di frode fiscale legato all’acquisizione di diritti tv dagli Stati Uniti. Confermata anche la condanna degli altri imputati.

LA NUOVA UDIENZA - La corte d’Appello di Milano dovrà essere dunque riconvocata (in una diversa sezione rispetto a quella che si è espressa due mesi fa) ma solo per definire una nuova durata dell’interdizione dei pubblici uffici, sostanzialmente dell’impossibilità di fare ancora politica attiva, che in prima istanza era stata determinata in 5 anni. La decisione dei giudici era stata in qualche modo preannunciata e lo stesso pg aveva fatto notare l’anomalia dei 5 anni inflitti in secondo grado, perché per questo tipo di reato la pena accessoria prevede un periodo che varia da uno a tre anni. Il leader del Pdl era stato condannato lo scorso 8 maggio in appello a 4 anni di reclusione per frode fiscale e, appunto, a 5 di interdizione dai pubblici uffici.
ACCUSA E DIFESA - La settimana è stata caratterizzata dal match finale in Cassazione. Mercoledì era stata la giornata delle difese. Il professor Franco Coppi e l’avvocato e deputato Niccolò Ghedini hanno chiesto l’assoluzione di Berlusconi e hanno contestato l’esistenza stessa del reato. Martedì invece il procuratore Antonio Mura, dopo aver definito l’ex premier «l’ideatore del meccanismo delle frodi fiscali», aveva chiesto il rigetto dei ricorsi delle difese degli imputati (e quindi la conferma delle condanne).

IL PDL - La tensione sul caso Mediaset, al di là delle dichiarazioni di circostanza, è altissima. Nel Pdl i «falchi» minacciano «riflessi» sulla tenuta del governo; le «colombe» assicurano che «ripercussioni non ce ne saranno» e rilanciano la palla nel campo del Pd. «Berlusconi ha fatto delle dichiarazioni molto esplicite su quale sarebbe stato il suo comportamento in caso di condanna, anche se chi lo circonda, secondo me danneggiandolo, ha invece detto esattamente il contrario, "faremo saltare tutto, andremo via dal Parlamento": mi pare francamente poco accettabile» dice Gaetano Pecorella, ex avvocato di Berlusconi ed ex parlamentare Pdl, ai microfoni di Radio Città Futura.

IL PD - Il Partito democratico rifiuta la polemica diretta con il Pdl, preferendo attendere il verdetto della Cassazione. «Ci aspettiamo che qualunque sia il verdetto il Pdl rimanga concentrato sulle priorità del Paese e non sulle vicende di una persona, anche se è il suo leader. A nessuno serve ribaltare il tavolo, pagherebbe il Paese», commenta tra gli altri il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, intervistato da Radio Capital, dicendosi anche «fiducioso che il governo vada avanti».
Politica in fibrillazione. Dovrebbe arrivare nel tardo pomeriggio di oggi il verdetto della Cassazione che deciderà il destino di Silvio Berlusconi. La Suprema Corte si pronuncerà infatti sul processo Mediaset che vede tra gli imputati il Cavaliere, condannato in appello a 4 anni di reclusione per frode fiscale e a 5 di interdizione dai pubblici uffici.
Intorno alle 12.30 i giudici della corte feriale, presieduta da Antonio Esposito, si sono riuniti in camera di consiglio. La sentenza è attesa, verosimilmente, dopo la chiusura della Borsa.
ACCUSA E DIFESA - Mercoledì era stata la giornata delle difese. Il professor Franco Coppi e l’avvocato e deputato Niccolò Ghedini hanno chiesto l’assoluzione di Berlusconi e hanno contestato l’esistenza stessa del reato. Martedì invece il procuratore Antonio Mura, dopo aver definito l’ex premier «l’ideatore del meccanismo delle frodi fiscali», aveva chiesto il rigetto dei ricorsi delle difese degli imputati (e quindi la conferma delle condanne). Da ricalcolare invece l’interdizione dai pubblici uffici.

