Massimo Tosti, ItaliaOggi 31/7/2013, 31 luglio 2013
INDICE DI FIDUCIA UE, ITALIA AL PRIMO POSTO
Per carità, non fatelo sapere alla Merkel (che potrebbe inventarsi altri lacci e lacciuoli da imporci), ma qualche piccolissimo segnale di ripresa si affaccia all’orizzonte. C’è un indice europeo (l’Esi, Economic sentiment indicator) che segnala l’Italia al primo posto nel continente quanto a sentimento di fiducia nelle prospettive dell’economia. Aggrappiamoci al sentimento (il progresso è stato di 2,9 punti rispetto all’1,2 della media di Francia e Spagna e allo 0,7 della Germania). Occorre cautela, ovviamente: bisogna attendere che il sentimento produca effetti concreti. Qualche spiraglio già si comincia a vedere: la Confesercenti ha segnalato ieri che tra maggio e giugno hanno aperto i battenti più di 7 mila nuovi esercizi. Questi dati positivi riguardano quasi esclusivamente il Nord d’Italia, ma sarebbe assurdo (dopo esserci pianti addosso per due anni abbondanti) non piegare le labbra a un timido sorriso. Qualche merito va riconosciuto al governo Letta: il sentimento di fiducia dipende strettamente dalle promesse (e dalle premesse) dell’esecutivo. Insomma: il clima sta cambiando. Bisogna accantonare i giudizi foschi del tipo «se tutto va bene, siamo rovinati»: si intravede la luce in fondo al tunnel della quale parlava il presidente del governo tecnico Mario Monti. Non è toccato a lui gestire la svolta degli umori, ma alle larghe intese di Enrico Letta. Anche il nostro peso in Europa è destinato ad aumentare: l’anno prossimo, dopo la Grecia, toccherà all’Italia la presidenza semestrale del Consiglio Ue: e avremo tutte le carte per alzare la voce e puntare sulla ripresa, piuttosto che sul malefico rigore che ci ha ridotto in braghe di tela. È chiaro, tuttavia, che per consolidare i sintomi positivi è indispensabile che la politica faccia la sua parte, rafforzando la stabilità che si sta creando intorno alla balzana alleanza fra Pd e Pdl, impedendo ai talebani del Pd e del Pdl di tirare troppo la corda fino a romperla. Letta, da vecchio democristiano, ha le capacità di mediazione necessarie per rendere compatibili fra di loro le incompatibilità del centrosinistra e del centrodestra. Lasciamolo lavorare in santa pace. Soltanto dopo, potremo dedicarci ai miracoli.