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 2013  luglio 22 Lunedì calendario

Alfred Hitchcock e Alma, nati con un giorno di differenza (lui il 13 agosto, lei il 14 del 1899), si incontrarono poco più che ventenni in uno studio cinematografico londinese: Alma era montatrice e sceneggiatrice già affermata, Hitchcock uno sconosciuto in cerca di lavoro

Alfred Hitchcock e Alma, nati con un giorno di differenza (lui il 13 agosto, lei il 14 del 1899), si incontrarono poco più che ventenni in uno studio cinematografico londinese: Alma era montatrice e sceneggiatrice già affermata, Hitchcock uno sconosciuto in cerca di lavoro. Si fidanzarono presto, ma per chiederla in moglie ci mise tre anni, il tempo di girare tre film e diventare famoso: «Come prima cosa volevo diventare regista, come seconda il marito di Alma. Perché la priorità numero uno mi metteva in grado di negoziare la seconda a mio vantaggio». La proposta di matrimonio gliela fece in nave, nel mezzo di una tempesta nel Mare del Nord. Alla domanda: «Vuoi sposarmi?», Alma, provata dal mal di mare, rispose con conati di vomito. Commentò lui: «Lo presi per un sì. È stata una delle mie scene più belle». Hitchcock, dunque, si sposò a 27 anni, vergine, e non conobbe mai altre donne. Luna di miele a Sankt Moritz, trascorsa soprattutto in pasticceria e ad assaggiare champagne millesimati e “viande des Grisons”. Un paio di anni dopo, la nascita di Patricia Alma, loro unica figlia: quando la bimba venne al mondo, Hitchcock, terrorizzato, non fu presente. Per farsi perdonare tornò con un bracciale di zaffiri in tasca e quando Alma gli disse: «Dai, non è stato così terribile», le rispose: «La suspence ha rischiato di uccidermi». Alma, pur rinunciando al lavoro per lui, fu sempre sua collaboratrice e nessun film veniva licenziato senza il suo placet. Poi lo vide soffrire per il rifiuto ricevuto dalla bionda attrice Tippi Hedren, che il regista tormentava sul set, facendola aggredire da veri corvi negli Uccelli, e corteggiava dicendole: «Se non ci fosse Alma...». Alma intuì e fu proprio lei, con la consueta saggezza, a distoglierlo da quella ossessione e a guarire il suo dolore.