Gianni Brera, L’Europeo n.1/2 2/2010, 31 luglio 2013
1994 – «GULLIT, TU MI TURBI!»
Gianni Brera, L’Europeo 1988 – N. 28
INVIATO AGLI EUROPEI DI CALCIO, INCONTRO A Düsseldorf Arrigo Sacchi, non ancora ben sceso dalle nuvole dorate sulle quali è stato proiettato dalla clamorosa vittoria del Milan. Il mio piacere è tanto (e non piccolo mi sembra anche il suo) che lo abbraccio con paterno slancio. Commosso, l’omino incomincia a fissarmi con occhi tondi e un po’ disparati. Ci deve avere oggi la chiacchiera romagnola, non la modesta facondia lombarda, venutagli dal padre di Mandello. Precisa infatti “Righetto”: «Quando il sangue lombardo prevale in me, tutto bene; quando prevale il romagnolo, sembra che ogni cosa debba saltare all’aria da un momento all’altro».
Io penso invece che la Lust zu Fabulieren (voglia di favoleggiare) gli venga dalla compagnia di Giovanni Galeone, il più diretto erede di Manlio Scopigno alla ribalta del calcio nazionale, e ancora dalla ospitalità di Gino Pilota, un pescarese che ha la faccia sgherra di Braccio da Montone e il prestigioso incarico di proconsole dei fratelli Gilberto, Luciano, Giuliana e Carlo Benetton in tutta la Germania occidentale. Gino Pilota ci ha pure la cortesia di un grande signore dello sport. Da come ti accoglie e tratta, non puoi negargli una visita al grande negozio dei Benetton in Königsallee. Dirò di più, all’inizio della divagazione, sei quasi infastidito da così ovvio dovere, poi, al contrario, gli devi dimostrare schietta gratitudine: il negozio dei Benetton occupa un intero palazzo sfolgorante di luci; e poco dopo scopri che non è neppure il solo della dinastia a Düsseldorf.
Allora ti senti orgoglioso: al diavolo se tutti i ristoranti abbondano di camerieri italiani: qui si può finalmente vedere altro di prestigioso per noi fuori dalle sempiterne Fiat e Olivetti!
CON PILOTA E I DUE TECNICI DI CALCIO ANDIAMO in auto a Monaco per assistere a Olanda-Urss. “Righetto” Sacchi deve assolutamente vedere i suoi “vecchi”, Ruud Gullit e Marco van Basten, e soprattutto Frank Rijkaard, per ottenere il quale ha dovuto quasi litigare con Capitan Silvio Berlusconi.
«Che ricordo ha?». “Righetto” scuote la testa, come esitante, poi una ventata romagnola rischia di fargli a pezzi la laringe: «Cosa vuol che le dica?! Quando ho visto Gullit nudo mi sono sentito un verme come uomo; quando ho visto quel Rijkaard mi sono sentito anche meno: diciamo la larva di un insetto».
«Ma davvero?», si stupiva Pilota ammiccando.
«Mo’ sicuro», ha confermato Sacchi, «e quando gliel’ho detto al dottor Berlusconi quello ha esclamato: andiamo bene!, quasi che gli spiacesse. Poi ha soggiunto piano, come uno che meditasse: “La prego, mister, non lo dica a nessuno, se no appena viene a Milano sentiamo muggire tutte le femmine di Lombardia”».
«Cos’ha da dire delle nostre donne?», intervengo piccato.
«Da quanto mi risulta, finora avete dovuto vedervela solo con piemontesi».
«È vero», ammette Sacchi, «mo’ lei come fa a saperlo?».
«Me l’ha detto», e sto mentendo per la gola, «il suo stesso patron, Berlusconi».