DAGOSPIA
1 - BERLUSCONI A PALAZZO GRAZIOLI; PALAZZO OFFLIMITS CON IL CAVALIERE MARINA, LETTA E AVVOCATO COPPI
(ANSA) - Ultimi minuti di attesa per Silvio Berlusconi blindato a palazzo Grazioli con i più stretti collaboratori, sua figlia marina, Gianni Letta e l’avvocato Franco Coppi. L’ex capo del Governo, infatti, attende di conoscere il suo destino poiché a breve è attesa la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset.
Fuori Palazzo Grazioli ressa di giornalisti e telecamere, gli unici ammessi davanti l’ingresso della residenza romana del Cavaliere. Le strade limitrofe, infatti, per motivi di sicurezza sono state chiuse. A presidiare gli ingressi intorno a Palazzo Grazioli sono infatti le forze dell’ordine che hanno transennato via del Plebiscito bloccando l’accesso da piazza Venezia, piazza del Collegio Romano e piazza del Gesù. Ancora pochi i militanti e i curiosi. A piazza del Gesù si è fermato un gruppo di militanti e qualcuno reca con sé la bandiera di Forza Italia.
2 - MEDIASET:A PALAZZO GRAZIOLI ANCHE VICE PREMIER ALFANO
(ANSA) - Ad attendere la sentenza della Cassazione con Silvio Berlusconi c’è anche il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano. A Palazzo Grazioli inoltre dovrebbe essere presente anche Piersilvio Berlusconi, secondogenito del Cavaliere e arrivato con ogni probabilità già ieri sera.
3 - MEDIASET: CHIUSA VIA DEL PLEBISCITO, TRAFFICO IN TILT. MANIFESTAZIONE VICINO PALAZZO GRAZIOLI, BUS DEVIATI
(ANSA) - Traffico in tilt nel centro storico a causa della chiusura di via del Plebiscito per la manifestazione che si sta svolgendo nei pressi di Palazzo Grazioli, casa dell’ex premier Silvio Berlusconi. I bus - informa l’Agenzia per la Mobilità di Roma - sono deviati a Teatro Marcello-lungotevere. Direzione Venezia deviati lungotevere-Arenula-Argentina. In forte ritardo l’intera rete del centro.
4 - MEDIASET: CASSAZIONE, TANTI CRONISTI E QUALCHE MANIFESTANTE
(ANSA) -- "Nessuno è più uguale degli altri, nemmeno tu". "Berlusconi colpevole". Queste le scritte che compaiono su cartelli e striscioni che alcuni cittadini esibiscono di fronte alla Cassazione dove si attende la sentenza Mediaset. La piazza ha ripreso a riempirsi gia’ poco prima delle 17. "Mi sembra utile ricordare l’articolo 3 della Costituzione" sull’uguaglianza dei cittadini, afferma un altro manifestante munito di megafono. Tanti i giornalisti che attendono di entrare al Palazzaccio, le telecamere delle tv e i fotografi all’esterno.
5. PALAZZO GRAZIOLI BLINDATISSIMO. IL CAV ATTENDE LA SENTENZA CON MARINA E PIERSILVIO E IL LEGALE COPPI
Luca Romano per Il Giornale.it
Palazzo Grazioli blindatissimo in attesa che la Cassazione emetta la sentenza sul processo Mediaset.
Le vie di accesso alla residenza romana di Silvio Berlusconi sono tutte bloccate da transenne e da un ingente dispiegamento di forze dell’ordine che impediscono il transito anche ai pedoni in tutta la zona che va da Via del Plebiscito a largo Argentina comprese strade dietro all’abitazione.
Davanti all’ingresso di palazzo Grazioli stazionano alcune telecamere e giornalisti. A ridosso delle transenne dalla parte di Largo Argentina, invece, c’è un gruppetto di manifestanti con bandiere di Forza Italia e del Pdl. Il Cavaliere ormai da due giorni attende silente il verdetto chiuso nelle sue stanze a cui in pochissimi hanno avuto accesso. In queste ultime ore lo hanno raggiunto i due figli maggiori, Marina e Piersilvio, mentre con lui durante la lettura della sentenza ci sarà l’avvocato Franco Coppi. Presente inoltre Gianni Letta.
IL PDL - La tensione sul caso Mediaset, al di là delle dichiarazioni di circostanza, è altissima. Nel Pdl i «falchi» minacciano «riflessi» sulla tenuta del governo; le «colombe» assicurano che «ripercussioni non ce ne saranno» e rilanciano la palla nel campo del Pd. «Berlusconi ha fatto delle dichiarazioni molto esplicite su quale sarebbe stato il suo comportamento in caso di condanna, anche se chi lo circonda, secondo me danneggiandolo, ha invece detto esattamente il contrario, "faremo saltare tutto, andremo via dal Parlamento": mi pare francamente poco accettabile» dice Gaetano Pecorella, ex avvocato di Berlusconi ed ex parlamentare Pdl, ai microfoni di Radio Città Futura.
IL PD - Il Partito democratico rifiuta la polemica diretta con il Pdl, preferendo attendere il verdetto della Cassazione. «Ci aspettiamo che qualunque sia il verdetto il Pdl rimanga concentrato sulle priorità del Paese e non sulle vicende di una persona, anche se è il suo leader. A nessuno serve ribaltare il tavolo, pagherebbe il Paese», commenta tra gli altri il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, intervistato da Radio Capital, dicendosi anche «fiducioso che il governo vada avanti».


