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 2013  luglio 31 Mercoledì calendario

STATO MOROSO: ADDIO ALLA SOCIETÀ CHE HA FATTO MILANELLO

Falliti per il patto di stabilità. Cioè il vincolo che impone un tetto di spesa agli enti locali, anche se sono virtuosi e in cassa hanno milioni di euro. Così accade che un’azienda nata nel 1952 e stimata anche all’estero finisca la benzina. È il caso della Biffi spa di Villa d’Adda, Bergamo, che si occupa di impiantistica sportiva ed è stata messa in piedi dalla passione di quattro fratelli: Pietro, Marino, Gianpietro e Guido. A brevissimo termine, come ha scritto l’edizione bergamasca del Corriere della Sera, l’azienda dovrebbe presentare domanda di ammissione a un concordato liquidatorio. Ai quasi cento dipendenti restano ancora 18 mesi di disoccupazione speciale edile. Recentemente, la metà dei lavoratori aveva fatto prima un periodo di cassa integrazione ordinaria (per 12 mesi) e successivamente di cassa integrazione straordinaria (un altro anno). Insomma, l’aria era pesante già da un po’. La Cisl ha fatto sapere che «l’azienda ha pagato un prezzo altissimo al patto di stabilità» che ha legato le mani a parecchi Comuni. In totale, la Biffi ha un credito di circa un milione e mezzo bloccato nei forzieri dei municipi. Non c’è solo questo. Va aggiunta la crisi che ha diminuito le richieste di intervento. I dati: negli anni d’oro la Biffi aveva quasi 5-600 appalti all’anno, più di due al giorno, lavorava a pieno ritmo e assumeva. Nei primi mesi del 2013 ne ha avuti 42. «Non ci sono più lavori pubblici» ammette sconsolato a Libero Gianpietro Biffi. Che poi elenca gli altri problemi, a partire dalle banche. Risultato: «Negli anni d’oro facevamo quasi 17 milioni di fatturato ma abbiamo toccato anche i 35 milioni». Ora gettano la spugna. Non resta che sperare nel futuro. «C’è una società a noi collegata che porterà avanti la nostra esperienza e potrebbe riassorbire qualche dipendente» dice Biffi. «Ma per ora non ci sono più palanche», mancano i quattrini. L’azienda s’è impegnata con più di cento comuni italiani. Tra cui Bergamo, Brescia, Busto Arsizio, Como, Cremona, Erba, Firenze, Gallarate, Grosseto, Lecco, Lodi, Lucca, Mantova, Meda, Milano, Novara, Pavia, Sesto San Giovanni, Sondrio, Treviglio, Varese, Verbania. Non è finita. Per il Milan s’è occupata dei campi di Milanello. All’Atalanta ha sistemato il tappeto verde dell’Atleti Azzurri. Ha rifatto il manto del San Paolo di Napoli. A Monza ha accudito il campo dello stadio Brianteo e il nuovo palazzetto dello sport.
Le commesse sono arrivate anche dall’estero: Russia, Libia, Bulgaria. Milioni di metri quadrati di erba artificiale posati. E poi tribune, spogliatoi, piscine, coperture lamellari. Poi è arrivata la crisi. E il maledetto patto di stabilità. La famiglia Biffi getta la spugna ma non perde la voglia di lottare. Circa un mese e mezzo fa aveva fatto sentire la sua voce a L’ultima parola . Ora il signor Gianpietro è ferito ma non sconfitto. Il dolore non gli ha fatto dimenticare una delle sue passioni: scrivere poesie. Non si rassegna e augura comunque «buona vita».