Simone Filippetti, Il Sole 24 Ore 31/7/2013, 31 luglio 2013
MEDIASET NON FERMA IL RALLY A PIAZZA AFFARI
Se si dovesse leggere tra le righe il comportamento della Borsa, dal balzo di ieri di Mediaset (+3,27% a 3,35 vicino ai massimi da due anni), la conclusione non sarebbe che una: il mercato compra perché sconta un esito favorevole per la sentenza in arrivo sul patron Silvio Berlusconi (che sia un rinvio o addirittura un’assoluzione come addirittura ipotizzano i broker anglosassoni).
La verità, invece, è che Mediaset sale da otto mesi e il rialzo di ieri è l’ennesimo per il titolo da mesi a questa parte. La sentenza della Cassazione è una questione molto italiana che non sembra interessare fuori dai nostri confini. Ieri, riferivano gli analisti di una primaria banca d’affari italiana, nessun investitore straniero ieri ha chiamato le case di brokeraggio per capire cosa stesse succedendo e o valutarne le implicazioni. «La sentenza per il processo Mediaset – notano i medesimi analisti – è una non-questione per i capitali esteri».
E allora perchè Mediaset è salita a razzo? Per lo stesso motivo per cui il titolo dallo scorso autunno a oggi ha più che raddoppiato il suo valore. E, in più, perché si torna a compare i titoli ciclici e dell’editoria. Se si scommette su un rimbalzo dell’economia (si vedano alcuni dati macro leggermente incoraggianti e l’annuncio dello stesso PierSilvio Berlusconi su un luglio e agosto migliore dell’anno scorso), allora si torna a comprare le azioni più sensibili all’economia.
Dopo essere crollata, lo scorso novembre, ai minimi storici di 1,16 euro, il prezzo più basso mai toccato (al termine di un anno e mezzo che aveva visto le azioni cadere di oltre il 70%), Mediaset ha imboccato la via del rialzo. Il rimbalzo coincide, spannometricamente con la ri-discesa in campo dell’ex premier Berlusconi. Da allora gli "shortisti", che avevano massacrato il titolo, sono tornati a ricoprirsi. Anche perché, almeno fino a metà anno, i bilanci non giustificano un tale rally: proprio mentre per la prima volta nella sua storia Mediaset chiudeva in rosso (e pure consistente, per circa 250 milioni di euro), il titolo ha iniziato a correre senza (per ora) sosta. Mediaset è un«titolo ad alto beta» notano alcuni analisti. Tradotto in italiano, Mediaset è oggi una sorta di derivato sull?Italia. Il titolo, ormai, non fa che altro che amplificare, sia al rialzo che al ribasso, l’andamento di Piazza Affari, negli ultimi due anni dominata, dal dilemma «Comprare Italia» o «Vendere Italia. Le società con un debito consistente (1,7 miliardi quello di Mediaset a fine anno) hanno una forte correlazione con lo spread. Quando sale, quei titoli scendono (perché aumentano gli oneri finanziari) e viceversa. Con il differenziale Italia-Germania in discesa su livelli più sopportabili, chi ha debito, è più alleggerito.
Allargando lo sguardo, però, si vede che nonostante il rally, siamo ancora lontani dai 5,8 del maggio 2010 e siamo a circa un terzo dei massimi dei cinque anni. Altri tempi, un mondo (finanziario) scomparso.