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 2013  luglio 27 Sabato calendario

CARLO, IL NONNO PIU’ INFELICE DEL MONDO

Questa settimana il mondo ha gioi­to pe­r la nascita della creatura re­gale col nome triplo, io invece ho sof­ferto per suo nonno, trattato come un errore della dinastia. Carlo d’Inghil­terra è il Nonno più infelice del mon­do, è il principe che non diventò mai sovrano, un tempo erede al trono, poi surrogato da suo figlio, mal sposato dopo una mala vedovanza, ora nean­che citato tra i tre nomi imposti al nipo­te. Perse il regno, ora perde pure l’ono­mastico del nipote (ora basta, non Car­lo più). Umiliato e offeso, considerato solo un soprammobile della Corona, una tazza con le maniglie a sventola, Carlo è portatore sano di regalità, per eredità e discendenza, figlio e padre di re, ma lui è «monarchesente». Con lui la dinastia si è presa una pausa, ha saltato una generazione, lasciando che la sua lunga adolescenza si con­vertisse in senilità senza mai matura­re in adulta sovranità. Fa tenerezza quel principe scartato, anche con i suoi limiti e i suoi errori. Auribus demissis, diceva il mio professore di lati­no, con le orecchie abbassate. Quan­do ho sentito dire dai genitori del Pu­po Reale «stiamo lavorando sul no­me», ho avuto un sussulto repubblica­no e un residuo orgoglio nazionale: da noi i re e i presidenti possono esse­re anche figli di madre ignota (abbre­viato in mignotta) ma un nome ce l’hanno subito e pure un sopranno­me. Niente Monarca Ignoto o Regali a sorpresa, l’anonimato si addice ai sud­diti, non ai sovrani. Poi penso a Carlo, il Trota reale, e mi si stringe il cuore. Per lui la Corona resterà la marca di una birra.