VERDERAMI SU CORRIERE.IT
ROMA - Non è solo questione di giurisprudenza e di ragion di Stato, di diritto e di politica. Alla fine Berlusconi spera di cavarsela grazie anche al «fattore c». Perché la fortuna serve, in tutti i campi, tanto che ieri l’argomento è stato servito alla tavola rotonda del Cavaliere, per sostituire il solito menù a base di codici. D’altronde negli ultimi tempi il leader del Pdl ha spesso evidenziato nelle discussioni una insopprimibile esigenza di cambiar discorso, per evadere dalla stressante attesa del verdetto della Cassazione e per trovare nei suoi trascorsi vincenti un appiglio positivo. Certo, evocare la buona sorte per vicende passate è - inconsciamente - una sorta di consuntivo, di fine bilancio.
Ma i commensali l’hanno assecondato, ripescando dal passato un evento in cui il «fattore c» è stato senza dubbio un decisivo fattore di svolta. Senza l’aiuto della dea bendata, infatti, probabilmente non ci sarebbe stata l’epopea rossonera, quella che ha portato Berlusconi a diventare il presidente della società di calcio più titolata al mondo. Se a Belgrado non fosse calata una fitta nebbia la sera del 9 novembre 1988, il Milan - sotto nel punteggio e inferiorità numerica a mezz’ora dalla fine - sarebbe stato eliminato dalla Stella Rossa in Coppa dei Campioni. L’assenza di visibilità mutò il corso degli eventi, perché costrinse l’arbitro a sospendere il match. E il giorno seguente - quando venne rigiocata la partita - il risultato consentì al Milan di passare il turno e di vincere il torneo.
Quel ricordo ha imposto la fortuna (definita in termini prosaici durante il pranzo) come elemento da tenere in debito conto nella valutazione che oggi farà la Corte. O quantomeno è stato questo il divertito convincimento di chi, a tavola, ha cercato insieme a Berlusconi di esorcizzare il giorno del giudizio e la sentenza. Chissà come l’avrebbe presa il professor Coppi, che in quelle stesse ore si preparava alla difesa in Cassazione. Di sicuro l’ha presa male quando ha saputo che altri stavano preparando per l’indomani una manifestazione di sostegno al Cavaliere davanti palazzo Grazioli.
E poco importa quali siano state le argomentazioni del suo cliente, se è vero che ha fatto finta di cadere dalle nuvole, sebbene sapesse tutto. L’avvocato ha urlato che «non esiste» e Berlusconi - che avrebbe tanto desiderato consolare il proprio ego - ha dovuto assoggettarsi ai voleri del legale, l’unico che oggi riesce a gestire (faticosamente) il Cavaliere. Perché il leader del Pdl - sperando di cavarsela - può anche confidare nel «fattore c», ma un conto è immaginare la riedizione della partita di Belgrado, altra cosa è pensare di farla franca con l’espediente di Marsiglia, dove il suo Milan - sempre in Coppa dei Campioni - cercò ignominiosamente di sfruttare la rottura di un riflettore dello stadio per evitare la sconfitta sul campo. Con Coppi in panchina «non esiste», appunto.
Così a Berlusconi non è rimasto che far ritirare striscioni e claque, per aspettare il risultato di oggi. Nel frattempo la vecchia guardia aveva già lasciato la tavola rotonda del Cavaliere, da ore Confalonieri (a pranzo insieme a Gianni Letta) si era congedato dal leader del Pdl, forzandosi a ridere e a pensare positivo. Un modo anche per contrastare il clima funereo che sta ammorbando l’aria dell’amico di una vita, quella sequenza interminabile di telefonate dei pidiellini che sanno di condoglianze preventive, e a cui scaramanticamente il capo risponde dall’altro capo del telefono toccando ferro e facendo le corna: «State tranquilli, sono tranquillo. Al massimo, vorrà dire che presiederò le riunioni di partito dagli arresti domiciliari. Condannato o assolto, per me non cambia nulla».
Ecco, è sul «non cambia nulla» che in molti dubitano. Lo s’intuisce dal volto segnato dei ministri berlusconiani, dall’opinione - per una volta unanime nel Pdl - che una sentenza avversa non potrà essere politicamente gestita. Non solo perché non sono prevedibili le reazioni del Cavaliere, che pure fa sfoggio di saggezza patriottica, ma perché non sono nemmeno governabili le sette tribù democratiche, sette correnti già sul piede di guerra per il prossimo congresso del Pd. Perciò, pur di aggrapparsi a qualcosa, persino il premier (tifoso milanista) si è messo a confidare anche sul «fattore c». Ma siccome in serata i rossoneri ne hanno presi 5 dal Manchester City, tra i suoi ministri c’è chi ha preferito appellarsi ai santi. Il più citato è San Giorgio.

REPUBBLICA.IT
ROMA - I giudici della sezione feriale della Cassazione, presieduta da Antonio Esposito, hanno emesso il loro verdetto: confermate le condanne per frode fiscale a carico di Silvio Berlusconi e degli altri tre imputati del processo Mediaset, gli ex dirigenti di Mediaset Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto e il produttore cinematografico Frank Agrama. Confermata dunque la condanna a quattro anni di reclusione per Berlusconi per frode fiscale. Tre anni della pena sono coperti da indulto, l’anno residuo dovrà essere scontato ai domiciliari o con l’affidamento ai servizi sociali.
La Cassazione ha invece annullato la pena accessoria a carico dell’ex premier, l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, e ha disposto il rinvio alla Corte d’Appello di Milano per la rideterminazione della pena accessoria. Era stato il sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonio Mura, a chiedere nella sua arringa direttamente ai giudici della Suprema Corte di rivedere al ribasso gli anni dell’interdizione, da cinque a tre. Ma i giudici hanno deciso per il rinvio.
Durante la diretta televisiva della lettura del verdetto, alla parola "annulla" pronunciata da presidente Esposito in riferimento alla pena accessoria, l’interdizione, un grido di esultanza si è levato dalla folla radunata in via del Plebiscito, tenuta dietro le transenne dalle Forze dell’Ordine. Poi, quando è apparso chiaro che la condanna del Cavaliere era invece confermata, è arrivato lo sconforto. "Siamo profondamente delusi, all’inizio avevamo capito che c’era stato un rinvio ma quando abbiamo capito che era solo parziale ci siamo resi conto che questa sentenza è veramente ingiusta" hanno spiegato. "L’esercito di Silvio" resterà a presidiare, anche se da lontano, palazzo Grazioli.

L.MAIS
Sazia dalle scorpacciate del passato? Distratta dagli scenari immaginifici di un’economia in "velocità di fuga", metafora di una solida ripresa ormai alle porte? O forse solo in attesa degli sviluppi. Londra, ha relegato ieri Silvio Berlusconi un po’ più giù nella lista delle news di quanto fosse lecito immaginare, lasciando rinnovato spazio e disgustato stupore, invece, alla folle intolleranza contro il ministro Kyenge, fatti che secondo Tobias Jones sul Guardian confermano che il nostro Paese «ha un serio problema con il razzismo».
silvio berlu occhialisilvio berlu occhiali
Considerazione incontenstabile alla luce degli eventi. Anche per questo, forse, su Silvio Berlusconi l’attenzione si è - ieri, almeno - attenuata, in attesa di una tempesta che, crediamo, tornerà quando il destino giudiziario sarà stato scritto.
Bill EmmottBill Emmott
Le cronache, da Financial Times a Bbc, sono secche nel ricordare i fatti che hanno portato l’ex premier in Cassazione per quest’ultimo processo per evasione fiscale. Ripercorrono la storia e si soffermano sulle conclusioni. Il rischio, analizzato e temuto a Londra quanto in Italia, è legato alle ricadute sul governo Letta. Si citano le voci che danno per crescente il malumore del Pdl e la spinta dei falchi favorevoli a scatenare quel "terremoto" che il premier dalla Grecia ha escluso.
KATEKATE
Cronache per lo più, dunque. Per i commenti, al di là di quelli scritti in occasione della presentazione del processo, si dovrà attendere un verdetto che gli allibratori vedono già scritto. Immaginano la condanna finale come ipotesi privilegiata: pagano 4 sterline a chi ne punta 11. L’assoluzione è, al contrario, considerato scenario improbabile: 10 sterline di premio a chi ne gioca una sola. In mezzo, con una quota mediana, almeno per il bookmaker Paddy Power, la prospettiva di un rinvio.
royal babyroyal baby
Gli inglesi, è noto, scommettono su tutto e su tutti. E il destino politico di Sivio Berlusconi non poteva essere risparmiato. Neppure l’ironia per il paradosso che il caso rivela, secondo l’interpretazione dell’Economist, settimanale liberale e liberista che non ha mai lesinato critiche al premier italiano. Il magazine rilegge la linea della difesa, sottolineando che il punto centrale sostenuto dal collegio guidato da Franco Coppi è che nel 2002-2003, ovvero quando i fatti contestati accaddero, Silvio Berlusconi era premier.
In altre parole era tanto affaccendato dagli impegni di governo da non poter avere avuto responsabilità nella gestione di Medisaet. «È un’ironia - precisa Economist - notare che lo sforzo dei legali sarebbe ora molto più agevole se, negli anni Novanta, quando entrò in politica, Silvio Berlusconi avesse dato retta agli avversari dividendo i suoi interessi d’affari dalla carriera politica». Un contrappasso dantesco lo seppellirà ? Londra attende.

Letta ascolta sentenza a Palazzo Chigi e non commenta
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha assistito alla lettura della sentenza sul processo Mediaset a palazzo Chigi, con i suoi collaboratori. Secondo quanto si apprende da fonti di governo, il premier non commenterà il verdetto di condanna della Suprema corte nei confronti di Berlusconi. Letta ha incontrato nel pomeriggio il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e quello per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.
da Tullia Fabiani 20.43

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Lega: "Nessuna fiducia nelle toghe, ora cada governo infame"
"Nessuna fiducia in magistratura faziosa. Spero solo che adesso cada questo governo infame". Così il vice segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, dopo che la Cassazione ha confermato la condanna a Silvio Berlusconi nel processo per i diritti tv Mediaset.

Vendola: "Pd non può restare alleato di Berlusconi"
"Non è possibile immaginare che Berlusconi rimanga al centro della scena politica. Dare risposta forte a crisi morale del Paese". Lo scrive su twitter il leader di Sel Nichi Vendola. "Non è possibile immaginare - aggiunge - che il Partito Democratico permanga nella condizione di alleato del partito di Berlusconi".
da Tullia Fabiani 20.34

Napolitano: "Ci sono le condizioni per una riforma della Giustizia"
da Tullia Fabiani 20.33

Epifani: "Pdl sia responsabile per tenuta governo"
"Seguiremo con attenzione il comportamento del PDL, sapendo che un atteggiamento responsabile rafforzerebbe l’opportunità di tenere distinte le vicende giudiziarie da quelle politiche e di Governo, come il PD ritiene necessario in una fase di crisi grave come quella che sta attraversando il Paese", afferma Guglielmo Epifani.
da Tullia Fabiani 20.32

Grillo: "Berlusconi è morto. Sua condanna come caduta del Muro"
Beppe Grillo ha esultato alla sentenza della Cassazione sul processo Mediaset. "Berlusconi è morto. Viva Berlusconi! La sua condanna è come la caduta del Muro di Berlino nel 1989", ha scritto sul suo blog. "Il Muro divise la Germania per 28 anni. L’evasore conclamato, l’amico dei mafiosi, il piduista tessera 1816 ha inquinato, corrotto, paralizzato la politica italiana per 21 anni, dalla sua discesa in campo nel 1993 per evitare il fallimento e il carcere. Un muro d’Italia che ci ha separato dalla democrazia. Oggi questo muro, da tempo un simulacro, un’illusione ottica, tenuto in vita dagli effetti speciali dei giornali e della televisione, è caduto", ha insistito.
da Tullia Fabiani 20.05

Confermata la condanna anche per i coimputati
La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di Daniele Lorenzano, Gabriella Galetto e Frank Agrama, coimputati di Berlusconi nel processo Mediaset. Nei loro confronti, dunque, la sentenza di condanna d’appello diventa definitiva.
da Tullia Fabiani 20.04

I vertici del Pdl a Palazzo Grazioli
Subito dopo la lettura della sentenza della Cassazione a Palazzo Grazioli sta arrivando tutto lo stato maggiore del Pdl. Tra i primi a giungere a via del Plebiscito i due capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta, il coordinatore del partito Denis Verdini e il senatore pidiellino Altero Matteoli.
da Tullia Fabiani 20.02

Condanna Berlusconi è breaking news nel mondo
La condanna di Silvio Berlusconi a quattro anni di carcere e il rinvio per l’interdizione dai pubblici uffici è la breaking news di tutti i media mondiali. Dalla Bbc a Skynews, ai francesi Le Monde e Le Figaro, la notizia apre i siti dei maggiori quotidiani e tv internazionali.
da Tullia Fabiani 20.00

La possibile riduzione dell’interdizione
"La pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, per Silvio Berlusconi, potrebbe ridursi fino a un anno di interdizione, perché le norme alle quali ha fatto riferimento il dispositivo del verdetto prevedono un’interdizione da un anno a un massimo di tre. La misura dunque la rideterminerà la corte di Milano". Lo ha detto l’avvocato Filippo Dinacci, che nel processo Mediaset in Cassazione ha difeso Gabriella Galetto, e che difende l’ex premier in altri procedimenti.
da Tullia Fabiani 19.59

Bruti Liberati: "Pena principale definitiva e eseguibile"
Nessun commento alla decisione della Cassazione sul processo Mediaset da parte del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati che si è limitato a spiegare che "la pena principale è definitiva ed è eseguibile" e "quando la Cassazione manderà il provvedimento a Milano verranno seguite le procedure previste dalla legge".
da Tullia Fabiani 19.58

La decisione sull’interdizione
Sull’interdizione la sezione feriale presieduta da Antonio Esposito ha quasi completamente accolto le richieste del procuratore Antonio Mura, il quale però aveva chiesto direttamente ai giudici della Suprema Corte di rivedere al ribasso gli anni dell’interdizione.
da Tullia Fabiani 19.53

Manifestanti esultano davanti a Palazzo Grazioli, poi la delusione
Un grido di esultanza. Le bandiere di Forza Italia hanno cominciato a sventolare non appena il giudice ha pronunciato la parola "annullamento". Probabilmente i sostenitori del Cavaliere hanno inteso che si trattava di un verdetto che riguardava tutta la condanna e non solo le pene accessorie.

Infatti man mano che le notizie dalla cassazione hanno cominciato ad essere più precise e chiare anche le bandiere sono state ammainate e il clima è cambiato.
da Tullia Fabiani 19.51

I sostenitori di Berlusconi esultano
Un piccolo boato di esultanza si è levato dal gruppetto di sostenitori di Silvio Berlusconi che hanno appreso in diretta la sentenza della Corte di Cassazione per il processo Mediaset. Dietro le transenne di piazza del Gesù i manifestanti gridano "Silvio-Silvio"
da Tullia Fabiani 19.48

La sentenza della Corte
Confermata la condanna d’appello a 4 anni di reclusione per Silvio Berlusconi e rinvio alla Corte d’Appello di Milano per rideterminare l’interdizione. Questa la sentenza della Corte di Cassazione a conclusione del processo Mediaset.
da Tullia Fabiani 19.47

Avvocati e Procura in Aula per il verdetto
Sono entrati in aula, per la lettura del verdetto Mediaset, il sostituto procuratore generale Antonio Mura e gli avvocati Roberto Borgogno e Francesca Coppi, in difesa dell’ex premier Silvio Berlusconi. Per la procura ci sono anche i sostituti Elisabetta Cesqui e Pietro Gaeta.
da Tullia Fabiani 19.40

Finita la camera di consiglio, gli operatori entrano. La sentenza dovrebbe essere a breve
Si è conclusa la camera di consiglio della sezione feriale della Corte di Cassazione; tra mezz’ora è attesa la lettura della sentenza del processo Mediaset.
da Alessio Sgherza a cura di Pasquale Notargiacomo 19.06

Mediaset: stabilito preavviso di mezz’ora per sentenza
Al momento non c’è nessuna indicazione sicura sul termine della camera di consiglio, tuttavia fonti della suprema corte hanno fatto sapere che circa mezz’ora prima della lettura del dispositivo saranno aperte le porte dell’aula dove il collegio della sezione feriale emetterà la sentenza. Per motivi di ordine pubblico, se le porte non saranno aperte prima delle 21, il verdetto potrebbe slittare a domani. Per ora però non ci sono indicazioni in questo senso.

da Pasquale Notargiacomo 18.40

PALAZZO GRAZIOLI, I FAN: GIU’ LE MANI DA SILVIO
da Pasquale Notargiacomo on Aug 1, 2013 at 4:30 PM


da Pasquale Notargiacomo a cura di Alessio Sgherza 18.31

Piazze e vie del centro di Roma bloccate in attesa della sentenza
Roma blindata in attesa della sentenza Mediaset. Da piazza Montecitorio a piazza Cavour, strade e piazze dei palazzi coinvolti direttamente da quelli che saranno gli esiti della sentenza Mediaset, sono state chiuse al traffico e aperte solo ai giornalisti provenienti da tutto il mondo.
da Pasquale Notargiacomo 18.12

Mediaset chiude in forte rialzo: +2,5%
Mediaset chiude in forte rialzo (+2,5%) in attesa della sentenza della Cassazione
da Pasquale Notargiacomo 17.43

Coppi e Ghedini non assisteranno alla lettura della sentenza in aula
Franco Coppi e Niccolò Ghedini, i due legali di Silvio Berlusconi, non saranno presente nell’aula della Cassazione per assistere alla lettura della sentenza del processo Mediaset. I due avvocati sarebbero dal Cavaliere con cui assisteranno alla lettura del verdetto in diretta televisiva.